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DailyFX Morning Adviser, retorica FED, Scozia e TLTRO

Pubblicato 18.09.2014, 09:28
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Davide Marone, 18 settembre 2014

INTRO

Come banalmente si evince dal titolo del nostro contributo odierno, tanti sono gli eventi condizionanti i mercati finanziari e, diremmo, non decisamente di poco conto. Ieri sera Il FOMC per bocca del Governatore Janet Yellen ha comunicato le sue (non) decisioni in materia di politica monetaria, mentre oggi sarà giornata cruciale per il referendum indipendentista in Scozia e l’annuncio del TLTRO da parte della BCE. Ma procediamo per ordine.

Fed accomodante

Non ha destato particolari soprese l’esito delle riunioni del Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve. La parola chiave è ancora una volta “attesa”. Questo quello che già ampiamente scontavamo prima dell’evento e del quale ne avevamo avvertito la quasi certezza dopo i dati sull’Inflazione negli Stati Uniti del pomeriggio che ci avevano restituito un calo al +1,7% su base annuale contro un precedente +2,0% ed aspettative a +1,9. Nulla di fatto quindi sul fronte tassi di interesse, non prima almeno di un “periodo considerevole successivo al termine del Quantitative Easing”. Come ricorderete, Yellen aveva azzardato un orizzonte temporale di 6 mesi alla sua prima Press Conference da capo della banca centrale americana; non si saprà mai se quella fu una gaffe o meno, ma sembra trovare riscontro empirico. Tassi fermi dunque almeno fino al completamento del primo trimestre del 2015. Tutto, in linea alla qualitative forward guidance, sarà rimesso perciò agli indicatori economici e dunque ai dati su mercato del lavoro, inflazione e crescita. Crescita peraltro appena ritoccata al ribasso sia per quest’anno che per il 2015 ed il 2016, mentre la proiezione di un target di inflazione al 2% è ancora ascritta all’anno 2017. Naturalmente la Fed ha proceduto con un ulteriore taglio di iniezione di liquidità, passando da 25 a 15 miliardi di dollari al mese ripartiti in 10 miliardi di Treasury e 5 di MBS, continuando a riacquistare ovviamente i titoli in scadenza. Verosimilmente con il meeting di Ottobre dovrebbe concludersi il QE. Ma quali le reazioni del mercato? Le Borse sono state poco volatili ed, in linea ai segnali forniti già durante tutta la giornata di ieri, si sono mantenute in posizione di forza con l’S&P500 che ha rivisitato i massimi storici a 2.012 punti. Qui nulla di nuovo, anzi tutto come auspicato e previsto. Più sorprendente, almeno a nostro modo di vedere, il rafforzamento del dollaro che in maniera univoca è stato ampiamente comprato facendo vedere nuovi minimi o massimi (a seconda dei casi) ed ha fatto registrare sul FXCM Dollar Index un’escursione di oltre 70 punti ben al di sopra della volatilità media dell’indice. L’idea che i mercati potessero essere in disappunto per un ulteriore rinvio sul timing di rialzo dei tassi e che ciò avrebbe potuto pesare proprio sul biglietto verde, era quella che prediligevamo, mentre il greenback ha trovato da ciò linfa vitale e ha confermato tutta il suo primato in termini di forza relativa tra le valute. Lecito attendersi dei ritracciamenti, ma livelli importanti sono stati violati e l’ipotesi di continuazione di un trend rialzista per il dollaro è quella che sussiste maggiormente.

In Scozia

7-22, questi gli orari di accesso alle urne per gli Scozzesi per decidere del loro destino di indipendenza dall’Inghilterra e quindi la fine del Regno Unito. Secondo i sondaggi, si preannuncia una battaglia all’ultimo voto e il fiato resterà sospeso durante la giornata e soprattutto nella notte fino a quando non si sapranno i risultati che in caso di vittoria del “Si” potrebbero essere molto destabilizzanti. La sterlina potrebbe precipitare in maniera veemente e sorgerebbero enormi interrogativi in relazione alla moneta che la neonata Scozia potrebbe adottare; se comunque la sterlina, ed in tal caso si creerebbe una mini-unione monetaria, o se addirittura l’euro con capitali ingenti che andrebbero a fuoriuscire dal paese verso l’area euro andando quindi ad impattare sul valore della moneta unica. Per operatività di breve dunque, massima attenzione ai monitor anche questa sera e attesa di fortissima volatilità anche nel caso opposto, con il pound che potrebbe invece decollare anche con escursioni di prezzo fuori logica.

