Oggi voglio mettervi al corrente di un'analisi che ho fatto con alcuni colleghi, è uno scorcio sul futuro dell'oro. Sono certo che vi interesserà e, siccome so che siete impazienti, ve la presento subito. Partiremo con le analisi sui dati della domanda e dell'offerta mondiale aggiornati, poi tireremo le nostre conclusioni. Come al solito sentitevi liberi di confrontarvi nei commenti.
Dati:
Domanda (dati aggiornati al secondo trimestre 2014)
La domanda globale di oro, è stata di 964 tonnellate nel secondo trimestre di quest’anno, in calo rispetto al record toccato nel secondo trimestre 2013.
Le banche centrali, per il 14° trimestre consecutivo, hanno continuato ad accumulare riserve d’oro acquisendone per 118 tonnellate in tre mesi, in crescita del 28% rispetto allo stesso trimestre del 2013.
La domanda del settore gioielleria si è indebolita, ma il trend rialzista in atto da cinque anni è rimasto pressochè intatto, con una domanda pari al 53% dell’intero mercato. La gioielleria resta il fattore trainante della domanda globale di oro.
La domanda globale di oro, nel 2013, è stata di 4.065,60 tonnellate.
Offerta (dati aggiornati al secondo trimestre 2014)
La Cina è la la più importante nazione estrattrice di metallo giallo con il 14% della produzione globale di oro.
Il Sud Est asiatico nel complesso produce il 21% di oro totale, seguito dall’America Latina (18%) e Nord America (15%).
Circa il 19% della produzione mondiale proviene dall’Africa, mentre il 5% proviene dalle nazioni dell’Asia Centrale e Orientale.
Il riutilizzo (riciclaggio) di oro proveniente da “rottami” è pari a un terzo della fornitura mondiale.
La produzione delle prime 6 nazioni è questa: Cina (420 tonn.), Australia (227 tonn.), USA (226 tonn.), Russia (220 tonn.), Perù (150 tonn.), Sud Africa (145 tonn.) e Canada (120 tonn.).
Queste 6 nazioni hanno estratto un ammontare netto di oro pari a 1.653,00 tonnellate; altre nazioni produttrici sono il Messico (100 tonn.), il Ghana (85 tonn.), il Brasile (75 tonn.), l’Indonesia (60 tonn.), e il Cile (55 tonn.).
Quindi, per riassumere, l’offerta mondiale oro proviene da tre fonti:
- dall’estrazione del settore minerario
- dal “riciclaggio” di rottami
- dalla vendita di riserve auree da parti delle Banche Centrali (sapete perché non ne ho parlato? Perchè dal 2000 le banche centrali sono acquirenti netti di oro).
Approfondimento sui trends dell’offerta mondiale di oro
Analizzare domanda e offerta spesso non basta, bisogna includere un'analisi dei trends del mercato.
Il settore aurifero riflette lo spostamento del baricentro geopolitico ed economico mondiale attualmente in atto, da Occidente verso Oriente (Asia Centrale e Sud Est Asiatico).
Mentre gli investitori Occidentali smantellano progressivamente i loro investimenti in oro fisico (con la vendita di imponenti quantitativi di metallo giallo tramite fondi ETF), gli investitori Asiatici continuano ad accumulare oro fisico a ritmi sorprendenti.
La Cina, per esempio, nel 2013 è divenuta la prima nazione (per importazione) di oro fisico, scavalcando l’India; la sua domanda interna del comparto gioielleria è in aumento del 30% rispetto al 2012.
Le scoperte di nuovi giacimenti dall’impatto estrattivo significativo sono in netto declino storico e la tendenza attuale va verso un’ulteriore accelerazione del fenomeno, con le industrie estrattive costrette a non investire a causa dell'assenza di guadagno.
Conclusioni
L’offerta mondiale di oro è destinata a “non tenere il passo con il lato della domanda” e una crisi tra il lato della domanda e dell’offerta si manifesterà in tutto il suo vigore nei prossimi anni.
Personalmente ritengo che gli attuali minimi ciclici dei prezzi dell’oro non saranno più riscontrati nei prossimi anni, o il mercato dell'oro morirà.
E noi tutti sappiamo che non può morire.
Un'ultima cosa: se vi state chiedendo perché vi sommergo di dati e di ragionamenti, vi cito Benjamin Disraeli:
“di regola, l’uomo che ha più successo nella vita è colui che possiede il maggior numero d’informazioni”.