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Chi opera sulla sterlina rivede la strategia dopo la vittoria dei “no”

Pubblicato 19.09.2014, 13:33
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

La Scozia ha detto “no” all’indipendenza, quindi l’unione, nata 307 anni fa, rimane intatta: buone notizie per l’economia britannica perché si sono evitate le gravi conseguenze di una separazione della Scozia, per lo meno nell’immediato. Detto questo, il divario fra i “sì” e i “no” si è ristretto, solo il 55% dei votanti ha sostenuto la campagna del “no” di David Cameron. Un non trascurabile 45% ha votato per l’indipendenza, nonostante le domande in sospeso: la realizzabilità economica di una Scozia indipendente, un’eventuale nuova valuta (visto che la BoE si è espressa esplicitamente contro un’unione monetaria simile a quella dell’Eurozona), la gestione dei servizi sanitari e di altre spese nel sociale e la spartizione delle entrate dal petrolio del Mare del Nord. Poiché la vittoria dei “no” è di misura, rimane comunque il rischio di un altro referendum scozzese nei prossimi anni, circostanza che riduce il potenziale al rialzo della sterlina in una prospettiva di lungo termine.

Tuttavia, nell’immediato, Regno Unito ed Unione Europea tirano un respiro di sollievo, perché la permanenza della Scozia nel Regno Unito ovviamente riduce i rischi di un ritorno dei nazionalismi in vista delle elezioni politiche del 2015. Dopo il referendum scozzese, i timori di una potenziale ascesa dei conservatori (Tories) calano significativamente. Anche se la vittoria dei conservatori comporterebbe un referendum sull’adesione all’UE nel 2017, gli scozzesi, tradizionalmente più filoeuropei, dovrebbe continuare a bilanciarne le ricadute.

La sterlina può finalmente tornare a concentrarsi sui fondamentali

Oggi, già in avvio di seduta la sterlina ha compiuto un rally generalizzato perché sono svanite le incertezze politiche. Ora che sono sfumati i rischi politici, chi opera sulla GBP può tornare a concentrarsi sui fondamentali e sulle prospettive di politica monetaria della BoE, soprattutto adesso che ripartono le speculazioni sulla normalizzazione della Fed.

La coppia GBP/USD è risalita sopra il 38,2% di Fibonacci sulla flessione in atto da luglio a settembre (1,6487), ma poi non è riuscita a consolidarsi sopra la media mobile a 21 giorni perché chi ha scommesso sul “no” sembra preferire incassare i profitti prima del fine-settimana. Le inversioni di rischio a tre mesi (25-delta) hanno corretto in modo significativo, ritornando sui livelli d’inizio settembre. Gli indicatori tecnici sono diventati positivi e, viste le brusche vendite delle ultime settimane sull’onda dei timori per la Scozia, c’è spazio per un ulteriore rafforzamento del cable. La prossima area obiettivo staziona a 1,6644/90 (massimo 1 settembre e media mobile a 200 giorni). Per quanto riguarda il medio termine, le previsioni di una Fed falco probabilmente freneranno il rialzo. La base incrociata delle valute a 3 mesi continua a favorire un USD più elevato rispetto alla GBP, nonostante l’esito politico positivo dalla Scozia.

Nei confronti di EUR e JPY, le previsioni sono positive. L’EUR/GBP è crollato a un nuovo minimo da due anni pari a 0,78102, e chiaramente può indebolirsi ulteriormente. La BCE ieri ha aumentato il suo bilancio attraverso la prima tornata di prestiti TLTRO. Nonostante lo scarso interesse per i prestiti a lungo termine a società non finanziarie, gli acquisti di ABS e di bond coperti che inizieranno a novembre, oltre alla seconda tornata di TLTRO in programma a dicembre, dovrebbero continuare a pesare sull’euro verso la fine dell’anno, e quindi favorire il lato delle vendite nei mercati EUR/GBP. Nei confronti dello yen, l’eclatante rally della GBP ha spinto la coppia sopra 108,00 per la prima volta dall’ottobre 2008. Poiché prevediamo che le rapide vendite di yen richiederanno una pausa di breve termine su questi livelli, la divergenza fra BoE e BoJ dovrebbe continuare ad assicurare un’impostazione positiva nella prima metà del 2015.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD permane bloccato dalla linea di tendenza discendente a breve termine e dalla resistenza oraria a 1,2988 (massimo 05/09/2014). È necessaria una rottura di tali resistenze per presagire un esaurimento della pressione a vendere. Un supporto orario si attesta attualmente a 1,2835, mentre un supporto chiave si trova a 1.2755. A più lungo termine, l’EUR/USD è in una successione di massimi e minimi inferiori da maggio 2014. La violazione del supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013) spiana la strada a un declino verso la forte zona di supporto compresa fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012). Una resistenza chiave staziona a 1,3221 (massimo 28/08/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD ha registrato un rimbalzo in avanti violando inoltre la resistenza a 1,6497. Una resistenza chiave si trova a 1,6644 (si veda anche la media mobile a 200 giorni). Supporti orari possono essere trovati a 1,6347 (minimo intragiornaliero) e a 1,6247 (minimo 18/09/2014). A più lungo termine il crollo dei prezzi, dopo aver raggiunto massimi su 4 anni, ha creato una forte resistenza a 1,7192, che improbabilmente sarà infranto nei prossimi mesi. Monitorare il recente rimbalzo poiché potrebbe segnalare l'inizio di una fase di consolidamento a medio termine. Un supporto si trova a 1,6052, mentre un forte sostegno si attesta a 1,5855 (minimo 12/11/2013). Il primo obiettivo a 1,6495 della nostra strategia lunga è stato raggiunto. Abbiamo rinnovato il livello di stop-loss.

USD/JPY L’USD/JPY prosegue nel solco di un ripido progresso ed è ora vicino alla grande resistenza a 110,66. Dato l'aumento sovraesposto, le probabilità di vedere una correzione a breve termine sono in ascesa. Supporti orari possono essere trovati a 108,37 (minimo intragiornaliero) e a 107,39 (massimo 12/09/2014). Resta favorita un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). I recenti nuovi massimi confermano un forte trend rialzista di fondo. Malgrado una probabile pausa nei pressi della resistenza principale a 110,66 (massimo 15/08/2008), viene favorita un’eventuale rottura al rialzo. Un’altra resistenza può essere trovata a 114,66 (massimo 27/12/2007).

USD/CHF Ieri l’USD/CHF ha subito un drastico declino nei pressi della robusta resistenza a 0,9456. Una rottura del supporto orario tra 0,9301 (minimo 16/09/2014, si veda anche la linea di tendenza ascendente) e 0,9287 segnalerebbero una fase correttiva. In un’ottica di più lungo termine la struttura tecnica prevede la fine della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. La violazione della forte resistenza a 0,9250 (massimo 07/11/2013) spiana la strada a un movimento verso la prossima solida resistenza a 0,9456 (massimo 06/09/2013). Supporti possono essere trovati a 0,9176 (minimo 03/09/2014) e a 0,9104 (minimo 22/08/2014). Una resistenza psicologica si trova a 0,9500.

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