Investing.com - Il prezzo del greggio subisce un’impennata questo martedì, dopo che aerei da combattimento turchi hanno abbattuto un velivolo russo vicino al confine siriano, scatenando i timori per un’interruzione delle scorte dal Medio Oriente.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a gennaio schizza di 1,30 dollari, o del 2,89% a 46,12 dollari al barile negli scambi della mattinata statunitense.
Ieri, il prezzo è salito di 17 centesimi, o dello 0,38%, dopo che l’Arabia Saudita ha dichiarato di essere pronta ad adottare tutte le misure necessarie per garantire la stabilità del mercato del greggio.
Stamane aerei turchi avrebbero abbattuto un velivolo russo vicino al confine con la Siria per aver violato lo spazio aereo della Turchia, secondo quanto dichiarato da un ufficiale militare turco. Tuttavia, il ministro della difesa russo ha reso noto che l’aereo abbattuto non avrebbe violato lo spazio aereo turco.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha definito l’avvenuto “una pugnalata alle spalle” organizzata con la complicità dei terroristi ed ha dichiarato che l’incidente avrà serie conseguenze per le relazioni tra Mosca ed Ankara.
I traders del greggio seguono con attenzione le notizie sui rischi geopolitici nel Medio Oriente.
Si teme che un aumento delle ostilità possa scatenare un conflitto nella regione, facendo schizzare alle stelle il prezzo del greggio. I paesi del Medio Oriente sono responsabili di quasi il 35% della produzione di greggio globale lo scorso anno.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a gennaio schizza di 1,31 dollari, o del 3,14% a 43,06 dollari al barile. Ieri, i futures del greggio Nymex sono scesi di 15 centesimi, o dello 0,36%.
I traders attendono la pubblicazione dei dati settimanali sulle scorte statunitensi ed i prodotti raffinati per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale di greggio.
L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono salite di 1,1 milioni di barili nella settimana terminata il 20 novembre.
Le scorte di greggio statunitensi sono salite per l’ottava settimana consecutiva la scorsa settimana, restando vicino ad un livello che in questo periodo dell’anno non si registrava da almeno 80 anni.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 3,06 dollari al barile, rispetto ai 3,08 dollari segnati alla chiusura di ieri.
Negli ultimi mesi, il mercato del greggio è rimasto sulla difensiva a causa dell’incertezza legata alla tempistica della riduzione dell’eccesso di greggio globale.
La produzione globale di greggio risulta superiore alla domanda per via dell’aumento della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti ed in seguito alla decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione.
L’OPEC si incontrerà il 4 dicembre per rivedere la strategia di produzione. L’Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo membri dell’OPEC hanno reso noto che sono intenzionati a tenere ancora alta la produzione per difendere il loro ruolo sul mercato.