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DailyFX Morning Adviser, attenzione alle borse

Pubblicato 22.04.2014, 09:01
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Matteo Paganini, 22 aprile 2014

INTRO

Si riparte dopo la pausa pasquale con i mercati che hanno visto un euro sotto pressione di breve periodo e borse che oggi riapriranno, facendo tornare la liquidità su livelli normali, senza dati di particolare rilievo dopo quella che abbiamo definito la “settimana dell’inflazione”.

Il punto della situazione

Se volessimo fare il punto della situazione, a nostro parere dovremmo continuare a partire dalle borse, data la mancanza di correlazioni tra listini e valutario, mercato quest’ultimo che sembra avere delle linee guida ben segnate che tra poco percorreremo in breve. L’attenzione principale degli investitori ed i più grandi punti di domanda infatti sono stati riservati ai listini americani che, dopo l’ultima riunione del FOMC, hanno tentato delle discese anche importanti, senza tuttavia convincerci del fatto che fossero pronti a cambiamenti di rotta strutturali, come più volte commentato su queste pagine. Ebbene, lo S&P500, il nostro benchmark di riferimento, si è ben riportato su quota 1,870.00 punti e sta accumulando rimanendo sopra la media mobile a 21 periodi oraria e sopra i livelli statici precedenti, il che ci fa propendere per potenziali tentativi di estensioni rialziste giustificate dal fatto che l’appetito per il rischio rimane in essere dopo i buoni dati sull’inflazione (1.5% contro un precedente 1.1%) e dopo il, tutto sommato, positivo Beige Book. Gli investitori, dopo le prime prese di profitto che non sono state in grado di colpire ordini puri di vendita, necessari a far partire movimenti decisi verso i più importanti livelli di supporto passanti per area 1,775.00, sembra abbiano capito quello che abbiamo cercato di far passare come concetto durante gli scorsi giorni: pur continuando con i tagli sulle iniezioni di liquidità, le condizioni sui tassi non cambieranno se non tra almeno un anno e rimarranno a disposizione dei mercati tutti i flussi puri da QE che, fino alla dismissione totale del programma, continueranno ad annaffiare le radici dei mercati finanziari, insieme al reinvestimento dei flussi che la Fed sta percependo sui titoli acquistati negli anni e nei mesi passati. Questo è sufficiente a rimandare la partenza di movimenti strutturali di discesa, che si leggeranno come cambiamento di trend di fondo, ma non ora, a nostro parere.

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E il valutario?

Spostando la nostra attenzione sul mercato valutario e sulle quattro coppie di valute che compongono l’FXCM Dow Jones Dollar Index, le evidenze che ci vengono mostrate continuano ad essere le medesime. L’euro, rimane su posizioni di forza relativa rispetto al dollaro pur alternando fasi di salita a fasi correttive, non in grado di violare i supporti chiave di medio periodo (e nemmeno di avvicinarli). Anche la sterlina, a differenza della moneta unica però a ragion veduta, risulta in posizione di predominanza sul biglietto verde e questa situazione potrebbe essere destinata ad incrementarsi nell’arco dei prossimi sviluppi di mercato in quanto i dati macro rilasciati oltre manica risultano essere sempre più stabili ed il pound ci ha abituati a reazioni in linea con i fondamentali. Sul fronte yen continuano le correlazioni tra andamento della valuta nipponica e andamento del listino di riferimento, rimanendo sostanzialmente sulla strada della svalutazione rispetto al greenback,  se consideriamo il medio periodo, mentre parlando di dollaro australiano, a partire da febbraio abbiamo assistito ad una ripresa di forza che potrebbe essere propedeutica alla partenza di un trend ascendente, considerando il fatto che i dati continuano ad essere sostanzialmente buoni e che la banca centrale dell’Isola si sta mantenendo meno aggressiva a livello di interventismo potenziale sul cambio, per svalutare l’aussie. Rimaniamo però convinti del fatto che occorra rimanere ancora concentrati sul breve periodo, i flussi principali non hanno ancora trovato instradamento sul medio-lungo periodo per cui, da bravi intercettatori di essi, giochiamo la stessa partita.

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QUADRO TECNICO

EUR/USD: l’euro si trova sotto la media a 21 oraria e sotto i punti statici precedenti passanti tra 1.3800 e 1.3810. questa l’area in cui potrebbe essere possibile valutare eventuali impostazioni di vendita di euro per ritorni dapprima sui minimi di stanotte ed eventualmente verso 1.3760, livello raggiungibile una volta superata area 1,37 ¾, con potenziali estensioni fino ad area 40. Nel coso in cui dovessimo assistere ad un ritorno sopra area 1.3830, potrebbe essere possibile valutare dei tentativi di ripresa di quota verso 1.3850/65. Attenzione, in caso di approfondimento ribassista, alla possibile formazione di una divergenza rialzista a 4 ore.

USD/JPY: pressioni ribassiste importanti sui tentativi di discesa del Nikkei avvenute durante le prime ore del mattino. Ci troviamo di fronte ad un mercato tendenzialmente ancora impostato a rialzo, per cui occorrerà a nostro parere lasciare sfogare il mercato per valutare eventuali possibilità di acquisto sui supporti, passanti in area 102.30/35. Se dovessimo assistere a frenate dei prezzi in questa zona (media a 100 oraria e punti statici precedenti), potrebbero formarsi buone possibilità di valutare rialzi con ottimi R/R, tenendo conto che una prosecuzione del movimento correttivo oltre area 102.15 potrebbe dare linfa al movimento andando a colpire ordini sia di stop che di ingresso short, che potrebbero portare ad accelerazioni verso la zona rappresentata da 101.85.

EUR/JPY: attenzione alla potenziale esplosività del cross qualora dovessero verificarsi i movimenti ribassisti appena valutati. Qui, approfondimenti oltre l’area passante per 141.25 potrebbero essere forieri di accelerazioni verso la figura, che se superata di almeno una quindicina di punti potrebbe lasciare spazio verso l’area passante tra 140.50 e 140.65. Un ritorno sopra 141.65 invece potrebbe cominciare a far valutare possibili ripartenze che se dovessero superare i massimi di settimana scorsa potrebbero lasciare spazio a ripartenze verso 142.40.

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GBP/USD: la sterlina, a differenza dell’euro, si trova impostata a rialzo nel breve periodo, andando a confermare come manchino le correlazioni dollarocentriche non solo tra borse e valutario ma anche tra i singoli cambi. Qui ci troviamo sopra le medie orarie (impostate a rialzo) e fino a quando ci manterremo sopra area 1.6670 crediamo che si possano considerare delle opportunità operative a rialzo, con primi target posti intorno a 1.6820, livello sul quale potrebbe fermarsi il movimento di rialzo ma che potrebbe lasciare spazio ad estensioni verso i massimi posti a 40 che se raggiunti potrebbero lasciare spazio a tentativi di rottura verso area 1.6865/1.6900 (tutta quest’area potrebbe essere attrattiva per i prezzi). Ritorni sotto area 1.6865 potrebbero far considerare dei giri di mercato di breve, che potrebbero divenire importanti soltanto se superati i livelli gravitanti attorno a 1.6745.

AUD/USD: dollaro australiano in tentativo di ripartenza rialzista con le medie orarie che potrebbero incrociare a rialzo. Se questo fosse il caso, l’idea prevalente sarebbe quella di attendere un retest della 21 prima di pensare ad ingressi long, oppure di lavorare direttamente in rottura rialzista se dovessimo vedere il mercato ripartire oltre 0.9370, pur non presentando quest’ultima situazione un risk reward ottimale.

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