Investing.com - Il prezzo dell’oro è pressoché invariato negli scambi in range stretto di questo martedì, dopo i dati che hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo USA è rimasto stabile a novembre, mentre i prezzi che escludono i costi di alimentari ed energetici hanno visto un lieve aumento.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha reso noto che i prezzi al consumo sono rimasti stabili rispetto al mese precedente, in linea con le previsioni e dopo l’aumento dello 0,2% di ottobre. Su base annua, i prezzi al consumo sono saliti dello 0,5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, contro le aspettative di un aumento dello 0,4%.
I prezzi al consumo ad esclusione dei costi di alimenti ed energia, sono aumentati dello 0,2%, come previsto. Su base annua, l’indice IPC core è cresciuto al tasso del 2,0% il mese scorso, in linea con le previsioni ed in salita dall’1,9% del mese precedente.
Da un secondo report è emerso che secondo la Federal Reserve Bank di New York l’indice delle condizioni generali delle imprese è salito a -4,6 questo mese da -10,7 di novembre. Gli analisti avevano previsto un aumento a -6,0 a dicembre.
Intanto, sta per avere inizio l’attesissimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve. La Fed dovrebbe alzare i tassi di interesse per la prima volta in quasi un decennio a conclusione dei due giorni di vertice di politica monetaria prevista alle 14:00 ET di domani. La banca centrale rilascerà inoltre le ultime previsioni sulla crescita economica e sui tassi di interesse.
La Presidente della Fed Janet Yellen terrà l’attesissima conferenza stampa 30 minuti dopo la pubblicazione della dichiarazione della Fed, conferenza che sarà seguita con particolare attenzione dai traders alla ricerca di indicazioni sull’andamento futuro dei tassi. Molti investitori ritengono che l’aumento dei tassi avverrà in modo graduale nei timori per la debole crescita economica oltreoceano e per la differenza tra la politica monetaria attuata dagli USA e quella scelta dalle altre nazioni.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a febbraio scende di 60 centesimi, o dello 0,06%, a 1.062,80 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata statunitense. Ieri, l’oro è crollato di 12,30 dollari, o dell’1,14% dopo aver segnato il minimo della seduta di 1.058,10 dollari, il minimo dal 3 dicembre.
Il metallo giallo si avvia a chiudere il 2015 con un crollo annuo del 10%, il terzo calo annuale consecutivo, tra le speculazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Fed che sono state al centro dell’attenzione dei mercati per la maggior parte dell’anno. Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a marzo scendono di 2,0 centesimi, o dello 0,15%, a 13,67 dollari l’oncia troy. Ieri, il prezzo è crollato a 13,62 dollari, un livello che non si registrava dall’agosto del 2009.
Intanto, il rame crolla per il secondo giorno consecutivo questo martedì, dal momento che i traders si sono allontanati dagli investimenti legati al rischio in vista del vertice di politica monetaria della Federal Reserve.