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DailyFX Morning Adviser, Sterlina ed Euro, grandi differenze

Pubblicato 17.04.2014, 09:30
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

Davide Marone, 17 aprile 2014

INTRO

Il vero catalizzatore di flussi di liquidità si conferma essere dunque quello del comparto azionario, nel momento in cui è proprio sui listini che è possibile apprezzare dei movimenti forti e direzionali laddove invece il dollaro americano vive una fase di sostanziale incertezza e le materie prime idem.

Le news e la sterlina

Il mercato valutario ci consegna però una valuta che continua ad essere la protagonista di escursioni di prezzo importanti in relazione alle release macro ed è senza dubbio la sterlina britannica. Così, dopo i dati sull’inflazione di martedì che hanno visto una conferma all’1,6%, abbiamo ieri assistito alla pubblicazione dei dati sul fronte del lavoro che ha messo in luce un tasso di disoccupazione in gran miglioramento, dal 7,1% precedente (dato rivisto in meglio) al 6,9% rispetto ad attese proprio del 7,1%. Dunque perdura il costante miglioramento del quadro degli indicatori economici del Regno Unito, con un’inflazione ancora al di sotto del target annunciato dalla Bank of England ma che risulta mediamente elevato in relazione alle economie mature, ed un tasso di disoccupazione che dopo molti mesi va al di sotto della soglia del 7% il quale pure era stato indicato come thresold rilevante da raggiungere prima di azioni sul fronte di politica monetaria. Il complesso delle due grandezze economiche sotto la lente di ingrandimento dell’istituto centrale britannico, risulta perciò foriero di aspettative circa quelle che potrebbero essere accelerazioni sul fronte interventista in rapporto sia al tasso di interesse di riferimento dello 0,50% che al Quantitative Easing totale che ancora ammonta a 375miliardi di sterline. Lo stesso governatore Carney poco più di un mese fa aveva contemplato la possibilità di azioni concrete di modifica alla forward guidance dal momento che la ripresa economica della Gran Bretagna stava procedendo a ritmi che la stessa banca centrale non aveva previsto, e non possiamo che credere che questi dati più recenti non possano che mettere pressione a Londra circa l’implementazione di misure “meno allentative”. In quest’ottica la sterlina, pur tra le major dal valore più sostenuto nel breve come nel medio periodo, potrebbe vivere nuove fasi di rafforzamento e raggiungere in primo luogo la soglia di 1,70 contro il dollaro americano. E senza alcun dubbio, e questo appare cruciale a livello operativo, sembra davvero essere l’unica divisa strettamente legata ai fondamentali e caratterizzata da un’enorme reattività alle pubblicazioni dei dati il che, in casi come ieri, appare un decisivo vanaggio; le rotture sopra la resistenza a 1,6740 erano infatti già avvenute prima delle 10,30, consentendo di poter posizionare lo stop in pari e restare in posizione durante la release che poi si è rivelata amplificatrice del movimento up fino alla precisa resistenza di 1,6820, livello poi rotto questa notte.

(Dis)inflazione dell’area euro

La release più attesa era però quella sull’inflazione dell’Eurozona, vero e unico termometro del sentiment in seno alla Banca Centrale Europea affinchè si prendano seriamente in considerazioni misure convenzionali e non per frenare questo processo disinflanzionistico ormai più che avviato e che solo ieri ha trovato un temporaneo stop con la conferma del dato precedente allo 0,5%. Questo non ha tuttavia avuto impatti significativi sul valore dell’euro il quale ha solo timidamente tentato movimenti al ribasso arrestatisi ancora una volta, e ci riferiamo al cambio EurUsd, sul supporto a 1,3810 per riprendere di nuovo la strada di 1,3840. E’ indubbio che la pubblicazione di ieri mattina è tutto fuorchè positiva per l’Eurozona, così come è vero che l’emorragia della discesa dei prezzi si è quanto meno “arrestata”. Conoscete ormai il nostro scetticismo circa la nascita e la struttura della moneta unica e dell’eurozona, per cui non ci perderemo in ulteriori elucubrazioni in questo senso. Va detto però come le condizioni che pongono l’euro in posizione di forza relativa ancora permangono e come questo possa essere attraversato da nuove fasi di acquisto in grado di spingerlo anche verso i massimi di periodo in area 1,39. Ma avremo modo di seguirlo step by step.

