Investing.com - Il prezzo dell’oro è pressoché invariato vicino al minimo di sette settimane questo giovedì, mentre sui mercati cresce l’attesa per il report sull’occupazione non agricola USA di domani che potrebbe fornire maggiori indicazioni sulla forza dell’economia e sulla possibilità di un aumento dei tassi a breve termine.
I dati dovrebbero mostrare un aumento di 180.000 nuovi posti di lavoro ad ottobre, dopo l’incremento di 142.000 unità a settembre, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe restare stabile al 5,1%.
Se il report sull’occupazione non agricola USA dovesse risultare positivo, aumenteranno le speculazioni sulla tempistica di un eventuale aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, mentre una lettura deludente potrebbe ridurne le aspettative.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ha reso noto che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nella settimana terminata il 31 ottobre è aumentato di 16.000 unità a 276.000 unità dal totale della settimana precedente di 260.000 unità. Gli analisti avevano previsto un aumento di 2.000 unità a 262.000 unità.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre sale di 1,50 dollari, o dello 0,14%, a 1.107,70 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea.
Ieri, l’oro è crollato a 1.105,60 dollari, il minimo dal 15 settembre, dopo i commenti della Presidente della Federal Reserve Janet Yellen che hanno alimentato le aspettative che i tassi vengano alzati a dicembre.
Testimoniando davanti alla Commissione per i Servizi Finanziari, la Presidente della Fed Yellen ha dichiarato che l’economia statunitense sta “andando bene” e che un aumento dei tassi di interesse a dicembre sarà “molto probabile” se l’economia continuerà a migliorare.
Il dollaro è schizzato al massimo dal 7 agosto contro il paniere delle altre principali valute tra le aspettative di un inasprimento della politica monetaria nei prossimi mesi.
Le materie prime valutate in dollari diventano più costose per i titolari di altre valute quando il biglietto verde si rafforza.
Negli ultimi mesi sui mercati si è discusso molto della tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed. La banca centrale USA ha in programma un altro vertice di politica monetaria quest’anno, a metà dicembre.
L’oro ha subito un’impennata ad ottobre tra i timori per un indebolimento economico causato dalla Cina ed il suo impatto sulle prospettive di crescita statunitensi che hanno spinto i traders a rinviare le aspettative di un aumento dei tassi al marzo del 2016.
Tuttavia la dichiarazione ottimista rilasciata dalla Fed la scorsa settimana ha spinto gli investitori a rivedere le aspettative sull’aumento dei tassi a dicembre, scatenando un selloff sul mercato dei lingotti.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a dicembre crolla di 5,5 centesimi, o del 2,38%, a 2,268 dollari la libbra negli scambi della mattinata newyorkese.