Investing.com - Il prezzo dell’oro è in calo negli scambi della mattinata europea di questo giovedì, ma resta supportato vicino al massimo di due settimane nelle speculazioni sul futuro della politica monetaria statunitense.
L’oro con consegna a dicembre sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange si attesta a 1.269,75 dollari l’oncia troy, staccandosi dai massimi di 1.274,05 dollari.
Ieri, il metallo giallo è salito dello 0,6% a 1.269,90 dollari, il massimo dal 3 ottobre.
Il metallo prezioso è stato sostenuto dai dati sull’inflazione di settembre che hanno pesato sulle aspettative di un aumento dei tasi durante il vertice di dicembre.
Ma le aspettative di un intervento sui tassi restano alte. Secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, esiste una possibilità intorno al 64% di un aumento dei tassi in occasione del vertice di dicembre.
Ieri il Presidente della Fed di New York William Dudley ha dichiarato che la banca centrale statunitense aumenterà i tassi di interesse nel corso dell’anno se l’economia resterà nella traiettoria attuale.
L’oro risente dell’andamento dei tassi USA, il cui aumento farebbe salire il costo di gestione dei lingotti.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,13% a 98,00. L’oro valutato in dollari diventa meno costoso per i titolari di altre valute quando il dollaro si indebolisce.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a dicembre si attestano a 17,65 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata londinese, mentre i futures del rame sono a quota 2,097 dollari la libbra.