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Dopo la correzione ci sono segnali Toro per i mercati

Pubblicato 07.10.2015, 14:09
Aggiornato 15.09.2023, 15:53

Dopo la correzione ci sono segnali Toro per i mercati. Sicuramente sono mesi di grande passione per i mercati finanziari, gli indici di quasi tutto il mondo sono scesi, alcuni non poco, altri hanno retto all'urto del ribasso di cui possiamo imputare la Cina, il dollaro, il petrolio, l'Ucraina e chi più ne ha più ne metta. Tanti segnali macroeconomici negativi e istituzioni che gridano tuttora al rallentamento globale economico. Nessuna apocalisse però, noi siamo sempre ottimisti per i prossimi anni, non crediamo che la Fed alzi i tassi ad Ottobre, non ci sono le condizioni, ma pensiamo comunque che per Dicembre, condizioni o no, debba farlo.

I macro economici americani, asiatici ed europei sono stati misti. Mentre l'America viaggia lenta ma continua la sua salita, la Cina ha preso un colpo durissimo dalla diminuzione della produzione industriale e del PIL, se possiamo dire che un PIL del 6.8 sia un problema. L'Europa invece ha visto dati contrastanti ma positivi tutto sommato, il che fa ben sperare per il prossimo futuro, anche breve.

Dati macroeconomici globali

Molti sono stati i macroeconomici presentati nelle ultime due settimane, i più importanti sicuramente sono stati la produzione industriale cinese, sempre al di sotto del 50, indice quindi di recessione economica, il tasso di disoccupazione americana, rimasto invariato al 5.1%, ricordiamo che la Yellen ha sempre detto che avrebbe alzato i tassi con una percentuale attorno al 4.6% e il PIL americano che, come mostrato qui sotto, ha battuto le stime degli analisti.

Da segnalare, anche se non come dato più importante ma comunque degno di nota, che la crescita dei salari orari è stata stagnante il mese scorso. I dati sono una lama a doppio taglio. Da un lato è allarmante vedere la crescita di posti di lavoro rallentare, dato che suggerirebbe una economia in fase di stallo. D'altro canto, dà alla Federal Reserve tempo, spazio e motivi per rinviare qualsiasi rialzo dei tassi.

Questa settimana appare decisamente più tranquilla, l'unico evento degno di nota è l'incontro del FOMC Giovedì durante il quale verrà rilasciato il verbale ormai noto a tutti. L'incontro non sarà incentrato sui tassi di interesse, quindi non crediamo possa essere destabilizzante per il mercato. Dobbiamo solo stare attenti alle parole, ormai diventate fondamentali, della Yellen. I suoi discorsi possono essere interpretati in vari modi, c'è chi inneggia alla apocalisse economica, chi invece vede una schiarita dopo il buio degli ultimi mesi.

La domanda è, perchè essere rialzisti ? Abbiamo guardato il nostro indice di riferimento, lo S&P500 dal punto di vista tecnico, e abbiamo riscontrato alcune indicazioni interessanti. Certamente possiamo dire che è prematuro parlare di fine correzione, siamo lontani dai massimi di qualche mese fa, ma qualcosa dal punto di vista dell'analisi tecnica si sta muovendo. I rally di questi giorni per esempio sono stati emblematici, soprattutto se pensiamo che sono arrivati subito dopo il rimbalzo sul supporto di 1880 punti. In passato non abbiamo visto rally simili interrompersi bruscamente, dobbiamo, per dovere di cronaca, segnalare che c'è una resistenza assai forte intorno all'area 2000 punti, non toccata dal 21 Agosto.

Dal grafico qui sopra possiamo notare che dalla prima settimana di Settembre il MACD ha segnato un periodo di rialzo di breve periodo ma molto intenso. Questo è un segnale leggermente rialzista, non ancora una conferma, ma un segnale importante. In ogni caso, gli indici di volatilità possono essere i fattori decisivi. Dopo il picco di Martedì e Mercoledì hanno rotto le loro medie mobili a 50 giorni. Questo potrebbe indicare un ulteriore segnale di rafforzamento nei confronti del mercato azionario.

In definitiva quindi potrebbe essere troppo presto per dire che un nuovo trend rialzista sia in corso. Nell'ultimo mese o giù di lì abbiamo dato un paio di sguardi all'indebolimento del dollaro americano e possiamo asserire con certezza che il dollaro forte ha causato dolore per le multinazionali negli ultimi due trimestri, mentre è causa di una bassa inflazione, noi pensiamo che questo indichi che un nuovo ciclo di un dollaro al ribasso sia vicino, così come potrebbe essere vicino un rialzo del mercato azionario.

Ultimi commenti

Poi, come si sa, un po' di maquillage ai conti in vista di fine anno....Un classico, come il Natale.
Dove si siano visti i segnali di un rialzo dell'economia americana riguarda proporzionalmente la quantita' di erba fumata
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