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Panoramica mercati - settimana 9 maggio

Pubblicato 09.05.2016, 08:43
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Una settimana decisamente negativa sui mercati. Non tanto per l’estensione dei ribassi (nella norma settimanale, tranne rare eccezioni), quanto per le motivazioni sottostanti. Ora che le banche centrali hanno praticamente esaurito le loro armi, è chiaro che dati macro deboli non sono più perdonati dagli investitori.

Dopo Il PIL USA decisamente sotto le attese la scorsa settimana, abbiamo avuto indici PMI manifatturieri sostanzialmente deboli per molti grandi paesi (USA, Cina, Francia, Germania). Non buoni neanche i dati sull’occupazione Usa, che continua a creare posti di lavoro, ma ad un ritmo decisamente rallentato rispetto al recente passato. E tornano a rafforzarsi i timori di rallentamento.

Lo scenario di completamento della gamba rialzista di medio periodo prospettato recentemente non è ancora completamente naufragato, ma diventa oggettivamente più dubbio. L’ipervenduto di breve qualche rialzo lo produrrà nelle prossime giornate, ma al momento manca un catalizzatore che possa far tornare duratura fiducia sui mercati. Quindi cautela in una fase importante dal punto di vista grafico, provando a seguire i prezzi senza idee preconcette.


Usa: i segnali di rallentamento dell’economia in questo primo trimestre 2016 continuano ad arrivare. Sotto il numero delle nuove buste paga non agricole che mostra ancora positività, ma in brusca decelerazione e con valori ben sotto le attese:


Anche l’indice ISM manifatturiero sotto le attese a 50,8 dal 51,8 del mese precedente. Gli indici hanno sostanzialmente tenuto in settimana, con chiusura negativa ma senza rilevanti cali. Per lo S&P500 il possibile scenario di nuovi massimi è ancora attivo, con prezzi vicini ai livelli di supporto (tra 2000 e 2026) del movimento rialzista partito dai minimi di febbraio

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Europa: più decisi i ribassi per gli indici europei, mediamente del -3% con la unica eccezione della Grecia (+3,8%). Il Dax è un ottimo esempio della situazione generale dei mercati, indecisi se trovare una base più solida più in basso da cui ripartire (da 8500/8600, nel caso specifico) oppure se andare da subito a minacciare le resistenze di 10.500-10600, dove ora passa la trend-line che mantiene ancora attivo il trend ribassista di fondo che parte dai massimi 2015. Area 9500 il livello importante da monitorare.

Situazione grafica non dissimile per l’indice francese Cac40, con il paese che ha visto l’ultima lettura del PMI manifatturiero a 48, sotto la precedente lettura e ben sotto i 50 punti.

Italia: sembrava aver preso un buon abbrivio l’indice italiano e le sue banche, la settimana rimette un po’ le cose (negativamente) in ordine, con un calo tra i più accentuati a livello mondiale. Il livello di 17.800 indicato la scorsa settimana ha tenuto in chiusura, lasciando le possibilità di recupero ancora attive, ma probabile che i 17.500 debbano essere ritestati prima di eventualmente ripartire. Come già in passato (Dic. 2014, Dic. 2015), il livello di 17.500 rimane uno spartiacque importante per questo indice.


Asia: mentre la Cina rimane poco mossa da qualche settimana, spiccano in negativo i cali del Giappone (-3,4%) e soprattutto della Turchia (-8,2%), guidata soprattutto dal valutario. Dopo aver rotto al rialzo resistenze importanti, torna bruscamente al ribasso ed ora già in area di potenziali supporti. Un indice piuttosto nervoso.

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Segnali di stanchezza anche tra gli asiatici minori, che fino ad ora avevano mostrato una decisa forza relativa. Qui la Malesia, che rompe al ribasso la trendline rialzista dai minimi di agosto 2015, lanciando un primo segnale di allarme sulla sostenibilità di ulteriori importanti rafforzamenti, almeno nel breve.

Metalli: i segnali di rallentamento visti sui dati manifatturieri mondiali non aiutano i metalli industriali, in deciso calo. Il Rame non ce la fa a superare il precedente massimo relativo e torna bruscamente indietro, formando una nuova resistenza. Ora prezzi sul primo supporto, eventualmente quota 200 supporto principale per nuovi tentativi di recupero


Agricoli: fa nuovi massimi di periodo lo Zucchero e si avvicina ad un possibile target di breve (area 17 $), per poi ritracciare con decisione. La candela settimanale che si viene a formare non promette nulla di buono nel breve, ma rimane una delle poche materie prime con una chiara inversione rialzista di medio periodo, quindi da valutare con interesse sui ritracciamenti corposi.

Non si può dire lo stesso per il Caffè, che rimane intrappolato da settimane vicino ai minimi pluriennali. Ma in questo caso forma una candela settimanale di recupero che potrebbe regalare qualche ulteriore spunto rialzista

Petrolio: rimane ancora costruttiva la situazione del Petrolio. Se da un lato le scorte non diminuiscono, dall’altro sta continuando a scendere la produzione USA, mantenendo per ora le cose in equilibrio:


Prezzi quindi in stabilizzazione in settimana: rimane attivo un possibile target in area 50, resistenza principale di medio periodo. 40$ rimane il primo supporto da monitorare in caso di ritracciamenti.

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EUR-USD: i dati sotto le attese di venerdì sulla occupazione USA non indeboliscono più di tanto dollaro, come era lecito attendersi. La settimana termina con poche variazioni rispetto alla chiusura precedente, ma dopo una escursione ad 1,16, con tentativo per ora non riuscito di andare a rompere le resistenze. Si forma una candela di possibile indietreggiamento, che rende possibile qualche ulteriore acquisto di dollari nel breve. Ma il movimento rimane rialzista, con supporti ora alzabili poco sotto 1,12


Riccardo Zarfati
onehourtrading.it

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