Scivolano ancora i mercati azionari mondiali in settimana. Draghi aveva provato a tappare la falla impegnando la BCE ad un Quantitative Easing se necessario più intenso (negli acquisti e nei tempi), ma poi hanno prevalso le preoccupazioni sulla debolezza Cina e sull’atteso rialzo tassi USA.
Sempre più probabile che stiamo assistendo ad un processo di inversione dei mercati che ci impegnerà nei prossimi mesi. Attenzione che i lunghi trend rialzisti sono sempre piuttosto ostici a mollare, ed in questo processo di inversione non sono neanche da escludersi dei “falsi massimi”, soprattutto per USA, Giappone ed Europa.
Europa che rimane il punto interrogativo più grande: il mix di fattori favorevole ad una ripresa permane, ma i principali indicatori non mostrano ancora grandi segnali positivi. E la stessa BCE ha limato al ribasso le stime di crescita del PIL Europa 2015/2018.
Tatticamente sempre possibili operazioni al rialzo per trading dai supporti più rilevanti (e siamo ora di nuovo vicini), ma sarà anche bene cominciare a tentare qualche short “di posizione” dalle resistenze più importanti.
USA: ancora nuovi occupati in crescita nel mese (sebbene sotto le attese) e tasso di disoccupazione che scende al 5,1% nuovo minimo a livelli pre-crisi. Che il rialzo dei tassi sia a settembre o dicembre non conta poi molto, i mercati hanno già cominciato a scontarlo. Indice S&P 500 che scivola di nuovo verso i supporti di lungo periodo, quel 1822 dei minimi di ottobre 2014. Non cambia il quadro tecnico, non ancora compromesso ma che sta lanciando un primo forte segnale di allarme
Europa: bene anche in Europa la disoccupazione che scende al 10,9%, meno bene gli indici PMI sotto le attese e gli ordinativi all’industria in Germania, addirittura negativi sul mese di -1,4%. Si continua a galleggiare con dati misti, e certo i timori globali non danno una mano. Dax che chiude sopra i supporti di 9.800, non fornendo al momento nuove indicazioni.
Più complicata la situazione generale dell’indice UK, che dopo aver fatto un minimo sotto al precedente di ottobre 2014, preannuncia futura debolezza. Ma non è certo detto che si prosegua subito al ribasso, come dimostra l’esperienza del 2007, quando ad analoga rottura seguì un nuovo massimo che diede inizio alla vera discesa del mercato. Non sempre la storia si ripete, ma spesso si. Nel caso attuale, data la profondità della caduta, poco probabile che anche in caso di rimbalzi si vada oltre i 6700 punti
Italia: disoccupazione di Luglio a 12%, in discesa da 12,5% del mese precedente. Un segnale positivo, ma non ancora un trend.
Deboli ancora i consumi, con vendite al dettaglio in discesa dello 0,3%. Anche per l’indice italiano non varia il quadro grafico, con primi supporti a 21.000 e trend line rialzista ancora piuttosto distante, in area 19.600. Prima resistenza rilevante in area 23.000
Asia: indice PMI cinese ancora sotto i 50 punti, a conferma dei dubbi che circolano sui dati di crescita previsti dal governo. La borsa di Shangai chiusa giovedì e venerdì ha probabilmente limitato le perdite a “solo” -2,2% settimanale. Guardando invece all’indice del Giappone, siamo tornati di nuovo in zona supporti (fascia 16,600/17,300), da dove è plausibile una qualche reazione. Rimane uno dei pochi indici fuori dall’Europa ancora con bilancio positivo nel 2015 (+1,96%)
India tra i più penalizzati in settimana, con un deciso -4,5%. Ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di testa e spalle ribassista prospettata qualche settimana fa, che ha un target teorico in area 22.500/23.000, a meno di slanci oltre 28.600, ora poco probabili.
Latin America: neanche il Brasile ce la fa a confermare la buona reazione della scorsa settimana (da nuovi minimi a 5 anni), cedendo alla fine un -1,4%. Per ora possiamo dire che un ampio movimento laterale tra 45.000 e 56.000 ha preso il posto del ribasso in atto dal 2010, ma la situazione rimane debole. Tuttavia da registrare un accenno di forza relativa rispetto a molti emergenti, da tenere a mente nelle fasi rialziste di breve.
Metalli: chiusure moderatamente negative per tutti, compresi i metalli industriali che stabilizzano dopo la buona settimana precedente. Comparto preziosi ancora debole, con l’argento che tenta faticosamente di difendere i nuovi minimi della scorsa settimana. Siamo sempre a -71% dal massimo storico di aprile 2011 (50 usd), ma anche vero che nel 2008 quotava 8,5 (ora 14,5)... Insomma per il momento nessun nuovo segnale, prevale la forza al ribasso.
Agricoli Grains: ancora una settimana debole per Frumento, Mais e Soia, con -3,3% per i primi due. Frumento di nuovo al test dei recenti minimi di area 468, una eventuale rottura porterebbe probabilmente nel tempo al test del rilevante livello successivo, il supportone di lungo periodo di area 415. Sembra vicino, ma in realtà sono circa 11 punti percentuali di teorico ulteriore ribasso. Al rialzo, prima resistenza a 511.
Agricoli Coloniali: prosegue il rimbalzo dello Zucchero (+2,7%), uno dei pochi asset in rialzo settimanale. Negato invece il possibile segnale rialzista del Caffè, che va a fare marginali nuovi minimi. Situazione peggiorata dal nuovo forte indebolimento del Real brasiliano, a nuovi minimi storici contro dollaro.
Energia: apertura dell’Opec a discutere della produzione petrolifera con i paesi non Opec (USA in primis), ma nessuna mossa unilaterale prevista. Per il Petrolio sempre molta volatilità, con i prezzi che “sentono” il livello di resistenza di area 50, da dove indietreggiano per chiudere a 46 circa, comunque in piccolo rialzo settimanale (+1,8%). Ora meglio definiti i livelli di breve per trading (supporti e resistenze disegnati sul grafico), il trend di lungo periodo, sintetizzato dalla media mobile a 50 periodi (la curva nera), rimane per ora stabilmente orientata al ribasso.
Eur-Usd: dopo la fiammata al rialzo della scorsa settimana si rientra nei ranghi della attuale fase laterale di medio periodo, in attesa presumibilmente delle decisioni della FED, che potrebbero portare i prezzi ad interessare valori in prossimità dei livelli più rilevanti, cioè le resistenze di area 1,2 al rialzo, ed i supporti di area 1.05/1,03 al ribasso. Chiusura settimanale ad 1,115, proprio a metà strada del range.
Riccardo Zarfati
onehourtrading.info@gmail.com