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Bce meno espansiva di attese, banche deboli preoccupano ma tema per Commissione

Pubblicato 21.07.2016, 18:06
Aggiornato 21.07.2016, 18:10
© Reuters. Il presidente della Bce Mario Draghi  durante la conferenza di oggi a Francorte

MILANO (Reuters) - Francoforte è preparata a un nuovo aggiustamento in direzione espansiva della politica monetaria della zona euro in caso le condizioni lo richiedano, nell'immediato non sembra però predisporsi a farlo.

Occorrerà per lo meno attendere settembre, quando la Banca centrale europea avrà a disposizione le nuove stime trimestrali dello staff su crescita e inflazione.

Prematuro quindi al momento trarre conseguenze sull'impatto della Brexit, le cui ricadute sulla zona euro appaiono limitate per lo meno in termini di prospettive sull'inflazione.

Dal momento che obiettivo unico e dichiarato della Bce, fissato dal mandato, è garantire la stabilità dei prezzi, il consiglio odierno non ha preso in esame nello specifico alcun provvedimento concreto nella cornice degli strumenti standard e non. La prospettiva su cui ancora ufficialmente si scommette è infatti che l'inflazione riprenda ad accelerare nella seconda parte dell'anno e prosegua nel percorso di risalita sia l'anno prossimo sia nel 2018.

Ai commenti di Mario Draghi al termine del consiglio che ha sancito il previsto nulla di fatto sui tassi, i mercati finanziari hanno comunque risposto con una corale risalita dei rendimenti, dimostrando che il tono del presidente è evidentemente meno 'dovish' delle aspettative.

In occasione della prima riunione successiva alla doccia fredda del referendum britannico, la banca centrale -- risponde Draghi alla stampa -- non ha potuto ignorare il problema della debolezza del settore bancario.

Sufficientemente flessibile, la normativa disegnata dalla Ue prevede la possibilità di un intervento pubblico a condizioni ben precise e in circostanze eccezionali che vanno però riconosciute esclusivamente dall'esecutivo comunitario, che diversamente dalla banca centrale ha un ruolo politico.

"Su questo [su eventuali aiuti alle banche] esiste una normativa che è quella che vieta gli aiuti di Stato. Come ho detto più volte, si tratta di regole che incorporano tutta la flessibilità necessaria nel far fronte alle circostanze eccezionali" spiega.

"L'attivazione della normativa spetta alla Commissione europea per competenza, autorità e responsabilità" aggiunge.

Il numero uno Bce si chiama dunque fuori dalle più recenti polemiche, a dire il vero incentrate principalmente sulle difficoltà degli istituti di credito italiani.

Questa la risposta a un quesito specifico sugli effetti che potrebbero derivare dalle sofferenze delle banche nazionali.

© Reuters. Il presidente della Bce Mario Draghi  durante la conferenza di oggi a Francorte

"Più a lungo si protrae il problema [dei 'non performanig loan'] peggio funziona il sistemma bancario, o per lo meno le banche con un elevato livello di sofferenze. Questi istituti saranno meno in grado di trasmettere all'economia reale le nostre misure espansive. Un elevato livello di 'Npl' rende inoltre le banche particolarmente vulnerabili alle oscillazioni del mercato".

((Redazione Milano, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129854, Reuters messaging: alessia.pe.thomsonreuters.com@reuters.net))

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