Le recenti sanzioni occidentali a discapito della Russia (a causa dell’annessione della Crimea e delle tensioni geopolitiche russo-ucraine) hanno provocato il rafforzamento dell'asse commerciale-geostrategico tra Russia e Cina.
I rapporti tra Russia e Cina non sono mai stati facili, nè a livello diplomatico nè a livello commerciale.
Sembra però che le sanzioni alla Russia abbiano smosso e riavvicinato le due grandi aree macroeconomiche.
I nostri media mainstrem non si sono soffermati a lungo su quest’avvenimento i cui riflessi geopolitici e finanziari, invece, sono realmente rilevanti sul medio-lungo termine.
Andiamo con ordine: la Cina vede con favore l’alleanza economica con la Russia perchè famelica delle sue materie prime.
La Russia possiede tutte le materie prime che la Cina brama per il suo sviluppo industriale e militare: cromo, nichel, alluminio, zirconio, vanadio, cobalto, rame, manganese, niobio e titanio.
La Russia è il terzo produttore di oro al mondo e la Cina nei prossimi anni, visto l’esaurimento delle proprie riserve interne, sarà costretta a importarlo.
Dalla Russia la Cina importerà anche argento, platino e palladio e vede con favore lo sfruttamento energetico delle terre poste nella Siberia del Nord, presso il Circolo Polare Artico, ricche di petrolio e gas.
I dirigenti cinesi comprendono lo stato di estremo bisogno in cui versa la Russia in questo momento. La Cina ha le casse strapiene di dollari ed è felice di poter contrattare e commerciare con la Russia in questo frangente storico.
La Russia, per converso, ha bisogno della Cina per l’export dei suoi prodotti e materie prime.
Finora abbiamo parlato di economia e geopolitica. Vediamo il settore finanziario.
Prima dell’accordo commerciale, gli scambi commerciali tra Cina e Russia erano regolati per il 75% tramite il dollaro americano.
Ora le cose stanno per cambiare.
Proprio settimana scorsa, le due banche centrali dei due colossi hanno sottoscritto un contratto (per 150 miliardi di yuan) per lo scambio reciproco di valute (yuan e rublo) al fine di agevolare le contrattazioni commerciali tra i due paesi ed evitare l’uso del dollaro americano.
I volumi di scambio tra Cina e Russia raggiungeranno il prossimo anno i 100 miliardi di dollari. Nel 2020 il volume di scambio è previsto raggiungere i 200 miliardi di dollari annui.
Questo è un chiaro segnale inviato agli USA: il biglietto verde sarà detronizzato in quanto sempre meno utilizzato all’interno delle transazioni commerciali tra le due grandi macroaree.
Dobbiamo tenere presente che per sette delle economie più dinamiche dell’Asia, lo yuan cinese funge già da valuta di riserva.
Ma a settembre di quest’anno, anche il Blocco Occidentale si è mosso in favore dello Yuan: il Governo britannico intende emettere un “bond” (obbligazione) in yuan cinesi, con il ricavato del quale detenere yuan sotto forma di valuta di riserva.
Questo è un altro chiaro segnale agli USA: anche parte del Blocco Occidentale (nientepopodimeno che la piazza finanziaria di Londra), riconosce lo Yuan valuta globale e non si farà trovare impreparato durante la fase di transizione tra Dollaro e Yuan.
Questa notizia fa parte di uno stesso “puzzle” che ci sta dicendo che il dollaro americano viaggia inesorabilmente verso la sua detronizzazione globale. L’intero ordine valutario mondiale sta per modificarsi e una nuova era finanziaria ed economica si affaccia nel panorama globale.
Lo Yuan cinese – nell’attuale versione o in una prossima nuova versione – sarà uno dei protagonisti di questa nuova era. Il Dollaro no.