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FOMC e voto in Scozia influenzano gli scambi in EUR, CHF tranquillo

Pubblicato 15.09.2014, 14:05
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

Nel mondo si apre una settimana ricca di eventi. Il referendum sull’indipendenza scozzese (18 settembre) e le elezioni generali in Nuova Zelanda (20 settembre) saranno gli eventi politici chiave che terranno sotto pressione il complesso GBP e NZD. Altrove, l’attenzione è già puntata sulla decisione del FOMC del 17 settembre. Le liquidazioni di strategie di carry-trade sull’onda delle attese di una Fed falco garantiscono buone richieste di EUR, intanto l’EUR/CHF si sta avvicinando alla media mobile a 50 giorni in vista della riunione della BNS (18 settembre). Nonostante i timori di una BCE colomba, si prevede che la BNS manterrà invariata la sua politica, giacché le tensioni sul mercato rimangono sotto controllo.

La BNS dovrebbe tenersi stretto il jolly del tasso negativo

Il 18 settembre si svolgerà la riunione della BNS, che dovrebbe mantenere lo status quo. Ovviamente l’allentamento della BCE ha fatto ripartire le speculazioni su una potenziale controreazione della BNS, soprattutto perché il 4 settembre l’EUR/CHF si è avvicinato pericolosamente alla soglia dell’1,2000, all’annuncio della BCE sull’avvio di acquisti di debito privato attraverso i titoli ABS e i bond coperti per iniettare maggiore liquidità nell’Eurozona. Da allora, le tensioni sui mercati svizzeri sono rientrate rapidamente, a conferma che la credibilità connaturata della BNS rimane intatta.

A questo punto, la propensione per un intervento della BNS è piuttosto limitata e la BNS è ben consapevole di questo sentiment fragile. La politica della BNS si sta già avvicinando al limite inferiore, con l’obiettivo del Libor a 3 mesi fra lo 0,00 e lo 0,25%, l’introduzione di interessi negativi sui depositi a vista vincolerebbe ancor di più la BNS. Ovviamente il paese è strettamente legato alle decisioni della BCE, perché i membri dell’Eurozona rappresentano più del 50% degli scambi totali svizzeri e un franco troppo forte è dannoso per la bilancia commerciale svizzera. Tuttavia, riteniamo che la BNS rimarrà defilata prima di intervenire sui tassi, visto che il suo margine di manovra è limitato e la BCE non ha giocato ancora tutte le sue carte. Nei prossimi mesi potrebbe esserci una nuova ondata di stimoli dalla BCE, i funzionari della banca centrale europea non escludono la possibilità di un potenziale allentamento quantitativo (QE) per far in modo che l’area dei 18 paesi non finisca nella spirale della deflazione. La BNS dovrebbe tenersi buona la carta del tasso negativo. Si dice che la BNS prima procederebbe a un intervento sul forex, piuttosto che agire sui tassi. Una cosa è certa, la retorica intorno alla soglia dell’EUR/CHF rimarrà solida; la BNS molto probabilmente ribadirà il suo impegno a mantenere la soglia dell’EUR/CHF a 1,2000.

