Matteo Paganini, 1 ottobre 2014
La pubblicazione dell’inflazione dell’area euro inferiore rispetto alle attese degli analisti e degli operatori (0.7% vs consensus 0.9%) ha confermato la situazione di difficoltà che sta attanagliando l’eurozona e apre maggiori possibilità di assistere ad implementazioni di misure straordinarie ulteriori da parte della BCE. Gli operatori infatti, di fronte alla pubblicazione di questo dato, hanno dato il via a pesanti vendite di moneta unica europea, non soltanto contro il dollaro americano, proprio andando a scontare l’eventualità di ulteriori interventi, unitamente alla presa d’atto che la situazione relativa alla pressione dei prezzi sta continuando a peggiorare. E’ da più di due anni che gridiamo alla possibilità di “giapponesizzazione” dell’Europa, con deflazione e trappola della liquidità che si possono verificare ed ora ci stiamo avvicinando a tale obiettivo. Eurodollaro a 1.2600, minimi che non si vedevano da settembre 2012. La disoccupazione è risultata parti all11.5%, nulla di nuovo rispetto a quanto ci si aspettasse. Siamo in attesa della giornata di domani, quando si riunirà la BCE, evento che seguiremo insieme in diretta alle ore 14.30.
Perfetta la tenuta delle resistenze individuate ieri a partire da 1.2695 con i prezzi che hanno raggiunto e ben superato i target individuati a 1.2635. Ci troviamo ora con i prezzi in consolidamento proprio sotto il nostro livello di target che, insieme a 1.2665, possono intervenire come resistenza sulla quale valutare eventuali acquisti di dollaro, per ritorni dapprima verso 1.2635 (in caso di raggiungimento delle ultime fasce di resistenza) e 1.2600 oppure 1.2600 ed i minimi di ieri in caso di tenuta dei primi livelli di resistenza. Superamenti di area 1.2685 potrebbero essere propedeutici a tentativi di estensione che però potrebbero essere ben contenuti dall’area di 1.2715 studiata ieri. Rotture definitive potrebbero essere valutate oltre 1.2735, livello che potrebbe lasciare strada a tentativi di estensione verso 1.2760 ed eventualmente 1.2775.
Ottima la tenuta dei supporti individuati ieri nella media a 21 a 4 ore e nel livello di 109.15, sui quali abbiamo valutato acquisti di dollaro che finalmente hanno portato al target di 110.00. Rimaniamo su un tf a 4 ore, dove è possibile curare l’area passante tra 109.50 e 109.75, all’interno della quale poter valutare eventuali acquisti di dollaro per ritorni verso i massimi, considerando che in caso di discesa oltre area 109 ¼ potrebbe essere possibile valutare eventuali tentativi di raggiungimento di 108.75, livello che potrebbe lasciare spazio ad ulteriori approfondimenti verso 108.40 in caso di rottura ribassista dei supporti che confermerebbe la validità della divergenza ribassista in formazione.
Perfetto il rispetto delle aree di resistenza indicate ieri, con i prezzi arrivati fino a tutti i livelli di target indicati. Siamo ora sotto resistenze orarie e a 4 ore, con l’area passante tra 1.6215 e 1.6225 che potrebbe rappresentare una buona area di resistenza, per ritorni verso 1.6200 ed i minimi, che se raggiunti con stocastico a 4 ore non ancora in ipervenduto potrebbero lasciare spazio ad ulteriori tentativi di approfondimento verso 1.6120. Occorrono a nostro avviso ripartenze oltre l’area passante per 1.6255 per valutare tentativi di accelerazioni che potrebbero comunque essere contenute da area 1.6285.
Perfetta l’impostazione tecnica sul dollaro australiano ma prezzi che hanno mancato i potenziali livelli di ingresso di una decina di punti. Siamo ora in attesa di potenziali ritorni verso area che si estende tra 0.8730 e 0.8750 per poter valutare potenziali acquisti di dollaro americano per ritorni dapprima su 0.8700 ed eventualmente i minimi di stanotte, con la considerazione che se lo stocastico a 4 ore dovesse trovarsi lontano dall’ipervenduto potremmo seguire tentativi di rottura verso i minimi precedenti. Punti di reverse troppo lontani, possibile valutare eventuali stop secchi.
Analisi su Dax e oro all’interno del nostro Morning Meeting.