La positiva conclusione dell’accordo sull’estensione degli aiuti alla Grecia, ora ratificato anche dal parlamento tedesco, fa chiudere febbraio in bellezza agli indici europei.
Dax naturalmente a nuovi massimi storici come lo S&P500, che mostra tuttavia minore vitalità in questa fase.
Siamo entrati in fase euforica di breve sui mercati europei, con oscillatori che cominciano ad essere tirati anche sul settimanale. Euforia che è sempre potenzialmente pericolosa, ma l’imminente inizio del QE e lo sviluppo quasi verticale del rialzo fanno presagire ulteriori apprezzamenti nel futuro, magari dopo aver scaricato qualche eccesso nelle prossime settimane.
USA: chiusura leggermente negativa per S&P500 (-0,3%) dopo aver raggiunto il nuovo livello record di 2118. Nasdaq anche piatto (+0,15%) ma con la chiusura mensile più alta della sua storia, superiore ai valori record della bolla internet del 2000. Non ancora massimi assoluti, che distano poco più di 5% da questi livelli. PIL ultimo trimestre 2014 rivisto leggermente al ribasso (da 2,6% a 2,2%).
Con l’imminente rialzo dei tassi (giugno o settembre che sia) ed i profitti aziendali futuri che saranno verosimilmente in difficoltà da valuta, difficile pensare ad ulteriori forti apprezzamenti per questi indici. Bene sottolineare che siamo in condizioni decisamente diverse dalla bolla del 2000 (ora multipli alti ma non irragionevoli – Google P/E a 26, Apple a 17 per fare un esempio). Lo scenario al momento più probabile per il proseguo dell’anno è una sostanziale lateralità, magari da sfruttare per trading di medio una volta chiari i limiti. Sotto il grafico mensile del Nasdaq 100
Europa: tutti positivi con variazioni nell’ordine del 3% (tranne UK +0,5%) e nessun segnale di interruzione. Il DAX chiude ad 11.400, raggiungendo (e superando) il target grafico di 11.200 che era stato prospettato guardando allo sviluppo delle due gambe rialziste dai minimi di ottobre. Se il clima idilliaco europeo persiste non sono attesi crolli improvvisi, scenario più probabile 3-4 settimane di stabilizzazione. Finché non si scende in chiusura settimanale sotto 11.000 non vi sono avvisaglie di pericolo, eventuale supporto di medio ora localizzabile a 10.400/10.500
Interessante anche la chiusura mensile dell’Eurostoxx, ormai ad un passo da resistenze di lungo periodo. In caso di rottura si aprirebbero spazi decisamente interessanti
Italia: chiusura sopra i 22.300 (+2,2%)e precedente massimo relativo di giugno 2014 ormai in vista. In settimana si è visto un piccolo rialzo dell’inflazione mensile di febbraio (+0,3% rispetto a+0,1% previsto). Positiva anche la stima Istat sul PIL del primo trimestre 2015, visto leggermente positivo. Siamo naturalmente in zona resistenze (22.500/22.600), che verranno con ogni probabilità quantomeno testate. Situazione favorevole, area 21.000/21.200 un buon livello per provare ad entrare/incrementare in caso di ritracciamenti (dove peraltro vi è un gap sul giornaliero lasciato aperto)
Asia: situazione meno omogenea con Nikkei a nuovi record di periodo (+2,5%) e ripresa del rialzo di Shangai (+1,9%) dopo la lunga pausa e grazie a PMI che risale sopra i 50 punti. Stabile l’India e moderatamente negativi Turchia (-1,6%) e Russia (-1,5%). Rimane interessante il grafico della Turchia, nonostante nel breve sia uno dei pochi paesi relativamente deboli. Trend che nelle ultime settimane si è rafforzato al rialzo, ed è ora in prossimità di importanti supporti di breve (82800) e di medio (80.000). Da monitorare, potrebbe beneficiare di un miglioramento dell’economia europea, da cui dipende fortemente. Poche variazioni per gli asiatici periferici, tutte con marginali incrementi con l’eccezione della Tailandia (-1%)
Latin America: la corsa al rialzo mondiale (e la stabilizzazione di molte materie prime) allentano ulteriormente le pressioni al ribasso sul Brasile (+0,7%). Ancora bene il Messico (+1,5%), che torna a metà strada tra minimi di periodo e massimi storici. Bovespa chiude a 51583, sulle resistenze di medio periodo e senza per il momento interrompere il trend ribassista dai massimi relativi di settembre. Quadro generale ora decisamente neutrale, positivo per ora che ci si tenga lontano dal supporto di 45.000.
Metalli: tentano un rimbalzo i principali metalli. Rame in prima fila (+4,5%) e tutti gli altri con incrementi positivi attorno all’1%. Prezzi del rame che si allontanano con decisione dai supporti evidenziati e sono ora in prossimità di un primo livello di resistenza. Nessun trend rialzista in essere naturalmente, ma a mio avviso il Rame è un buon candidato per chi opera in accumulazione di lungo periodo con piccole quantità.
Agricoli Grains: moderata positività per Frumento (+1,1%) e Soia (+3%), stabile il Corn (-0,5%) che sembra dare comunque segnali di rialzo nel breve (vedi video Heikin Hashi). Rialzo che si concretizza sul finire di settimana, con evidenza di condizioni climatiche estreme (gelate in USA, siccità altrove) che potrebbero penalizzare i raccolti. Sotto il grafico del Frumento, che tenta una reazione dopo essersi riavvicinato pericolosamente ai minimi di periodo. Nuova direzionalità rialzista sopra 542, supporti sui precedenti minimi (460)
Agricoli coloniali: nuovo affondo del Caffè (-8%), ora a nuovi minimi a 12 mesi, nonostante ulteriori previsioni ottimistiche di banche d’affari. Giù anche lo Zucchero (-4,3%), con stime di stock in forte aumento ed in rapido avvicinamento ai minimi del 2010, potenziale area di supporto. Moderatamente positivi Cacao (+1,2%) e Cotone (+0,4%), che dopo aver rotto al rialzo la diagonale ha raggiunto un primo livello di resistenza, ritracciando poi leggermente. Abbiamo per il momento preso profitto da quei livelli, ma lo strumento rimane potenzialmente interessante per le prossime settimane
Energia: ancora negativo il Petrolio (-2%) che prosegue a fiammate giornaliere senza chiara direzionalità. Si concretizza invece un ulteriore forte ribasso per il Natural Gas (-8%). Le gelate Usa non sono state sufficienti per la tenuta dei prezzi, penalizzati da dati negativi sulle scorte. In caso di rottura dei recenti minimi, successivo livello di controllo a 2200
Eur-USD: alla vigilia dell’avvio del QE da parte della BCE, nuova spallata al ribasso per l’Euro, con la coppia avviata quantomeno al nuovo test dei precedenti minimi. Sostanzialmente immutato il quadro generale, con resistenze di medio periodo abbassabili in area 1,17
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