ROMA (Reuters) - L'inversione del ciclo negativo per il settore bancario darà i primi segnali già nel 2016, con il calo dello stock dei crediti deteriorati, mentre il rapporto tra sofferenze e crediti totali invertirà dal 2017 il trend negativo per la prima volta dal 2008.
Lo prevede il rapporto Abi/Afo che stima le tendenze 2015-2017 dell'economia italiana e ha un focus specifico sull'andamento della qualità del credito delle banche.
Le previsioni sono elaborate da Abi assieme con gli uffici studi delle principali banche italiane.
A giugno del 2015 lo stock dei crediti deteriorati delle banche italiane era pari a 337 miliardi di euro, 10,8% in più di un anno prima e il 17,5% dei crediti totali concessi ai clienti.
Già dal primo semestre del 2015, dice il rapporto, c'è stata tuttavia evidenza di un inversione del trend, con il tasso di decadimento dei nuovi crediti deteriorati in rapporto ai crediti in bonis al 3,8%, minimo dal terzo trimestre del 2008.
Poi "nel 2017 il rapporto sofferenze/impieghi dovrebbe diminuire per la prima volta dal 2008, riportando la qualità dell'attivo sui livelli del 2014", dice l'analisi che stima un calo delle sofferenze lorde del 3,2% in un contesto di ritrovata crescita (il Pil è previsto crescere dell'1,5% nel 2016 e dell'1,6% nel 2017).
Nel 2016 le sofferenze lorde sono viste ancora in crescita del 2,7%, ma in rallentamento sul 2015 stimato a + 10,6% e sul 2014 (+17,8%).
Gli impieghi complessivi al settore privato e Pubblica ammnistrazione sono visti crescere del 2% nel 2016 e del 3,1% nel 2017.
Abi sottolinea però che l'incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti a clientela dovrebbe incominciare a ridursi già a partire dal prossimo anno, per riportarsi alla fine del 2020 su valori sicuramente gestibili e simili a quelli sperimentati nelle prime fasi della crisi finanziaria.
"Il tasso di decadimento valutato come rapporto tra numero dei contratti che entrano in difficoltà e numero complessivo dei contratti in essere dovrebbe incominciare a flettere significativamente a partire dal 2016, raggiungendo nel 2017 un livello pari all'1,1%, valore coerente con i livelli medi pre-crisi", spiega il rapporto.
"Particolarmente accentuata dovrebbe risultare la riduzione di rischiosità per i crediti alle imprese".
Per accelerare il ritorno alla normalità del settore, il rapporto auspica "iniziative di carattere straordinario (leggi Asset Management Company) in grado di accorciare i tempi del rientro".
(Stefano Bernabei)
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