Investing.com - Il prezzo dell’oro è salito venerdì, dopo i dati più deboli del previsto sull’occupazione USA che hanno ridotto le possibilità che la Federal Reserve possa alzare i tassi di interesse in occasione del vertice di politica monetaria di questo mese.
L’oro con consegna a dicembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange è salito di 9,60 dollari, o dello 0,73%, a 1.326,70 dollari l’oncia troy alla chiusura degli scambi. Giovedì, il prezzo è crollato a 1.305,50 dollari, un livello che non si registrava dal 24 giugno.
Sulla settimana, il metallo giallo ha chiuso con un aumento di 80 centesimi, o dello 0,06%, mentre i mercati continuavano a speculare sulla tempistica del prossimo aumento dei tassi della Fed.
L’economia statunitense ha aggiunto 151.000 posti di lavoro ad agosto, deludendo le attese di un aumento di 180.000 unità secondo il Dipartimento per il Lavoro. A luglio, l’economia ha creato 275.000 posti di lavoro, dato rivisto da una stima iniziale di 255.000 unità.
Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 4,9% questo mese, rispetto alle previsioni di un calo al 4,8%.
Il report ha mostrato inoltre che la media dei compensi orari è salita dello 0,1% ad agosto, meno dello 0,2% previsto.
I dati deludenti hanno ridimensionato le speranze di un aumento dei tassi a breve termine, dal momento che i funzionari della Fed hanno spiegato che l’aumento dei tassi dipende dai dati.
Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, esiste una possibilità del 21% di un aumento dei tassi in occasione del vertice del 20 e 21 settembre, in calo dal 27% segnato prima dei dati sull’occupazione. Le probabilità di un aumento a dicembre sono pari a circa il 50%.
Il metallo prezioso risente dell’andamento dei tassi USA, il cui aumento farebbe salire il costo di investimenti senza rendimento come i lingotti, facendo schizzare il dollaro.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso al minimo giornaliero di 95,18, prima di recuperare le perdite e chiudere a 95,87, su di oltre lo 0,2%, dal momento che gli investitori credono ancora che la Fed possa alzare i tassi quest’anno, probabilmente a dicembre.
L’oro è crollato al minimo di oltre due mesi all’inizio della settimana dopo le parole dei policymaker della Fed, tra cui quelle di Janet Yellen e di Stanley Fischer, che hanno riacceso le speranze di un aumento dei tassi a breve termine.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a dicembre sono schizzati di 42,3 centesimi, o del 2,23%, venerdì, chiudendo a 19,36 dollari l’oncia troy. Sulla settimana, l’argento è balzato di 62,6 centesimi, o del 3,31%, interrompendo quattro settimane di crolli.
Intanto, il rame con consegna a dicembre è salito di 0,2 centesimi, o dello 0,12% venerdì a 2,078 dollari la libbra. Sulla settimana, il prezzo del rame scambiato sulla borsa di New York è sceso di 1,0 centesimi, o dello 0,19%, il secondo calo settimanale consecutivo.
Nella settimana ormai alle porte, gli investitori seguiranno da vicino l’esito del vertice di giovedì della Banca Centrale Europea per vedere se i policymaker adotteranno nuove misure di stimolo monetario per dare slancio all’inflazione e sostenere l’economia.
Negli Stati Uniti, i riflettori saranno puntati sul report sul settore dei servizi, in una settimana corta per festa. I mercati statunitensi resteranno chiusi domani per il Labor Day.
Intanto, la Cina rilascerà gli attesissimi dati sul commercio e l’inflazione in un clima di apprensione per lo stato di salute della seconda economia mondiale.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Lunedì 5 settembre
I ministri delle finanze ed i banchieri centrali del G20 si incontreranno in Cina.
La Cina pubblicherà l’indice PMI di Caixin sui servizi.
Il Regno Unito rilascerà il report sull’indice PMI dei servizi.
I mercati finanziari negli Stati Uniti ed in Canada resteranno chiusi per il Labor Day.
Martedì 6 settembre
La Reserve Bank of Australia annuncerà il tasso di interesse di riferimento e pubblicherà la dichiarazione sui tassi in cui vengono delineate le condizioni economiche ed i fattori che influenzano la decisione di politica monetaria.
Negli Stati Uniti l’Institute of Supply Management rilascerà il report sull’indice PMI dei servizi.
Mercoledì 7 settembre
L’Australia pubblicherà i dati sulla crescita economica del secondo trimestre.
Il Regno Unito renderà noti i dati sulla produzione manifatturiera ed industriale.
La Banca del Canada annuncerà il tasso di interesse di riferimento e pubblicherà la dichiarazione sui tassi.
Giovedì 8 settembre
Australia e Cina pubblicheranno i report sulla bilancia commerciale.
La Banca Centrale Europea annuncerà il tasso di interesse di riferimento. Il vertice di politica monetaria sarà seguito dalla conferenza stampa con il Presidente Mario Draghi.
Gli Stati Uniti rilasceranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 9 settembre
La Cina rilascerà i dati sui prezzi al consumo ed alla produzione.
Il Canada chiuderà la settimana con il report mensile sull’occupazione.