Continua il rally dei mercati azionari americani mentre l’Europa rimane a guardare. Pesano le questioni geopolitiche che interessano abbastanza da vicino il vecchio continente, ma anche l’eterna indecisione europea in materia di politica estera che relega l’unione in una posizione di marginalità. Certo, anche la situazione congiunturale stagnante sta presentando il conto di un’assenza di interventismo da parte della Banca Centrale Europea con la conseguenza diretta di favorire un ritorno al dollaro come safe heaven (bene rifugio ndr) e penalizzando quindi i mercati nostrani. Oggi, un po’ in sordina, si riunisce la Commissione Europea per decidere la linea in merito alle nuove sanzioni alla Russia per gli sviluppi della questione ucraina.
Market Movers
Alle 10:30 le vendite al dettaglio nel Regno Unito attese in recupero a 0.3% rispetto al tonfo del dato precedente a -0.5%. Alle 16:00 il dato sulle vendite di nuove case negli Stati Uniti atteso in lieve flessione a 479 mila unità rispetto alle 504 mila unità del dato precedente.
Alle 1:30 il dato giapponese sull’inflazione attesa in flessione a 3.3% rispetto al 3.4% della rilevazione precedente, mentre il dato relativo all’area metropolitana della capitale Tokyo dovrebbe vedere una flessione a 2.7% rispetto al 2.8% della lettura precedente.
EUR/USD
Giornata poco mossa per la moneta unica nel suo rapporto con il biglietto verde come già anticipato ieri. EUR/USD ha scambiato per quasi tutta la giornata all’interno del range tra 1.3450 e 1.3470, un intervallo molto ristretto rispetto ai movimenti delle ultime settimane, indicativo di un atteggiamento interlocutorio del mercato che sembra in attesa di avere maggiori informazioni sui fronti aperti geopolitica e nuovi organi europei. La forza del dollaro, come abbiamo sottolineato anche in precedenza, è anche frutto di una divergenza piuttosto netta nelle posizioni di FED e BCE, e in particolar modo in merito agli sviluppi prossimi delle politiche che assumeranno le due banche centrali di riferimento in materia di politica monetaria.
GBP/USD
L’osservato speciale cable è stato affossato ieri fino a 1.7030 dalla pubblicazioni dei verbali dell’ultima riunione della Bank of England salvo essere risollveato nel primo pomeriggio dal discorso di Carney e tornando verso area 1.7040 in concomitanza con la nostra trendline ribassista di breve periodo (grafico). Ancora una volta il clima è piuttosto attendista in attesa dei dati sulle vendite al dettaglio che potrebbero spingere ulteriormente al rialzo la sterlina riportandola sopra il livello chiave a 1.7050.
NZD/USD
L’avevamo anticipato ieri e l’aveva fatto intendere in maniera anche poco celata Wheeler indicando preoccupazione per l’eccessiva forza del kiwi. Con il rialzo dei tassi al 3.50% la RBNZ continua nella sua politica restrittiva, ma con particolare attenzione al rapporto tra dollaro neozelandese e controparte statunitense. Infatti nella notte sull’uscita dello statement a margine della pubblicazione del dato (sempre secondo attese) il kiwi ha perso terreno crollando letteralmente di una figura da 0.8680 a 0.8580 in concomitanza del nostro livello chiave.