Domani sarà pubblicato il PMI di Markit di agosto per il Regno Unito; il dato dovrebbe superare la cifra di luglio. L’indicatore dovrebbe comunque rimanere sotto la soglia dei 50 punti per il secondo mese consecutivo. Pur facendo stare tutti sulle spine dal voto sulla Brexit, nelle ultime settimane i dati britannici hanno stupito e non mostrano segnali di un rallentamento dell’attività.
A nostro avviso, i timori legati alla Brexit erano e rimangono esagerati. L’adesione del Regno Unito all’EUR era già, prima del voto, soggetta a molte condizioni che non cambiano drasticamente il futuro dell’isola. Secondo noi, la BoE probabilmente non interverrà alla riunione di settembre, che si terrà una settimana prima della riunione della Fed. Nel secondo trimestre il PIL del Regno Unito è cresciuto dello 0,6% e la banca centrale aspetterà verosimilmente nuovi dati prima di un nuovo allentamento. Il cable può salire ulteriormente e la sterlina non dovrebbe scendere sotto il livello a 1,30 dollari. Il voto sulla Brexit è stato positivo nell’aiutare la BoE a far indebolire la valuta. I banchieri hanno così guadagnato un po’ di tempo per tarare ulteriormente la loro strategia.
Sul piano politico, Theresa May compirebbe una mossa decisamente sbagliata se innescasse timori che non vi sarà una Brexit, perché mantenere una valuta debole è nell’interesse del paese. Ecco perché il primo ministro britannico continua a ribadire che bisognerà rispettare l’esito del voto sulla Brexit. Noi rimaniamo comunque scettici e ci crederemo solo quando verrà attivato l’articolo 50.