Il profilo tipico del trader che frequenta il forex è quello di uno speculatore di breve termine che opera sul mercato in ottica temporale giornaliera o comunque di pochi giorni. La compravendita di valute, però, può anche essere un’attività di investimento di medio e lungo periodo, soprattutto come strumento di copertura rischio cambio o di diversificazione di portafoglio. In questo caso, la price action e l’analisi tecnica sono utilizzate a conferma dei setup di natura fondamentale che guidano l’investitore nel processo decisionale di posizionamento a mercato.
Avevo recentemente segnalato la situazione sul cambio EURUSD mettendo in evidenza il fatto che il prezzo stava approcciando ad importanti confluenze tra livelli statici e dinamici di fondamentale importanza per la tenuta del trend ribassista in essere.
Un deciso breakout di tali livelli è avvenuto e questo evento inizia a spostare le probabilità a favore di un pattern di inversione materializzatosi nel corso del 2015 sul doppio minimo a quota 1,05 circa.
Evidentemente, la conferma definitiva di tale pattern non può che avvenire con il prezzo oltre i massimi di agosto 2015.
Ciò che è fondamentale comprendere, però, è la dinamica del mercato monetario e obbligazionario (europeo e statunitense) sottostante a questa violazione di livelli di prezzo sull’eurodollaro.
Il differenziale della struttura a termine dei rendimenti dell’area Euro rispetto a quella del Dollaro americano, spesso riflette in modo preciso le aspettative degli operatori economici e finanziari circa l’andamento dell’economia e della politica monetaria sulle due sponde dell’atlantico.
Nel corso del 2015, proprio in concomitanza con una fase di lateralizzazione di EURUSD, lo spread ha invertito e si è mosso a favore dell’euro rispetto al dollaro.
E’ in questo contesto che deve essere analizzata la recente price action in quanto questo dato di natura fondamentale esprime sia il grado di maturazione delle aspettative circa un rallentamento dell’economia americana rispetto ad attese stabili per quella europea sia, soprattutto, un atteggiamento accomodante da parte della Federal Reserve circa la conduzione di una politica monetaria restrittiva inferiore alle attese pregresse.
Tutti fattori fondamentali che giocano a favore di un sentiment di mercato positivo per l’euro e negativo per il dollaro americano, che si riflettono sull’andamento del prezzo del cambio. Interessante notare come le aspettative sul mercato monetario ed obbligazionario generalmente tendono ad essere incorporate nel prezzo in anticipo rispetto alle dinamiche visibili sul mercato forex.