Il TLTRO

E’ dunque arrivato anche il giorno del TLTRO, ovvero sia prestiti al sistema bancario. Quello di oggi è il primo a cui farà seguito quello dell’11 dicembre per un totale di 400 miliardi di euro. A sua volta quest’operazione verrà affiancata dal “Quantitative Easing” di ABS le cui tecnicalità verranno svelate nel prossimo meeting BCE ad Ottobre. Questo TLTRO darà proprio una prima overview su quanto si dovrà e potrà fare sul fronte QE. Gli importi dell’operazione odierna appaiono molto contenuti, dell’ordine di 170-180 miliardi di euro, ma alcune stime sono anche considerevolmente più ridotte. E verosimilmente dall’importo richiesto dagli istituti di credito dipenderà la reazione del mercato che, tecnicamente, dovrebbe essere supportivo per i titoli bancari e quindi più in generale per le Borse, mentre depressivo per l’euro che quindi potrebbe acuire la sua discesa. Occhi aperti perciò pure alle notizie provenienti dell’Eurozona, in questa giornata che non verrà di certo dimenticata dagli operatori dei mercati.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: come diciamo da qualche tempo, dopo la BCE di due settimane fa, il cambio avrebbe potuto muoversi per dinamiche legate al dollaro americano più che all’euro. E così la lateralità è stata violata al ribasso con le ottime rotture prima di 1,2920 e poi dei minimi a 1,2865, ad ora rientrate. Il segnale daily short è stato lanciato e nuovi approfondimenti sotto i minimi potrebbero trascinare il cambio verso 1,28 in primo luogo. Fisiologici perciò i ritracciamenti seguibili su grafico orario, con l’area pivot daily/media mobile esponenziale a 21 periodi che può esserne la destinataria per poi favorire ripartenze in giù. 1,29 per intenderci. Long da contemplare invece sopra 1,2920.

USD/JPY: nulla di nuovo su questo fronte, anche se violento è stato il movimento al rialzo del cambio. Il daily continua a mostrarci candele rialziste con il range di prezzo che è andato notevolmente ad ampliarsi ieri. Ancora molto tecnico il grafico a 4 ore che continua a mostrare affidabilità dal punto di vista delle confluenze grafiche, vedi l’ottima media mobile esponenziale a 21 periodi ed il livello di supporto statico a 107,40. E’ lecito anche in questo caso paventare ritracciamenti di breve che vedono in 108,40 e 108,20 i due possibili approdi per ripartenze rialziste con obiettivi vicini e chiari in area 109. Short assolutamente da ponderare con attenzione e che, per cogliere ampi movimenti, devono trovarsi almeno sotto il pivot daily fino a 107,40 appunto.

EUR/JPY: il movimento di dollaro americano ha naturalmente fatto sì che il cross in questione si muovesse relativamente, anche se ha prevalso lo spunto rialzista fornito da USDJPY. Bello l’approdo a 140 su cui valutare rientri in pullback a 139,60 per nuovi massimi in direzione 140,90. Scenario bearish sotto 139,30 riguardando a 138,55.

GBP/USD: giornaliero di interdizione quello che continua a caratterizzare il cable. Il 4 ore suggerisce ancora scenari di vendita suffragati dall’ottima tenuta delle confluenze grafiche a 1,6330 e dalla divergenza regolare ribassista del prezzo con l’oscillatore stocastico, per obiettivi progressivi a 1,6225, 1,6150 e i punti di minimo relativo.

AUD/USD: grazie a queste potenti discese è tornata un’ottima tecnicalità su questo cambio che ci mostra precisione sui punti statici di interesse. Forte anche ieri il segnale bearish con precisi raggiungimenti dei target a 0,8940, Area 0,90 dunque nuovo punto di vendita verso nuovi minimi a 0,89, con stop&reverse veloci verso 0,9050 dal quale poi valutare di andarsi a rimettere corti con gli obiettivi naturali appena citati.

Ger30 (DAX): come ripetuto ieri, buoni i segnali daily rialzisti visti negli ultimi 3 giorni e che troverebbero conferme con superamenti decisi di 9.690 punti prima, 9.740 punti poi. Sui time frame intraday questo comunque appare lo scenario più probabile, vista la tenuta ottima dei supporti in area 9.600 punti e i minimi e massimi crescenti fino ad area 9.700. Attesa perciò per strappi di volatilità verso le resistenze, con stop anche contenuti e potenziali reverse per rientri in range.

XAU/USD (Oro): dal potenziale segnale long sul daily con la formazione di un cosiddetto minimo di breve termine al superamento di area 1.240 dollari l’oncia, si è passati allo sviluppo ora invece di un massimo di breve termine che rappresenta un buono spunto ribassista. Tuttavia il 4 ore appare il time frame migliore da seguire con le ottime confluenze grafiche che anche ieri hanno suggerito ottime vendite che ora possono arrestarsi in area 1.225/27 prima di riaccendersi verso nuovi minimi a 1.210 dollari l’oncia. 1.230 primo spartiacque per i long, comunque ancora lontani.

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