La decisione a sorpresa dal premier greco di anticipare le elezioni del presidente della Repubblica, ha spiazzato completamente il mercato obbligazionario greco, i cui rendimenti sono vorticosamente risaliti fino a raggiungere la doppia cifra, come si vede nel grafico che sotto abbiamo allegato.
Fonte: Bloomberg. Rendimento dei titoli greci 3, 5 e 10 anni
Dal 17 al 29 dicembre si svolgeranno infatti i tre turni elettivi in cui il parlamento esprimerà il proprio voto sul candidato Stavros Dimas, proposto dal partito di Nuova Democrazia attualmente al governo con il partito del Pasok. A fronte della maggioranza di 200 voti richiesti nelle prime due tornate ( attese per il 17 dicembre e in seguito per il 23 dicembre) ridotti poi a 180 nella terza votazione del 29 dicembre, al momento gli ultimi conteggi depongono in favore di una incapacità di raggiungere i numeri richiesti, con il rischiodunque molto concreto che si debbano sciogliere le camere e andare a nuove elezioni politiche già a fine gennaio.
I sondaggi elettorali danno vincente il partito di Syriza, capitanato da Alexis Ttsipras, che ha fatto della rinegoziazione degli accordi con la Ue e della richiesta di una ristrutturazione del debito greco la bandiera della propria campagna elettorale.
A questo punto è dunque chiaro che i mercati obbligazionari, preda dell’incertezza sul futuro politico della Grecia, hanno venduto a piene mani i bond ellenici di tutte le scadenze, in particolar modo gli ultimi emessi solo pochi mesi fa con scadenza triennale equinquennale.
Lo scenario a nostro avviso più probabile avalla l’ipotesi che entro dicembre il parlamento greco effettivamente non riuscirà ad esprimere una fumata bianca con il risultato che seguiranno elezioni politiche il mese successivo. E’ molto probabile quindi che nelle settimane a venire i titoli greci possano essere sottoposti ad una continua turbolenza con ampie oscillazioni dei prezzi che probabilmente culmineranno tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo. Anche nell’ipotesi , da noi ritenuta più probabile, che il paese si avvii ad elezioni anticipate e che vinca il partito di Syriza, ci sembra comunque ragionevole supporre che difficilmente questi nuovi titoli possano essere sottoposti a ristrutturazione, soprattutto per la loro scarsa incidenza sul debito greco complessivo, superiore ai 300 miliardi composto per oltre i due terzi da debiti verso le pubbliche istituzioni ( UE, FMI, BCE). Se il partito di Syriza si farà portatore di una richiesta di riduzione del debito, lo farà probabilmente per la parte per cui la Grecia è debitrice verso gli organismi internazionali, piuttosto che verso il settore privato già pesantemente colpito solo 3 anni fa da un haircut pari al 70% dei propri crediti.
In sostanza dunque seguire nelle prossime settimane l’andamento dei rendimenti dei bond greci a 3 e a 5 anni potrebbe essere interessante nell’ipotesi di valutarne un possibile investimento in un’ottica certamente di rischio molto elevato e quindi molto limitata nel peso del proprio portafoglio complessivo, ma con ragionevoli motivazioni che la volatilità possa successivamente rientrare e trasformarsi in una interessante opportunità.