Ho scritto questo testo qualche giorno prima che oro e petrolio toccassero i nuovi minimi. Ritengo che il trend che sto per descrivere sia in atto già da almeno un paio di mesi.
Sono in atto grandi cambiamenti nei piani delle banche centrali, cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi?
Vi illustro la mia opinione.
I “mercati” finanziari globali stanno anticipando un prossimo collasso deflazionistico, caratterizzato da un acutizzarsi della stagnazione economica mondiale. Forse potremo rivivere un crollo in stile 2008, quando fallì la Lehman Brothers.
Siccome non è mia intenzione spargere dell’allarmismo o peggio – “vendere paura” – documenterò la mia tesi con qualche dato.
Vediamo perchè i mercati stanno, di fatto, anticipando un collasso deflazionistico globale:
- le principali materie prime sono nel pieno di una forte pressione ribassista;
- il dollaro americano è ai massimi da 6 mesi a questa parte;
- il titolo trentennale del Tesoro USA è vicino a un rendimento pari al 3%, ai minimi da un anno e mezzo.
Dicono che un'immagine valga più di mille parole, ebbene, io ve ne presento 9. Giudicate voi, sono abbastanza inequivocabili:
1. Rally del Dollar Index (segnale deflazionistico):
2. Rally del T-Bond trentennale USA (segnale deflazionistico):
3. Trend in discesa per gli indici azionari americani S & P 500 e Russell 2000 (segnale di contrazione economica):
4. Petrolio greggio in calo (segnale deflazionistico):
5. Oro, Argento, Platino e Rame in calo (segnale deflazionistico di portata globale):
Tutti i grafici confermano che l’economia planetaria è sull’orlo di una depressione deflazionistica (stagnazione economica).
Vi pongo una domanda: un’economia mondiale fondata sul DEBITO può reggere l’impatto di una crisi iper-deflazionista?
NO, nel modo piu’ assoluto, perchè in una deflazione diminuisce il valore di TUTTO (dai redditi al prodotto interno lordo, dai prezzi alla velocità di circolazione del denaro), ma una cosa non diminuisce di valore: IL DEBITO.
L’indebitamento globale è passato dal 160% del PIL mondiale registrato nel 2001 al 200% durante l’apice della crisi mondiale nel 2009. Nel 2013 era pari al 215% del PIL mondiale.
Con la fine delle politiche monetarie non convenzionali promosse dalla FED, l’economia globale comincerà a collassare sotto il peso del suo enorme debito ed entrerà in una fase di stagnazione e deflazione senza precedenti storici, vista l’entità globale del debito.
Il nemico numero uno delle banche centrali si chiama DEFLAZIONE.
E l’economia mondiale è avviata proprio verso uno scenario deflazionistico che potrebbe comportare anche i defaults di Stati sovrani in quanto in uno scenario di stagnazione-deflazione i debiti pubblici rimangono “fissi” ma i redditi dei cittadini si contraggono diminuendo drasticamente le entrate fiscali.
Ritengo che i “mercati” stiano anticipando questo scenario.
Ritengo anche che, entro fine anno, la FED, sarà costretta a rilanciare un altro possente round di espansione monetaria al fine di non fare crollare quel castello di carta che è l’economia mondiale, fondato su un debito più grande del PIL globale di oltre due volte.