La Banca Centrale Europea ha finalmente deciso di ridurre, da aprile, il ritmo degli acquisti, portandoli a 60 miliardi di euro, e di acquistare bond con tassi inferiori al tasso minimo sui depositi, pari al -0,4%.
Questo esito era fondamentale perché la carenza di titoli sta rendendo sempre più difficile l’attuazione del programma di QE.
Dopo la decisione sui tassi e la conferenza stampa della BCE, il franco svizzero è tornato ad apprezzarsi e ora la coppia si è riportata a 1,08.
È in pieno svolgimento la guerra della svalutazione; a nostro avviso, le pressioni al rialzo sulla divisa elvetica diventano sempre più difficili da sostenere.
Nell’ultimo mese, sulla scia dell’elezione dell’attuale presidente designato Trump, sono aumentati bruscamente i depositi a vista totali, indizio di un intervento consistente della BNS.
La pubblicazione dei depositi a vista di lunedì dovrebbe confermare questa ipotesi.
Giovedì prossimo si terrà anche la riunione della BNS; non si possono escludere tassi d’interesse ancor più negativi, come accennato da Andrea Maechler qualche settimana fa: “La politica monetaria accomodante non ha raggiunto il limite della sua efficacia. […].
Riteniamo che i benefici dei tassi d’interesse negativi superino ancora i costi”.