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Euro sui minimi dal 2003

Pubblicato 05.03.2015, 09:39
Aggiornato 11.09.2019, 13:55

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5 March 2015

Matteo Paganini, Chief Analyst DailyFX

Morning Adviser

Euro sui minimi dal 2003

Matteo Paganini, 5 marzo 2015

Movimenti da mercato valutario dei vecchi tempi ci viene da commentare in apertura di questa sessione, con euro e sterlina, contro dollaro, rinchiusi all’interno di un fazzoletto di pips per la nottata e con movimenti di rottura dei livelli (in questo caso i supporti, le situazioni tecniche, come visto ieri, sono ribassiste) già avvenuti questa mattina. Vendite di euro e sterlina, non acquisti di dollaro americano, fatto testimoniato dai movimenti di USDJPY e AUDUSD che si ritrovano ancora nei pressi delle congestioni tecniche analizzate ieri (e che non hanno fornito indicazioni operative), in attesa degli appuntamenti che vedono le due banche centrali impegnate nelle proprie decisioni di politica monetaria. Sul fronte sterlina, dopo le ultime minute all’interno delle quali Carney ed il suo committee hanno aperto esplicitamente la porta a possibili valutazioni di tagli di tassi futuri, delle aspettative si sono create tra gli investitori. Aspettative lievi, sia chiaro, ma pur sempre aspettative. Attese che possono trasformarsi in aumenti di volatilità direzionali, da valutare sia a rialzo che a ribasso, in base ai livelli tecnici. Dal punto di vista dell’interpretazione macroeconomica, potrebbe essere possibile ipotizzare dei tentativi di ripresa della sterlina, da considerare importanti soltanto in caso di mancato passaggio a ribasso di area 1.5150 (per conferma di inversione di trend occorrerebbe anche il compimento di nuovi massimi relativi), in quanto non si segnerebbero dei minimi decrescenti sulla ripartenza del movimento ribassista cui stiamo assistendo dopo la formazione della bandiera di continuazione studiata all’interno dei nostri Morning Meeting su un time frame daily. Ripresa potenzialmente legata al mancato taglio di tassi da parte dell’istituto inglese che, se dovesse avvenire dopo il superamento ribassista degli ultimi minimi, potrebbe considerarsi come una correzione all’interno del quadro comunque ribassista prevalente. Nel momento in cui invece dovessimo assistere ad un taglio di tassi (a nostro parere improbabile per la giornata di oggi) le reazioni potrebbero condurre il pound verso l’area di 1.5100, con scenari ribassisti di breve periodo da non escludere a priori anche in caso di un nulla di fatto da parte della BoE, questo il motivo per cui, oggi più convinti che mai, seguiremo il mercato soltanto in base ai livelli tecnici e non ai possibili scenari che potrebbero andare a realizzarsi in base all’una o all’altra scelta. Per quanto concerne invece la BCE, abbiamo già avuto modo di parlarne durante i giorni scorsi, con attese nulle da parte degli investitori che potrebbero decidere, anche in questo caso, di prendere profitto dopo i movimenti di discesa implementatisi di recente o di spingere ulteriormente a ribasso l’euro, movimenti prettamente tecnici ed indipendenti dalla parole di Draghi (a meno di evidenti sorprese, un market mover direzionale e di scenario potrebbe essere rappresentato da eventuali commenti sulla situazione greca).

EURUSD

Perfetto il comportamento dell’euro che, dopo la mancata conferma della divergenza rialzista studiata ieri ha rotto a ribasso l’area di 1.1140 (che se guardate un grafico ci dà conferma di essere stata una perfetta resistenza dopo la rottura ribassista iniziale) raggiungendo i primi target indicati in quelli che erano i minimi dell’anno, prima di estendere verso l’area di 1.1060 (punti che arrivano dal passato, minimi che non si vedevano dal lontano 2003), superata sui tentativi di estensione già visti in mattinata e sui quali non possiamo, chiaramente, fornire spunti operativi intelligenti. L’idea è ora quella di attendere eventuali ripartenze verso le prime aree di resistenza statiche e dinamiche, passanti tra 1.1065 e 1.1080, dove eventualmente ipotizzare degli acquisti di dollaro per ritorni verso 1.1050/1.1030 ed eventuali tentativi di estensione verso la figura, scenario da considerare in caso di mancato completamento di una potenziale divergenza rialzista oraria che, se dovesse formarsi, potrebbe accompagnare i prezzi verso i livelli di rottura studiati ieri, soltanto nel caso in cui le quotazioni dovessero superare area 1.1115 (con 1.1095 come livello da considerare potenzialmente per tentativi di ripresa dei prezzi, anche di fronte alla formazione di scenari ribassisti).

