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USD/JPY ai minimi da 16 mesi, valute legate a materie prime sotto stress

Pubblicato 12.02.2016, 14:10
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Lo yen giapponese si rafforza al venir meno della fiducia nella BoJ (di Arnaud Masset)

Come avviene di consueto in fasi di grande incertezza e crescenti timori di recessione, gli investitori si stanno buttando a capofitto negli asset ritenuti sicuri, come lo yen giapponese, i titoli sovrani e il franco svizzero, liquidando asset più rischiosi come le azioni e le valute dei mercati emergenti.

Purtroppo per la Banca del Giappone (BoJ), questo stato di cose è tutt’altro che opportuno, perché va contro ciò che la banca centrale cerca di ottenere da quando, nel 2014, ha deciso di intervenire con il programma di allentamento quantitativo e qualitativo (QQE).

Dall’inizio del 2016, lo yen giapponese ha guadagnato quasi l’8% contro l’USD. Oltre ad essere dovuta al suo status di valuta rifugio, l’ascesa dello yen è dovuta soprattutto al calo della fiducia del mercato nella capacità della BoJ di far indebolire lo yen, ma anche all’opinione che la Fed non riuscirà a portare avanti il ciclo di rialzo dei tassi a causa del peggioramento delle prospettive di crescita globali; Janet Yellen ha accennato al fatto che la bufera sul mercato potrebbe portare a un ulteriore rinvio del ciclo di rialzo dei tassi.

Vale comunque la pena osservare che la BoJ ha una parte di responsabilità nel rafforzamento dello yen.

Alla fine di gennaio, la Banca del Giappone ha votato a favore dell’introduzione della politica dei tassi d’interesse negativi (NIRP), nella speranza che ciò avrebbe mantenuto lo yen a livelli bassi, addirittura aumentando la pressione sulla divisa nipponica.

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Inizialmente il mercato ha reagito di conseguenza, spingendo l’USD/JPY a 121, in rialzo del 2,5%. Tuttavia, quando i partecipanti al mercato hanno capito che il tasso d’interesse pari al -0,1% sarebbe stato applicato a una parte ridicola dei saldi delle partite correnti totali (i saldi in eccesso), e che sulle altre due componenti principali (il saldo di base e il saldo aggiuntivo macro) non vengono applicati i tassi negativi (rispettivamente pari al +0,1% e allo 0,0%), si sono buttati sullo yen ancora più di prima.

I nuovi dati economici in uscita la prossima settimana in Giappone forniranno maggiore chiarezza sulla salute dell’economia.

Per il momento, l’USD/JPY si è stabilizzato fra 112 e 112,59.

Crediamo che vi sia ancora un certo potenziale al ribasso per la coppia; gli operatori, però, stanno ancora cercando di capire cosa sia successo ieri, quando l’USD/JPY si è impennato di due figure in meno di cinque minuti, e molto probabilmente rimarranno defilati prima del fine-settimana.

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