Investing.com - L’oro continua la discesa iniziata nella seduta precedente questo giovedì, mentre i traders rivalutano le aspettative sulla tempistica del primo aumento dei tassi statunitensi dopo le dichiarazioni ottimistiche della Federal Reserve sull’economia.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile scendono di 6,60 dollari, o dello 0,51%, a 1.280,60 dollari l’oncia troy negli scambi europei del mattino.
Il prezzo è rimasto in un range compreso tra 1.278,30 e 1.286,50 dollari. Ieri, l’oro è sceso di 5,70 dollari, o dello 0,44% a 1.287,20 dollari.
Supporto a 1.273,00 dollari, il minimo dal 27 gennaio, e resistenza a 1.300,20 dollari, il massimo dal 26 gennaio.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo crollano di 27,5 centesimi, o dell’1,52%, a 17,81 dollari l’oncia troy. Ieri, l’argento è salito di 0,4 centesimi, o dello 0,02%, a 18,08 dollari.
Ieri, a conclusione del vertice di politica monetaria, la Fed ha annunciato che manterrà i tassi invariati almeno fino a giugno ed ha ribadito l’intenzione di essere paziente circa l’aumento dei tassi di interesse, riconoscendo comunque la solida ripresa economica e la forte crescita nel mercato del lavoro.
La banca centrale prevede inoltre un ulteriore calo dell’inflazione a breve termine e ha dichiarato che terrà presenti “gli sviluppi finanziari ed internazionali” prima di decidere la tempistica dell’aumento dei tassi.
Le aspettative di aumento dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,1% a 94,98, restando al di sotto del massimo di oltre 11 anni di 95,77 segnato venerdì.
Un dollaro forte in genere pesa sull’oro, poiché riduce l’appeal del metallo prezioso come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nonché i dati del settore privato sulle vendite di case in corso. Venerdì, gli USA rilasceranno i dati preliminari sulla crescita economica del quarto trimestre, dati che dovrebbero mostrare una crescita del 3,0%.
Intanto, il rame con consegna a marzo scende di 3,6 centesimi, o dell’1,44%, a 2,444 dollari la libbra. Il contratto di marzo lunedì ha toccato il minimo di cinque anni di 2,419 dollari.
Il prezzo del metallo rosso è finora sceso di circa l’11,5% a gennaio a causa dei timori per le prospettive economiche globali ed il loro impatto sulla richiesta futura che hanno ridotto l’appeal della materia prima.
Intanto, l’euro resta sotto pressione da quando ieri il nuovo governo greco ha deciso di ridurre le impopolari misure di austerity alla base del salvataggio da 240 miliardi di euro, facendo crescere l’apprensione per gli scontri con i creditori internazionali.
Sul mercato del petrolio, il prezzo del greggio è scambiato vicino al minimo degli ultimi sei anni per via dei crescenti timori per l’eccesso delle scorte globali.
I futures del greggio Nymex scendono di 14 centesimi, o dello 0,33%, a 44,31 al barile, mentre il prezzo del Brent scambiato sulla borsa di Londra è in calo di 4 centesimi, o dello 0,08%, a 48,43 dollari.