Le liquidazioni di carry-trade sostengono l’EUR

Alla luce degli interessi negativi della BCE, l’EUR è stata una valuta di finanziamento interessante per le strategie di carry trade, ma le vendite della scorsa settimana, sull’onda delle aspettative di una Fed falco, hanno fornito un buon supporto al complesso EUR. L’EUR probabilmente otterrà ancora qualche aiuto dai riposizionamenti di chi opera utilizzando le strategie di carry-trade, che preferirà restare defilato per evitare il rischio costituito dal FOMC prima della decisione (attesa per il 17 settembre). Sebbene i mercati attendano una Fed falco, il rischio di una delusione fa sì che l’EUR/USD sia ambivalente. Lo studio della Fed di San Francisco della scorsa settimana (secondo cui gli investitori scommettono su un periodo di tassi bassi per un periodo più lungo di quanto previsto dalla stessa Fed) non ha cambiato le nostre previsioni sulla politica nel medio termine. Continuiamo a credere che la Fed procederà con il primo rialzo del tasso non prima del secondo trimestre del 2015. Questa stima è in linea con la lettura della curva dei tassi forward OIS per l’USD. Quindi, il rischio insito nell’attuale riscaldamento del clima di mercato è una brusca rettifica delle posizioni in USD e dei rendimenti USA. Crediamo che la Fed manterrà toni equilibrati alla riunione di questa settimana e probabilmente non annuncerà modifiche significative alla forward guidance; molto probabilmente ripeterà che la fiacchezza del mercato del lavoro e delle retribuzioni non ha ancora raggiunto i livelli prefissati. Se andrà davvero così, l’USD dovrebbe cedere parte dei guadagni recenti. Il referendum scozzese (18 settembre) conferisce però una terza dimensione a questo scenario. Gli operatori sappiano che i timori sul voto scozzese pesano sulla GBP e tendono a favorire l’USD piuttosto che l’EUR (perché una potenziale indipendenza della Scozia potrebbe innescare una discussione sul futuro del Regno Unito nell’Unione Europa, e ciò sarebbe decisamente negativo per l’EUR). Ciò significa che anche una delusione dalla Fed potrebbe far indietreggiare i tori dell’EUR rispetto alle altre valute del G10. In un’ottica di lungo termine, secondo noi le correzioni al rialzo dell’EUR/USD dovrebbero rimanere limitate (prevediamo massimi in calo), vista la divergenza reale fra le prospettive di politica di BCE e Fed. Nel lungo termine manteniamo la nostra impostazione ribassista per l’EUR/USD, anche se rimaniamo prudenti per far fronte alle volatilità di breve termine.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD tenta la ripresa dal declino di ipervenduto. Tuttavia, finora la resistenza oraria a 1,2988 (massimo 05/09/2014) ha tenuto. Una violazione del supporto orario a 1,2860 segnalerebbe la ripresa del trend al ribasso sottostante. Un'altra resistenza oraria può essere trovata a 1,3110 (minimo 02/09/2014). A più lungo termine, l’EUR/USD è in una successione di massimi e minimi inferiori da maggio 2014. La violazione del supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013) spiana la strada a un declino verso la forte zona di supporto compresa fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012). Una resistenza chiave staziona a 1,3221 (massimo 28/08/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD registra rimbalzi. Una resistenza oraria può essere trovata a 1,6340 (massimo 05/09/2014), mentre una resistenza chiave si trova a 1,6497 (massimo 03/09/2014). Una violazione del supporto orario a 1,6186 (minimo 11/09/2014) segnalerebbe un indebolimento del momentum rialzista a breve termine. Un altro supporto si trova a 1,6052. A più lungo termine, i prezzi sono crollati dopo aver raggiunto massimi di 4 anni. La violazione del supporto chiave a 1,6220 conferma le pressioni di vendita persistenti e apre la strada a un ulteriore declino verso il forte supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013). Una resistenza chiave è attualmente pari a 1,6644.

USD/JPY L’USD/JPY prosegue nella fase di forte aumento, malgrado le robuste condizioni di ipercomprato a breve termine. La struttura tecnica permane positiva finché reggerà il supporto a 106,04. Un supporto orario può essere individuato a 106,64. Viene favorita un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). La violazione rialzista esterna alla fase di consolidamento tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 103,02 favorisce una ripresa del trend rialzista di fondo. Viene favorito un test della forte resistenza a 110,66 (massimo 15/08/2008).

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USD/CHF L’USD/CHF perde vigore nei pressi della resistenza a 0,9404 (61,8% di ritracciamento). Tuttavia, il supporto orario a 0,9315 (minimo 09/09/2014) è lontano. Un altro supporto orariosi ubica a 0,9287 (minimo 05/09/2014). Una resistenza chiave si attesta a 0,9456. In un’ottica di più lungo termine la struttura tecnica prevede la fine della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. La violazione della forte resistenza a 0,9250 (massimo 07/11/2013) spiana la strada a un movimento verso la prossima solida resistenza a 0,9456 (massimo 06/09/2013). Supporti possono essere trovati a 0,9176 (minimo 03/09/2014) e 0,9104 (minimo 22/08/2014).

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