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EURUSD – grafico H1

USDJPY

La situazione studiata ieri sul cambio, che tecnicamente non lasciava intendere nessun livello operativo particolare, sta continuando a perpetuarsi per quanto riguarda il brevissimo periodo. Le resistenze viste ieri, poste tra 119.80 e 95 sono intervenute a freno delle quotazioni e questo conferma come i livelli possano comunque essere ritenuti interessanti da seguire in quanto, in caso di superamento di area 119.95 il mercato potrebbe tentare degli allunghi verso 120.10 e 120 ¼. Attenzione a eventuali avvicinamenti ad area 119.55, il raggiungimento di tale area con uno stocastico orario lontano dall’ipervenduto potrebbe risultare propedeutico a tentativi di estensione verso il più importante 119.45 che soltanto se superato di fronte a condizioni come quelle appena viste (aggiungiamo uno stocastico a 4 ore impostato a ribasso) potrebbe far considerare a nostro avviso dei tentativi di allunghi verso 119.00/10.

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USDJPY – grafico H1

GBPUSD

Definire perfetta la situazione tecnica studiata ieri sulla sterlina risulta, forse, riduttivo nei confronti dell’importanza che i livelli di prezzo ci hanno confermato. Se ricordate, abbiamo in qualche modo “congelato” l’idea di valutare delle vendite in limit all’interno dell’area che si distribuiva tra 1.5375 e 1.5390, a causa della lontananza dei prezzi di ieri mattina da tale area, vendite che avremmo comunque valutato in caso di raggiungimento dell’area che, dopo dei movimenti improvvisi di rialzo del pound durante le prime ore di contrattazione della sessione europea (sui quali non saremmo entrati comunque long a causa della mancanza di segnali tecnici secondo il nostro metodo di valutazione dei mercati) è effettivamente intervenuta riportando le quotazioni verso le zone di supporto studiate che, se raggiunte (parliamo di 1.5325), avrebbero potuto lasciare spazio ad allunghi ribassisti verso gli ultimi target posti a 1.5270 (operatività che avremmo valutato in breakout in caso di mancato raggiungimento delle resistenze). Oggi ci troviamo di fronte a prezzi che stanno cercando un ritorno verso le resistenza statiche e dinamiche di brevissimo periodo, proprio come l’euro. L’area che passa tra 1.5260 e 1.5270 (che dopo aver rappresentato l’ultimo target ora rappresenta come detto una resistenza) potrebbe intervenire a freno della correzione rialzista, per ritorni verso 1.5240, 1.52 ¼ ed eventualmente figura, scenario da considerare in caso di mancata conferma di una divergenza rialzista potenziale oraria che, nel momento in cui i prezzi dovessero superare area 1.5280 potrebbero tentare delle estensioni verso 1.5330 (con area 1.5295 come la più importante da considerare, secondo il nostro parere).

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GpbUsd – grafico H1

AUDUSD

Riportiamo esattamente le parole di ieri per il dollaro australiano, che si mantiene in estrema congestione, con le aree rappresentate da 0.7790 e 0.7840 da seguire per ragionare su potenziali rotture rialziste o ribassiste. Attenzione che i warning lanciati ieri sui bassi livelli dei percentili di volatilità (che quindi dovrebbero far escludere operatività su rotture pure dei livelli) si sono rivelati validi, per cui li riproponiamo anche oggi.

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AUDUSD – grafico H1

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