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Rame al minimo di 6 anni e mezzo, le borse cinesi crollano ancora

Pubblicato 11.01.2016, 09:03
Aggiornato 11.01.2016, 09:03
© Reuters.  Il prezzo del rame crolla al minimo dal 2009

Investing.com - Il prezzo del rame crolla al minimo dall’aprile del 2009 questo lunedì, dal momento che i crolli sui mercati azionari cinesi hanno ridotto l’appeal del metallo rosso.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a marzo crolla di 4,6 centesimi, o del 2,28%, a 1,970 dollari la libbra alle 08:00 GMT, o alle 03:00 ET. Precedentemente, il prezzo è crollato a 1,966 dollari, un livello che non si registrava da oltre sei anni.

Intanto, i futures del rame scambiati sul London Metal Exchange segnano un crollo del 2,26% a 4.391,25 dollari la tonnellata metrica.

L’indice Shanghai Composite ha chiuso con un crollo del 5,3%, mentre l’indice Shenzhen Composite è crollato del 6,6% e l’indice CSI300 ha registrato un crollo del 5%, nonostante i tentativi di Pechino di stabilizzare i mercati. La scorsa settimana, l’indice Shanghai Composite ha perso tutti i guadagni del 2015, segnando un crollo del 10% in soli cinque giorni.

Gli investitori temono che il crollo dei titoli azionari possa diffondersi in altri settori economici in Cina e che la domanda del metallo industriale da parte della nazione asiatica possa subire una riduzione.

Con il 45% della richiesta globale di rame, la nazione asiatica può essere considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.

La scorsa settimana, il prezzo del rame è crollato di 5,4 centesimi, o del 5,13%, a causa del crollo delle borse cinesi e del rapido deprezzamento dello yuan che hanno pesato sul sentimento degli investitori.

Sebbene gli investitori prevedano un’ulteriore svalutazione della valuta dopo il deprezzamento del 4,5% dello scorso anno, la velocità della svalutazione lascia temere che la seconda economia mondiale possa essere più debole del previsto.

Stamane, la Banca Popolare Cinese ha aumentato lo yuan per la seconda seduta consecutiva, fissando il tasso di cambio contro il dollaro a 6,5626. Venerdì, il cambio è stato fissato a 6,5636.

Intanto, i futures dell’oro restano vicini al massimo di nove settimane della seduta precedente, poiché gli operatori dei mercati scelgono il metallo prezioso come investimento rifugio visti i forti crolli sui mercati azionari globali.

Il metallo giallo ha subito un’impennata di 34,40 dollari, o del 3,54% la scorsa settimana, grazie alla richiesta di investimenti rifugio sulla scia dei crolli delle borse globali, dei timori per l’economia cinese e dell’aumento delle tensioni geopolitiche.

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