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Rallenta l’inflazione in Giappone, prevalgono i rischi per l’EUR

Pubblicato 27.03.2015, 12:16
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

L’inflazione giapponese è risultata debole come da attese. L’IPC al netto di prodotti alimentari freschi (l’indice monitorato dalla BoJ) ha subito un rallentamento superiore alle previsioni, attestandosi al 2,0% su base annua a febbraio (rispetto al 2,1% previsto e al 2,2% precedente). Le spese delle famiglie sono diminuite per l’undicesimo mese consecutivo dall’introduzione, nell’aprile del 2014, dell’aumento dell’IVA. L’USD/JPY ha tenuto bene sopra 119,00 a Tokyo, le azioni del Nikkei hanno ceduto lo 0,95%. La fine del mese, del trimestre e dell’anno fiscale dovrebbe assicurare la domanda di yen ed evitare che la divisa nipponica si svaluti significativamente prima di aprile. Prima di 120 abbondano le offerte per l’USD/JPY. Sul lato discendente, la nuvola giornaliera di Ichimoku (118,20/75) dovrebbe fornire supporto. A sorpresa, l’EUR/JPY ha ceduto i guadagni, aprendo sotto la linea di conversione di Ichimoku sull’onda del sentiment negativo per l’EUR. Rimaniamo defilati, viste le incertezze intorno all’EUR.

Ieri l’EUR/USD non è riuscito a superare la resistenza sopra 1,1043. Dopo aver raggiunto quota 1,1052, la coppia è stata rapidamente venduta, stabilizzandosi intorno a 1,0850/1,0900. Permane una solida resistenza a 1,1000/43, sopra questo livello le scommesse per le opzioni diventano positive perché si spera in un rally di sollievo dopo il potenziale raggiungimento di un accordo sul salvataggio fra la Grecia e l’UE. La Grecia sta davvero per finire i soldi e sta tentando di arrivare a un accordo con i creditori per evitare il default. Le incertezze incombenti oggi fanno scemare il sentiment per l’EUR. L’EUR/GBP è balzato sotto la resistenza a 0,73622/935 (media mobile a 50 giorni / 38,2% di Fibonacci sulle vendite da dicembre 2014 a marzo 2015). Le barriere per le opzioni in scadenza oggi si susseguono sotto 0,7350.

I numerosi tentativi falliti di superare la resistenza a 1,50 hanno fatto scendere il cable nella fascia compresa fra 1,4813 e 1,4867 in Asia. L’ultimo sondaggio YouGov/Sun mostra i conservatori in vantaggio al 36% e i laburisti al 34%. La BoE si ritira nelle retrovie per evitare qualsiasi coinvolgimento nelle questioni politiche. Il nervosismo preelettorale ancora al ribasso il complesso GBP e dovrebbe spingere la coppia GBP/USD verso 1,4635 (minimo 18 marzo) e anche più in basso.

Ieri il rally dell’oro è stato frenato da 1.220 USD (50% di Fibonacci sulla correzione al ribasso da gennaio a marzo) perché le notizie sulle tensioni fra Arabia Saudita e Yemen hanno avuto un riscontro limitato. Gli indicatori di trend e momentum puntano al rialzo, lasciando presagire un nuovo tentativo verso i massimi di ieri. Il greggio WTI si è riportato a 50 USD. La normalizzazione dei prezzi dell’oro e del petrolio è dovuta sicuramente al basso rischio di contagio, anche se i rischi non sono del tutto scomparsi.

Come previsto, la SARB ha mantenuto invariato al 5,75% il tasso d’interesse; l’USD/ZAR ha invertito i guadagni, riportandosi sopra quota 12,00. Sebbene il miglioramento dell’inflazione venga frenato dal consistente deprezzamento dello ZAR, non prevediamo un impatto immediato sulla politica futura della SARB. La Fed prudente permette per fortuna alla SARB di guadagnare un po’ di tempo prima di procedere al rialzo dei tassi. Il rallentamento della produzione manifatturiera e mineraria in Sudafrica, cui si aggiunge la disciplina fiscale più severa, giustifica prospettive stabili per il tasso prima del primo intervento della Fed e anche successivamente. Tuttavia, con una Fed più accomodante, la zona di fornitura a 12,50+ diventerà la prossima sfida.

Oggi gli operatori monitoreranno i seguenti dati: indice dei prezzi all’importazione m/m e a/a di febbraio in Germania; indice nazionale prezzi delle abitazioni m/m e a/a di marzo nel Regno Unito; vendite al dettaglio m/m e a/a di febbraio in Svezia; crescita dell’indicatore sul credito a/a e vendite al dettaglio inclusi i carburanti m/m di febbraio, tasso di disoccupazione di marzo in Norvegia; ordini e vendite industriali m/m e a/a di gennaio in Italia; PIL (terza lettura) annualizzato quarto trimestre, consumi personali, indice PIL/prezzi e PCE di fondo t/t, dato definitivo su sentiment, situazione attuale e previsioni di marzo dell’Università del Michigan, inflazione fra 1, 5 e 10 anni negli USA.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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