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EUR/USD in calo in scia alle previsioni d’inflazione negli USA

Pubblicato 27.02.2015, 15:39
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

Il rialzo inaspettato dell’inflazione di fondo negli USA ha generato un’impennata di acquisti di USD e una flessione dei rendimenti USA. L’IPC primario USA è diminuito dello 0,7% m/m, spinto da un calo pari al -9,7% dei prezzi dell’energia, ma l’inflazione di fondo è cresciuta dello 0,2% m/m. La natura passeggera del rilevamento riferito all’inflazione primaria indica che, entro la metà dell’anno, l’inflazione invertirà rotta e tenderà al rialzo. Anche l’ultimo rapporto sulle posizioni aperte ha fatto registrare il numero più elevato di offerte di lavoro in questo ciclo espansivo, quindi la robusta crescita dei posti di lavoro continuerà. Il restringimento del mercato del lavoro è destinato a esercitare pressioni sui costi del lavoro e sui prezzi. Ciò dovrebbe far invertire l’attuale flessione dell’inflazione, causata soprattutto dal repentino calo dei prezzi del petrolio, poiché le retribuzioni giocano un ruolo maggiore nell’esercitare questo tipo di pressione. L’indice ISM della prossima settimana dovrebbe mostrare che il calo marginale dell’attività industriale negli USA è stato passeggero. Continuiamo a ritenere che la Fed segnalerà al mercato un imminente rialzo del tasso ad aprile, e a giugno arriverà il primo intervento. Rimaniamo costruttivi sull’USD rispetto alle altre valute del G10; forse l’ostacolo principale alla forza sostenuta dell’USD potrebbe essere proprio la Fed. Adottando un approccio equilibrato rispetto all’annuncio delle tempistiche e al menzionare in modo selettivo l’USD, la presidente della Fed Yellen ha dimostrato di essere in grado di gestire i mercati forex. Dall’altra parte dell’Atlantico, nonostante il marginale ottimismo derivante dai segnali tedeschi sull’approvazione della proroga di quattro mesi per la Grecia, l’economia europea rimane fragile. L’euro più debole e il calo dei prezzi dell’energia aiuteranno sicuramente l’economia europea. Ciò nonostante, l’onere complessivo dei debiti continuerà a frenare la crescita. Di fronte al persistente problema della disoccupazione, alla minaccia slegata della deflazione, i governi non sembrano in grado di fornire soluzioni (preoccupati per i negoziati sugli aiuti alla Grecia e l’ascesa dei partiti di sinistra). L’attenzione rimarrà puntata sull’imminente programma di QE della BCE e sulla possibilità dell’espansione dell’intervento. La prossima settimana la BCE darà inizio al suo programma di acquisto di bond statali e sarà interessante capire chi venderà le obbligazioni alla BCE e l’effetto che ciò avrà sulle curve dei rendimenti.

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La sterlina dovrebbe essere tra le principali valute a beneficiare della debolezza dell’euro. Anche se la GBP si è indebolita contro l’USD, continua a rimanere solida nei confronti dell’euro. Rimaniamo ribassisti sull’EUR/GBP e prevediamo un test del supporto a 0,7255. In Europa dominano le preoccupazioni legate all’attuazione del nuovo accordo sugli aiuti alla Grecia e l’avvio del programma di QE della BCE da una parte, nel Regno Unito invece stanno aumentando le retribuzioni, segnale positivo per le previsioni di crescita, quindi l’EUR/GBP dovrebbe indebolirsi ulteriormente. Una violazione ribassista sotto quota 0,7255 mirerà a 0,7090, e poi a 0,6895.

chart

The Risk Today

Peter Rosenstreich

EURUSD L’EUR/USD ha infranto al ribasso a partire dalla fascia definita dal supporto a 1,1262 e dalla resistenza a 1,1450. Viene favorita un’ulteriore debolezza verso il supporto a 1,1098. Resistenze orarie possono essere trovate a 1,1279 (minimo 20/02/2015) e a 1,1389 (vedasi anche il canale discendente). In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, si prevede che la recente resistenza sia temporanea. Resistenze chiave si trovano a 1,1679 (massimo 21/01/2015) e a 1,1871 (massimo 12/01/2015). Supporti chiave si trovano a 1,1000 (supporto psicologico) e a 1,0765 (minimo 03/09/2003).

GBPUSD Ieri la coppia GBP/USD si è indebolita sensibilmente nei pressi della resistenza chiave a 1,5620. Una violazione incisiva del supporto orario a 1,5395 (minimo 26/02/2015, si veda anche la linea di tendenza ascendente) invalida la tendenza rialzista a breve termine. Un altro supporto orario è pari a 1,5317. A più lungo termine, la violazione della resistenza chiave a 1,5274 (massimo 06/01/2015) suggerisce un rinnovato interesse all'acquisto. Sono auspicabili potenziali al rialzo dati dalle resistenze a 1,5620 (massimo 31/12/2014) e a 1,5826 (massimo 27/11/2014). Un supporto robusto è pari a 1,4814.

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USDJPY Il 24 febbraio l’USD/JPY ha registrato un’inversione ribassista intragiornaliera, il che indica l'esaurimento dell'interesse di acquisto a breve termine. Tuttavia, la successione di minimi massimi permane finora intatta. Un supporto orario si trova a 118,63, mentre un supporto chiave si attesta a 118,18 (vedasi anche la linea di tendenza ascendente a lungo termine). Una resistenza oraria può essere trovata a 119,84. Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Sebbene sia probabilmente in corso un consolidamento a medio termine, non vi è alcun segnale che suggerisca la fine del trend rialzista di lungo termine. Si prevede un aumento graduale verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 115,57(minimo 16/12/2014).

USDCHF L’USD/CHF permane ben al di sotto della resistenza a 0,9554. Un supporto orario è dato dalla linea di tendenza ascendente (attorno a 0,9416). È necessaria una violazione del supporto a 0,9374 (minimo 20/02/2015) per invalidare l'attuale momentum rialzista. In seguito alla rimozione del floor EUR/CHF, si è formato un importante top a 1,0240. La violazione della resistenza implicata dal ritracciamento al 61,8% della vendita suggerisce uno spiccato interesse all'acquisto. Un'altra resistenza chiave si trova a 0,9554 (minimo 16/12/2014) e a 0,9831 (minimo 25/12/2014). Un supporto chiave si trova a 0,9170 (minimo 30/01/2015).

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