Nonostante le rassicurazioni più o meno fondate della cancelliera tedesca Angela Merkel sulla possibile risoluzione della crisi greca, investitori e operatori, oltre che i partner europei, iniziano a spazientirsi. È notizia di queste ore la comunicazione che la BCE di Mario Draghi ha fatto alle banche elleniche di non acquistare titoli di stato ellenici. Un monito che arriva dopo l’apertura, dai toni in realtà quasi paternalistici, di lunedì davanti alla Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo e che è destinato a influenzare Atene nella definizione del piano d’azione che dovrebbe presentare lunedì ai partner europei.
Tuttavia i tempi stringono e per Tsipras, che continua a paerdere pezzi anche del suo stesso partito, sarà un’impresa praticamente impossibile trovare la quadra: e a tale proposito Atene incassa anche il cartellino rosso di Soros che ha dichiarato con sempre maggiore insistenza che la Grecia è destinata a finire “giù per il tubo di scarico” (dell’Europa).
Oltreoceano dopo i dati sull’inflazione che hanno sorpreso al rialzo, le dichiarazioni del governatore della FED di St. Louis Bullard circa la possibilità che il rialzo dei tassi colga di sorpresa i mercati qualora non seguissero correttamente le linee guida dell’istituto di Washington, guadagnano forza grazie all’esito positivo della dinamica dei prezzi.
Tuttavia è ancora presto: durante l’ultimo FOMC Janet Yellen ha ribadito che la FED deve sentirsi ragionevolmente fiduciosa che le condizioni congiunturali siano sufficientemente stabili prima di procedere con il rialzo. Si riaprono le danze? Non ancora e almeno non per il momento.
Market Movers
Alle 11:00 in Europa il dato IFO tedesco sulla fiducia delle imprese è atteso in aumento a 107.3 dal precedente a 106.8.
Alle 13:30 negli Stati Uniti il dato core sugli ordinativi di beni durevoli dovrebbe mostrare un’accelerazione a 0.3% dallo 0.0% della lettura scorsa.
EURUSD
La moneta unica è la vera superstar della settimana che dopo aver consolidato il trend rialzista di medio periodo, accelera verso 1.10. Tale livello, tuttavia, oltre ad essere una soglia psicologica importante, rappresenta una resistenza tecnica altrettanto rilevante. Nella configurazione attuale, dati positivi in uscita in mattinata in Europa potrebbero spingere il cambio oltre questo livello inaugurando una nuova fase rialzista per la moneta unica.
GBPUSD
Il rafforzamento del dollaro che ha interessato tutte le principali valute ha avuto vita breve. La sterlina torna a rafforzarsi in inizio di seduta in Europa tornando verso 1.49 e rincanalandosi nel range di stabilità proprio a cavallo di quell’area (intervallo allargato 1.48 – 1.50) dove sembra consolidarsi il trend rialzista di breve periodo. Tuttavia rimane comunque ancora presto, considerato l’avvicendarsi degli sviluppi politici interni alla Gran Bretagna, stabilire se si tratti di un momento di inversione o meno.
USDJPY
Prosegue il percorso ribassista di USDJPY anche dopo i buoni dati sull’inflazione negli Stati Uniti di ieri che hanno portato ad un deciso rafforzamento, seppure temporalmente limitato, del biglietto verde. Dopo aver toccato i minimi a 119.20 e il ritorno verso area 120.00, lo yen giapponese torna a rafforzarsi nella notte fino in area 119.60 dove scambia in queste prime battute di contrattazioni in Europa. L’attesa per il comparto industriale statunitense e per i dati sull’inflazione in Giappone in uscita domani notte renderanno gli scambi per questi due giorni abbastanza limitati con la possibilità di una lateralizzazione a cavallo di 119.50.