MILANO (Reuters) - Mercato obbligazionario italiano tonico, in linea con tutti i Paesi della perfieria, sostenuto dalla vittoria del 'No' nel referendum per l'indipendenza della Scozia e da un rinnovato entusiasmo per nuovi stimoli da parte della Bce dopo l'operazione di Tltro, rivelatasi ieri inferiore alle attese del mercato.
In tarda mattinata, il rendimento del decennale italiano si porta al 2,404% dal 2,387% dell'apertura (2,442% in chiusura ieri), mentre lo spread con l'analoga scadenza del Bund risale a 136 punti base dai 133 dell'avvio di seduta, ai minimi dallo scorso 5 settembre.
"I Bond periferici sono molto forti a differenza di quelli 'core' che vedono un leggero rialzo dei rendimenti. In questo quadro spiccano l'obbligazionario italiano e spagnolo, particolarmente forti nella parte lunga della curva. I mercati beneficiano ancora della lettura dell'operazione di Tltro di ieri che ha riacceso gli entusiaami per un 'quantitative easing' e dell'esito del referendum in Scozia che ha portato un po' di serenità in particolare in Spagna, colpita nei giorni scorsi dalla spinta di analoghi movimenti indipendentisti", commenta Alessandro Giansanti, strategist di Ing.
Ieri, nella prima delle due operazioni di finanziamento a lungo termine Tltro, finalizzate al rafforzamento del flusso di credito all'economia reale, la Bce ha collocato fondi a quattro anni per 82,602 miliardi di euro a 255 banche, di cui oltre il 28% alle banche italiane. L'importo complessivo è risultato significativamente inferiore ai 133 miliardi indicati come stima in un sondaggio condotto da Reuters nei giorni scorsi.
Altro 'driver' del mercato l'esito del referendum sull'indipendenza della Scozia che ha visto prevalere il fronte del 'No', con il premier conservatore David Cameron che ha detto che la questione dell'indipendenza scozzese è risolta almeno "per una generazione" ma ha annunciato anche una riforma dei poteri locali in tutta la Gran Bretagna.
A muovere i mercati nei prossimi mesi saranno ancora le politiche delle banche centrali.
"In Europa c'è attesa per un ulteriore stimolo, il che implicherà una grande attenzione per i dati sull'inflazione. Negli Usa, ci si aspetta un rialzo dei tassi nel primo trimestre del 2015. Recentemente abbiamo visto dati americani ancora positivi e difficilmente la Fed potrà non considerarli e una volta concluso il programma di 'QE', molto probabilmente entro l'anno, inizierà ad alzare i tassi", prevede lo strategist.