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Futures Oro / Argento / Rame - previsione settimanale 28 set - 2 ott

Pubblicato 27.09.2015, 10:03
Aggiornato 27.09.2015, 10:03
Oro in calo venerdì dopo i dati sul PIL USA, ma in salita sulla settimana

Investing.com - L’oro è sceso dal massimo di un mese lo scorso venerdì, dopo il rilascio di dati positivi sul PIL USA nel secondo trimestre che hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi prima della fine dell’anno.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre ha visto un calo di 8,20 dollari, o dello 0,71% lo scorso venerdì, chiudendo la settimana a 1.145,60 dollari l’oncia troy. Giovedì l’oro è schizzato a 1.156,40 dollari, il massimo dal 24 agosto, dopo il rilascio di una serie di dati USA che hanno offerto un quadro variegato della situazione economica statunitense.

Il Dipartimento per il Commercio ha dichiarato che che il prodotto interno lordo USA è cresciuto del 3,9% lo scorso trimestre, ben al di sopra del 3,7% previsto ed in salita dal 3,7% segnato nel trimestre terminato a marzo.

I dati positivi hanno allentato i timori sulla forza dell’economia ed hanno alimentato le aspettative di un aumento dei tassi USA quest’anno, facendo inoltre salire sensibilmente il biglietto verde.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è salito venerdì dello 0,29%, dopo aver toccato il massimo giornaliero di 96,88, il massimo dal 19 agosto. L’indice è salito dell’1,5% sulla settimana.

La Presidente della Fed Janet Yellen ha dichiarato giovedì dopo la chiusura dei mercati che la banca potrebbe iniziare ad alzare i tassi quest’anno, se l’inflazione dovesse restare stabile e l’economia statunitense dovesse rafforzarsi al punto da sostenere l’occupazione.

Si è trattato della prima volta in cui la Yellen ha personalmente sostenuto un aumento dei tassi da luglio. Quest’ultima dichiarazione è in contrasto con la posizione assunta la scorsa settimana, quando il FOMC ha solamente reso noto che 13 su 17 membri erano a favore dell’aumento dei tassi nel corso dell’anno.

Nonostante i cali di venerdì, l’oro è salito di 8,40 dollari o dello 0,69% sulla settimana, il secondo aumento settimanale consecutivo, mentre gli operatori continuano a speculare sulla tempistica dell’aumento dei tassi Fed.

Il metallo prezioso è rimasto supportato da quando la Fed ha lasciato i tassi di interesse invariati la scorsa settimana, nei timori legati all’andamento dell’inflazione ed agli effetti della volatilità dei mercati sull’economia statunitense.

Negli ultimi mesi, la tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed è stata costantemente sotto i riflettori. Ora l’attenzione degli investitori è rivolta al vertice della Fed del 27-28 ottobre.

Il 24 luglio i futures dell’oro sono crollati al minimo degli ultimi cinque anni e mezzo di 1.072,30 dollari, nelle speculazioni che la Federal Reserve potesse decidere di aumentare i tassi di interesse a settembre per la prima volta dal 2006.

Un eventuale rinvio dell’aumento dei tassi di interesse sarebbe rialzista per l’oro, in quanto si ridurrebbero i costi di gestione del metallo, che non offre agli investitori un ritorno assicurato.

Sempre sul Comex, l’argento con consegna a dicembre venerdì è sceso di 1,9 centesimi, o dello 0,13%, a 15,11 dollari l’oncia troy alla chiusura degli scambi. Sulla settimana l’argento ha visto un calo di 4,4 centesimi, o dello 0,32%.

Intanto, il rame con consegna a dicembre è sceso venerdì di 1,9 centesimi, o dello 0,83%, a 2,283 dollari la libbra, dopo aver toccato il minimo giornaliero di 2,277 dollari, il minimo dal 26 agosto.

Sulla settimana il rame è crollato di 9,3 centesimi o del 4,38%, segnando il calo peggiore da metà gennaio, per via dei timori legati all’andamento dell’economia cinese.

I dati del settore privato hanno mostrato una contrazione dell’attività del settore manifatturiero cinese al tasso più veloce dall’inizio della crisi finanziaria globale, dati che hanno scatenato i timori per un calo della domanda del metallo industriale.

Il metallo industriale nelle ultime settimane è andato sotto forte pressione, nei timori per l’economia cinese e per i crolli registrati sui mercati azionari del paese. Il 24 agosto il rame è crollato al minimo di sei anni di 2,202 dollari.

La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale del metallo rosso e lo scorso anno ha rappresentato il 40% della richiesta globale.

Gli investitori attenderanno nella prossima settimana i dati USA di venerdì sull’occupazione USA, che potrebbero fornire indicazioni sulla forza dell’economia e sulla possibilità di un aumento dei tassi nel breve termine.

Gli operatori attenderanno inoltre per mercoledì il report sull’inflazione della zona euro, nei timori che la BCE possa intensificare il programma di stimolo monetario.

In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.

Lunedì 28 settembre

Il Presidente della Federal Reserve di New York, William Dudley ed il Presidente della Federal Reserve di Chiago, Charles Evans terranno due interventi nel corso di due diversi eventi.

Gli USA rilasceranno i dati sui redditi personali e sulle spese procapite, nonché i dati sulle vendite di case in corso.

Martedì 29 settembre

Gli USA pubblicheranno i dati sulla bilancia commerciale e sul sentimento dei consumatori.

Mercoledì 30 settembre

Gli USA rilasceranno il report ADP sull’occupazione non agricola, nonché i dati sull’attività manifatturiera nell’area di Chicago.

Giovedì 1 ottobre

La Cina rilascerà i dati sull’attivi del settore manifatturiero dalla China Federation of Logistics and Purchasing, nonché l’indice Caixin sul settore dei servizi e l’indice Caixin rivisto sul settore manifatturiero.

Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione e i dati dell’ISM sull’attività manifatturiera.

Venerdì 2 ottobre

I mercati in Cina resteranno chiusi per festa nazionale.

Gli USA chiuderanno la settimana con i dati sull’occupazione non agricola ed i dati sugli ordinativi industriali.

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