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FTSE MIB adesso o mai più

Pubblicato 06.03.2015, 12:40
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Tra gli indici azionari con la migliore performance da inizio anno c’è anche il FTSE MIB.Al prezzo di 21634 dell’indice, la performance finora realizzata nel 2015 corrisponde ad un 13,69%.
In assenza di eventi traumatici (esempio l’uscita dall’euro della Grecia), riteniamo che le prospettive del nostro indice per diversi motivi siano ancora positive.
Anzi, considerando la negativa performance dell’indice degli ultimi venti anni (in parte coerente con l’andamento del PIL e del debito pubblico), riteniamo che ci siano tutte le condizioni per recuperare una parte della sottoperformance realizzata con la maggiore parte degli altri indici azionari.


Fonte Bloomberg. Performance relativa Indice FTSE MIB e DAX dal 1998 a oggi

Citiamo alcune considerazioni di carattere generale:
1) Nonostante il rischio di uscita della Grecia dall’euro, il QE della BCE sembrerebbe per il momento avere messo in sicurezza l’area
2) L’indebolimento dell’euro favorisce i paesi esportatori. Tra questi l’Italia
3) Il basso prezzo del petrolio aumenta di fatto il reddito disponibile delle famiglie (risparmi su benzina, elettricità e riscaldamento) e delle imprese (illuminazione e costi energetici per la produzione)
4) Il livello raggiunto dai tassi di interesse potrebbe contribuire a stimolare la ripresa economica

Citiamo anche alcune considerazioni a livello di singolo paese e di FTSE MIB:
1) Il costo delle nuove emissioni obbligazionarie è in termini di interessi il più basso della storia. Il perdurare di questo livello dei tassi potrebbe rapidamente ridurre il deficit statale
2) Le società quotate stanno cominciando ad accelerare il processo di rifinanziamento del debito, con benefici anche molto rilevanti sul conto economico
3) Il nuovo governo sta cercando di implementare alcune riforme strutturali
4) La riforma dell’IRAP porterà beneficio alle aziende, soprattutto a quelle di grandi dimensioni in termini di dipendenti
5) Il Jobs Act potrebbe stimolare la ripresa delle assunzioni e creare un clima di maggiore fiducia tra i consumatori
6) Le aziende italiane dopo il deprezzamento dell’euro sono più appetibili per compratori dell’area dollaro/sterlina/franco svizzero
7) Il FTSE MIB è uno degli indici con il più alto dividendo medio
8) La Bad Bank potrebbe definitivamente rilanciare il credito

Riepilogando, ci sembra che il FTSE MIB penalizzato negli ultimi anni da una costantedecrescita del PIL, da un’azione politica confusa e frammentata e da un debito pubblico in aumento, sia in prossimità di un vero e proprio punto di svolta.
Da un lato perché c’è un governo che apparentemente è supportato da numeri solidi, dall’altro perché la sua azione riformista sembrerebbe già in grado di dare i primi frutti (Irap, Jobs Act…).
A questo si unisce un contesto contraddistinto da tassi di interesse molto bassi (positivo per lo stato, le famiglie e le imprese), costi energetici e della benzina su minimi pluriennali, una valuta debole che aiuta gli esportatori.
Più specifico per le aziende quotate, le stime degli analisti non incorporano ancora del tutto un calo degli oneri finanziari, costi di produzione più bassi, sgravi fiscali per i nuovi assunti, minori oneri per l’Irap. Per gli esportatori ci sarà il beneficio dell’utile su cambi al momento della traduzione in euro di alcune valute estere.
Infine, grande importanza potrebbe avere il contesto positivo per alcuni settori, come nel caso delle utilities dopo la dichiarazione di incostituzionalità della Robin Hood Tax e il possibile processo di aggregazioni dopo la riforma delle banche popolari.
Ultimo ma non meno importante la Bad Bank, che alleggerendo i risk weighted assets delle banche, dovrebbe facilitare una maggiore concessione di credito ad aziende e famiglie.
Tutte queste variabili, potrebbero riportare sul nostro mercato gli investitori esteri, il vero motore di una possibile sovra-performance rispetto agli altri indici azionari.


Fonte Thomson Reuters. Grafico mensile del FTSE MIB a 20 anni

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