Nelle ultime settimane, i funzionari della Fed hanno continuato a ripetere che l’economia USA si stava stabilizzando e che diventava più probabile un restringimento della politica monetaria.
Purtroppo per i membri più aggressivi della Fed, l’ultima serie di dati economici non ha fornito un quadro più ottimista della maggiore economia mondiale.
Dopo una breve pausa nei mesi estivi (soprattutto luglio e agosto), i dati economici hanno iniziato a sorprendere di nuovo al ribasso.
Cosa ancor più interessante, il mercato del lavoro, al centro del ritornello sulla ripresa economica tanto caro alla Fed, invia segnali contrastanti; il mercato occupazionale sembra attraversare una fase di stabilizzazione e non di espansione.
Nel mese di agosto, l’economia USA ha creato 151 mila posti di lavoro privati, deludendo le 180 mila unità previste e rimanendo molto al di sotto delle 275 mila unità registrate a luglio.
Ancor più preoccupante è che la tendenza negativa sembra aver subito un’accelerazione negli ultimi dodici mesi.
Nell’ultimo anno, gli incrementi mensili medi sono scesi a 204 mila unità, negli ultimi sei mesi, questo valore è calato a 175 mila, rispetto alle 238 mila e alle 211 mila unità di un anno fa. Quest’inversione di tendenza indica chiaramente che i giorni migliori sono ormai alle nostre spalle.
Analogamente, dopo un secondo trimestre solido, l’industria manifatturiera ha subito nuove pressioni ad agosto, con l’ISM manifatturiero che si è attestato sotto la soglia dei 50 punti, a 49,4, in calo rispetto ai 52,6 punti di luglio (e ai 52 punti delle previsioni medie). Il PMI manifatturiero di Markit è rimasto stabile a 52,0 punti (rispetto ai 52,1 del mese precedente).
Già prima della pubblicazione dei dati economici deludenti la settimana scorsa, noi avevamo escluso un rialzo del tasso a settembre.
Evidentemente ora è del tutto escluso.
Un rialzo a dicembre rimane però un’opzione, ma sarà necessario un miglioramento dei dati o la Fed non interverrà.
Dopo aver esteso i guadagni sull’onda del rapporto sul lavoro di venerdì, lunedì il biglietto verde è stato di nuovo oggetto di pressioni, con i mercati USA chiusi per la festività del Labour Day.