ROMA (Reuters) - I sindacati dei bancari minacciano di salire sulle barricate in caso di ulteriori tagli al personale per far recuperare redditività al settore, come chiesto stamani dal governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.
Lando Maria Sileoni, Segretario Generale Fabi, ha ricordato che negli ultimi anni sono usciti su base volontaria, attraverso i prepensionamenti, 48.000 lavoratori bancari.
"Se qualcuno ha in mente, compresi i gestori del Fondo Atlante, di iniziare la stagione dei licenziamenti, troverà pane per i suoi denti. Al primo licenziamento bloccheremo il settore, come già fatto per rinnovare il nostro Contratto Nazionale".
Sulla stessa linea il segretario generale Uilca Massimo Masi. "Questa caccia selvaggia alla riduzione del costo del lavoro è diventato un refrain troppo spesso usato come alibi dai nostri banchieri", ha detto Masi.
ADEGUARE MODELLO
Visco ha detto che le banche devono recuperare redditività, ma i bassi margini di interesse, la necessità di avere meno leva finanziaria e minori ricavi per servizi resi più economici da nuova tecnologia e concorrenza, rendono la strada del contenimenti dei costi l'unica davvero percorribile.
"Il modello di attività, basato su una diffusa presenza territoriale, va ancora adeguato, proseguendo nella riduzione degli sportelli, il cui numero è sceso lo scorso anno a circa 30.000, l'11% in meno rispetto al 2008", dice il governatore.
Poi Visco sottolinea che per le banche in difficoltà "saranno indispensabili azioni ancora più determinate e tempestive di contenimento dei costi. Le ripercussioni sui dipendenti coinvolti potranno essere attenuate anche grazie al recente ampliamento della possibilità di accedere alle prestazioni del fondo di solidarietà di settore".
Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil, chiede di non cambiare linea nella gestione dei problemi occupazionali del settore dei prossimi anni. "Ci ha permesso di gestire in modo unitario e condiviso tra le parti circa 50 mila esuberi dall'inizio della crisi. Mi sarei atteso dal governatore sia un apprezzamento su come le parti sociali hanno gestito questa fase e sia il rilancio di un'azione di responsabilità verso gli ex manager che hanno portato al fallimento prima le quattro banche e poi determinato le difficoltà delle due banche venete".
Tra i dossier caldi dei prossimi mesi che sta già preoccupando i sindacati, c'è anche la cessione delle quattro banche temporaneamente messe in sicurezza con la risoluzione dello scorso 22 novembre.
Ci sono circa 5.800 dipendenti nei quattro istituti, Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e il presidente Roberto Nicastro ha tempo fino a fine settembre per trovare compratori.
Finora la maggior parte delle offerte non vincolanti è venuta da private equity e questo preoccupa i sindacati che non vedono sufficienti garanzie a tutela degli attuali occupati.
Secondo una fonte sindacale, le sigle che rappresentano i lavoratori di queste quattro banche incontreranno Nicastro il prossimo 9 giugno.
Il segretario generale dell'Ugl, Francesco Paolo Capone definisce "sbrigativa" la soluzione indicata da Visco per gli istituti in difficoltà.
(Stefano Bernabei)