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Futures Oro/Argento/Rame - previsione settimanale: 26 - 30 settembre

Pubblicato 25.09.2016, 12:40
Aggiornato 25.09.2016, 12:40
© Reuters.  L’oro chiude in calo ma segna il maggiore aumento settimanale da luglio grazie alla Fed

Investing.com - L’oro è sceso lo scorso venerdì, ma ha segnato il maggiore aumento settimanale di quasi due mesi dopo che la Federal Reserve ha deciso di non aumentare i tassi di interesse e di rivedere il numero dei futuri aumenti dei tassi.

Il metallo prezioso risente dell’andamento dei tassi USA. Un aumento graduale dei tassi di interesse avrebbe ripercussioni minori sul prezzo dell’oro rispetto ad una serie di aumenti. Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre ha chiuso venerdì in calo di 3 dollaro o dello 0,22%, a 1.341,70 dollari l’oncia troy, alla chiusura degli scambi. Giovedì i prezzi sono saliti a 1.347,80, il massimo dal 7 settembre.

Sulla settimana il metallo prezioso ha chiuso in salita del 2,34%, o di 31,50 dollari, segnando la migliore performance dalla settimana terminata il 29 luglio.

La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi in conclusione al vertice di politica monetaria di mercoledì, ma ha lasciato intendere che potrebbe inasprire la politica monetaria prima della fine dell’anno se il mercato del lavoro dovesse continuare a migliorare.

Inoltre, ha rivisto al ribasso le previsioni per i futuri aumenti dei tassi per quest’anno, prevedendo un solo aumento anziché due, ed ha rilasciato previsioni meno aggressive sui futuri aumenti dei tassi nel 2017 e 2018.

I prossimi vertici Fed sono previsti a inizio novembre e metà dicembre. Secondo gli economisti l’aumento dei tassi sarà evitato per via della vicinanza delle elezioni presidenziali negli USA.

Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, esiste una possibilità del 13% di un aumento dei tassi in occasione del vertice del novembre. Le probabilità di un aumento a dicembre sono pari a circa il 55%.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, ha chiuso la settimana a 95,40, non lontano dal massimo di due settimane di 94,94 toccato il giorno precedente.

L’indice è sceso dello 0,75% sulla settimana, con i mercati che restano scettici sulla possibilità di futuri inasprimenti della politica monetaria negli USA.

Un dollaro debole di solito favorisce l’oro, poiché ne aumenta l’appeal come investimento alternativo e rende le materie prime valutate in dollari più economiche per i titolari di altre valute.

Intanto, sul Comex, i futures dell’argento con consegna a dicembre sono scesi di 28,9 centesimi o dell’1,44% lo scorso venerdì a 19,81 dollari l’oncia troy. Il contratto è salito a 20,14 dollari lo scorso giovedì, un livello che non si registrava dal 7 settembre. Sulla settimana l’argento è salito di 96,5 centesimi, o del 5,03%.

I futures del rame con consegna a dicembre sono scesi di 0,6 centesimi, o dello 0,3%, a 2,201 dollari la libbra, dopo aver toccato il massimo giornaliero di 2,206, il massimo dal 2 agosto.

Sulla settimana i prezzi del rame hanno visto un aumento di 5,5 centesimi, o dell’1,91%, il terzo aumento settimanale consecutivo, dopo le indicazioni sul miglioramento dell’economia cinese e sulla politica accomodante delle banche centrali.

Nella prossima settimana oramai alle porte, gli investitori si concentreranno sulle dichiarazioni della Presidente della Federal Reserve Janet Yellen, nell’incertezza generale sui futuri aumenti dei tassi.

Gli investitori si concentreranno inoltre sui discorsi che terrà il Presidente della BCE Mario Draghi, alla ricerca di indicazioni sulla politica monetaria che sarà attuata nei prossimi mesi ed eventuali misure a sostegno dell’inflazione.

Attese anche le dichiarazioni del Presidente della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda dopo la decisione della BoJ di intervenire sulla politica monetaria.

I riflettori saranno infine puntati sul primo “dibattito presidenziale” di lunedì.

In vista dell’imminente inizio di settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.

Lunedì 26 settembre

Nella zona euro l’Istituto Ifo rilascerà un report sul clima di fiducia delle imprese.

Intanto, è atteso un discorso del Presidente della Banca Nazionale Svizzera Thomas Jordan a Ginevra.

Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi testimonierà davanti alla Commissione per gli Affari Economici e Monetari del Parlamento Europea a Bruxelles.

Il Governatore della Banca del Canada Stephen Poloz terrà un intervento nel corso di un evento a Washington.

Gli USA rilasceranno i dati sulle vendite di case nuove.

Nel corso della giornata l’attenzione dei mercati sarà catturata dal primo dibattito presidenziale tra la democratica Hillary Clinton ed il repubblicano Donald Trump in corsa alla Casa Bianca.

Martedì 27 settembre

Gli Stati Uniti rilasceranno i dati del settore privato sulla fiducia dei consumatori.

Il Vice Presidente della Fed Stanley Fischer terrà un intervento a Washington.

Mercoledì 28 settembre

Il Presidente della BCE Mario Draghi terrà un intervento sugli attuali sviluppi nella zona euro presso la Bundestag, a Berlino.

Gli USA rilasceranno i dati sugli ordinativi di beni durevoli.

La Presidente della Federal Reserve Janet Yellen testimonierà davanti alla Commissione Bancaria del Senato a Washington sul Report Semestrale di Politica Monetaria.

Giovedì 29 settembre

Il Governatore della BoJ Haruhiko Kuroda terrà un intervento durante un evento a Tokyo.

La Germania rilascerà i dati preliminari sull’inflazione ed un report sulle variazioni del numero degli occupati.

Gli USA pubblicheranno i dati rivisti sul PIL del 2° trimestre, il report sulle richieste di sussidio USA ed i dati sulle vendite di case in corso.

La Fed interverrà, in videoconferenza, ad un evento in Kansas.

Venerdì 30 settembre

Il Giappone rilascerà i dati sull’inflazione e sulle sull’inflazione e sulle spese delle famiglie-

La Cina rilascerà l’indice manifatturiero Caixin.

La Germania rilascerà i dati sulle vendite al dettaglio.

Il Regno Unito rilascerà i dati sul conto corrente e pubblicherà i dati rivisti sulla crescita del secondo trimestre.

La zona euro rilascerà i dati preliminari sull’inflazione al consumo.

Il Canada rilascerà i dati sulla crescita economica.

Gli USA chiuderanno la settimana con i dati su redditi e spese procapite, unitamente ai dati sull’attività delle imprese nell’area di Chicago ed i dati rivisti sul sentimento dei consumatori.

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