Dati cinesi, Beige Book e liquidità

Chiudiamo facendo riferimento in primo luogo alla Cina, la cui pubblicazione di ieri mattina del GDP ha fatto registrare un 7.4% contro un 7.3% di attese, le vendite al dettaglio un 12% contro un 11.9% di consensus mentre la produzione industriale un 8.7% contro aspettative pari a 8.8%, il che ancora una volta non elimina una condizione generale di appetito al rischio nel mercato, così come il Beige Book, ieri pubblicato, che di fatto ha illustrato un quadro relativamente positivo per le condizioni complessive del mercato. Tendenzialmente oggi si rivelerà una giornata preparatoria alla diminuzione di liquidità che si avrà preparandosi al periodo pasquale, e verosimilmente non assisteremo a movimenti importanti anche se le Borse ancora una volta andranno monitorare prima della chiusura di domani. Così come saranno da seguire gli sviluppi sul fronte russo-ucraino che, in assenza di pubblicazioni, potrebbe ancora una volta rivelarsi il market mover.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: price action che dopo gli ampi movimenti al rialzo della seconda settimana di aprile e la buona correzione partita ad inizio settimana, si ora confusa. Ieri abbiamo assistito a tentativi di rottura sopra 1,3835 poi rientrati a 1,3810 che ha nuovamente respinto i prezzi verso l’area di 1,3840. Questa dunque ora il supporto per tentare nuovi massimi verso 1,3860 in primo luogo e 1,3880 poi. I target quindi è bene che siano piuttosto ravvicinati e non troppo ambiziosi, salvo poi poter sempre adattarli alle condizioni che vanno a crearsi sul mercato. Sotto 1,3835 si torna naturalmente a guardare a 1,3810 ed eventuali estensioni a 1,3790.

USD/JPY: l’uscita dalla congestione sopra 102,15 si è rivelata di fatto non definitiva con i rientri di questa notte che riportano di attualità i livelli di supporto di 101,70 e 101,30. Le operazioni long sono da preferire perciò su questi supporti, qualora raggiunti, o sopra 101,15 con 102,40 come primo target e 101,75 in eventuale estensione (guardare le Borse in relazione a questo cambio).

EUR/JPY: precisione tecnica del cross nel suo raggiungimento di 141,70 e nell’altrettanto preciso ribasso fino al supporto a 141,15. Proprio quest’ultimo può ora fare da spartiacque con ordini buy posizionabili proprio in quest’area per la ricerca di 141,55 e 141,75 in estensione con eventuali stop&reverse sotto verso 140,70 e 140,400.

GBP/USD: fasi dunque delicatissime per il cable che proprio questa notte ha violato i massimi a 1,6820 facendoci apprezzare dei livelli che non osservavamo dal novembre del 2009. Alle motivazionei abbiamo dato ampio spazio nella parte introduttiva. Qui vale la pena di evidenziare come sia proprio l’area di 1,6820 a fare ora da supporto per allunghi verso 1,6885 ma che difficilmente raggiungeranno questo livello in uno scenario complessivo di liquidità in calo e volatilità ridotta; varrà perciò la pena di lavorare a stop a breakeven se si avrà colto il movimento iniziale al rialzo. Ancora pochezza di segnali sul fronte short che comunque passerebbe da decise conferme di rientro sotto 1,6820 verso area 1,6790/68. 1,6745 il livello successivo che appare però francamente lontano.

AUD/USD: la divergenza ribassista regolare tra prezzo e stocastico sul grafico giornaliero ha vissuto ieri una giornata di stallo, seppur il pattern sia stato confermato. Il grafico a 8 ore mostra la confluenza grafica in area 0,9370 con il transito della media mobile esponenziale a 21 periodi e l’oscillatore che in tempo ciclico sembra poter fornire indicazioni di minimo e ripartenza che, sopra 0,9380, potrebbe vivere estensioni verso 0,9425. Simili le indicazioni provenienti dal 4 ore, mentre il grafico a 1 ora resto scevro di spunti. L’area di 0,9340 resta ancora il supporto in grado di respingere il prezzo in primo luogo, per stop&reverse verso 0,9305 in caso di ulteriori vendite.

XAU/USD (Oro): grande congestione per il gold dopo le copiose vendite di martedì e i contestuali ritracciamenti. La doji daily ne è esemplificativa. Vale la pena di seguire la price action del cambio sul grafico orario per impostare operatività in limit entry, buy a 1.296 e sell in area 1.308. Questi gli unici punti dove poter ottimizzare il rapporto rischio/rendimento, sempre con attenzione ad eventuali strappi che al rialzo guarderebbero a 1.315 e al ribasso 1.290.

Ger30 (DAX): long white sul daily del Dax, che al contempo segnala la possibilità di un mimimo ciclico dato proprio dalla regolarità dell’oscillatore stocastico. Il 4 ore ora evidenzia bene l’importanza del range tra 9.300 e 9.340 per assistere a nuovi movimenti direzionali: sopra la resistenza verso area 9.394/400 punti e al ribasso, con primo ste a 9.260, verso ara 9.180 punti.

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