Investing.com - I futures del greggio sono scesi lo scorso venerdì abbandonando i livelli massimi dallo scorso novembre, dopo la notizia di un aumento della produzione mensile dell’OPEC che ha alimentato i timori sui livelli delle scorte globali.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, i futures Brent con consegna a giugno venerdì hanno segnato un picco intraday a 48,29 dollari al barile, il massimo dal 9 novembre; successivamente hanno chiuso a 47,37 dollari, in calo di 40 centesimi o dello 0,84%.
Secondo un sondaggio Reuters dello scorso venerdì, la produzione dell’OPEC è salita ai massimi storici, per via di un aumento della produzione in Iran e in Iraq, che ha fatto passare in secondo piano il problema degli scioperi in Kuwait.
Secondo il sondaggio, la produzione dell’OPEC ad aprile è salita a 32,64 milioni di barili al giorno, dai 32,47 milioni di barili al giorno del mese prima, alimentando i timori legati all’aumento delle scorte globali.
Nonostante il modesto calo segnato venerdì, sulla settimana i futures Brent di Londra sono aumentati di 3 dollari, o del 6,69%, segnando il quarto aumento settimanale consecutivo. Su base mensile i prezzi sono schizzati del 21,5%.
I futures del greggio Brent sono aumentati del 45% rispetto ai minimi di metà febbraio sotto i 30 dollari al barile, nonostante il fallimento del summit di Doha mirato a trovare un accordo tra i produttori OPEC e non OPEC sul congelamento della produzione. Il 2 giugno l’OPEC si incontrerà a Vienna per discutere nuovamente dell’iniziativa.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno è sceso di 11 centesimi o lo 0,24%, chiudendo la settimana a 45.92 dollari al barile. I prezzi hanno toccato 46,78 dollari, un livello che non si registrava dal 4 novembre.
Sulla settimana i futures di New York sono aumentati di 2,17 dollari, o del 5,01%, segnando il quarto aumento settimanale consecutivo. Su base mensile i prezzi sono schizzati si quasi il 20%.
I futures Nymex sono aumentati del 50% dopo aver toccato il minimo di 13 anni di 26,05 l’11 febbraio, per via di un calo della produzione del petrolio di scisto. Il report di Baker Hughes sul numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti ha mostrato un calo di 11 unità la scorsa settimana, a 332. Lo scorso anno gli impianti di estrazione operativi negli USA erano 679.
Tuttavia, secondo gli analisti le condizioni del mercato restano deboli per via dei livelli eccessivi di scorte.
Dal report è emerso inoltre che le scorte di greggio USA sono aumentate di 2 milioni di barili al giorno la scorsa settimana, più delle aspettative, registrando un aumento per la terza settimana consecutiva.
Lo spread tra i contratti e West Texas Intermediate era a 1,45, contro il gap di 1,74 segnato alla chiusura di giovedì.
Nella prossima settimana gli investitori attenderanno i dati dell’American Petroleum Institute sulle scorte che saranno rilasciati martedì, mentre per mercoledì è atteso il report del governo sulle scorte del greggio negli USA.
In vista dell’imminente inizio di settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Lunedì 2 maggio
Negli USA l’Institute of Supply Management rilascerà un report sull’attività del settore manifatturiero.
Martedì 3 maggio
La Cina rilascerà l’indice Caixin sull’attività del settore manifatturiero.
L’American Petroleum Institute rilascerà i dati settimanali sulle scorte USA.
Mercoledì 4 maggio
Gli USA rilasceranno i dati ADP sull’occupazione non agricola nonché i dati dell’ISM sul settore non manifatturiero, mentre l’Energy Information Administration rilascerà i dati sulle scorte di greggio.
Giovedì 5 maggio
Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 6 maggio
Gli USA chiuderanno la settimana con i dati sull’occupazione non agricola, mentre Baker Hughes rilascerà i dati sul numero degli impianti.