MILANO (Reuters) - L'Italia avrà difficoltà a stare al caldo quest'inverno se il conflitto tra Russia e Ucraina dovesse interrompere l'offerta di gas e la Libia arrivasse al collasso, mettendo a rischio la ripresa già debole dell'economia dopo anni di recessione e di crescita lenta.
Stretto tra le importazioni in calo di gas dal Nord Africa e la crescente dipendenza dalla Russia, il piano di emergenza dell'Italia nel caso di una totale interruzione dei flussi di transito dall'Ucraina consiste nell'attingere in modo massiccio alle riserve, mettere a punto spedizioni costose e costringere l'industria pesante a tagliare la produzione.
"E' un problema. Nel breve termine l'Italia non ha alternative al gas russo", dice Leonardo Maugeri, ex responsabile strategie dell'Eni e oggi alla Harvard Kennedy School.
Proprio oggi il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha dichiarato di essere a conoscenza di un piano della Russia per bloccare il transito del gas verso l'Europa il prossimo inverno.
I prezzi del gas invernale dell'Italia viaggiano 2,6 euro per megawatt/ora sopra i benchmark dei competitor nell'Europa Nord Occidentale, a riprova del fatto che l'offerta di energia del paese è molto vulnerabile rispetto ai tagli del gas russo e ai morsi dell'inverno.
Già nel 2006 e nel 2009 la disputa sui prezzi tra Russia e Ucraina, che pompa la metà dell'offerta del gas di Mosca all'Europa, ha innescato diffuse interruzioni e ha costretto l'Italia ad adottare misure di emergenza tra cui l'utilizzo delle riserve strategiche di gas.
Anche se quest'anno le cose sono diverse grazie al clima mite della primavera e dell'estate e alla bassa domanda in Europa, un solo mese di inverno freddo con l'offerta chiave di gas in calo potrebbe vedere un deficit di offerta in Italia.
Anche il Nord Africa rappresenta una minaccia, Nonostante le esportazioni di greggio e gas dalla Libia siano di recente cresciute, gli importatori italiani temono che queste esportazioni possano crollare se i disordini in corso dovessero subire un'escalation.
Nel primo semestre grazie al taglio nei prezzi l'Italia ha aumentato le importazioni russe al 49% dell'offerta dal 41% del 2013 e dal 32% nel 2012. Inoltre l'eccesso di gas russo ha portato i compratori italiani a snobbare canali alternativi, riducendo le opzioni a disposizione.
Edison ha sospeso il contratto con l'algerina Sonatrach, Enel ha ceduto alcune delle sue petroliere per il gas naturale liquefatto a BG Group, mentre Eni ha dimezzato le importazioni dall'Algeria e potrebbe dover pagare oneri extra in caso di richieste superiori di gas.
Proprio l'Algeria ha ora un ruolo chiave per la salvaguardia dell'offerta di gas. "Se l'accordo tra Sonatrach ed Eni consentirà al gas algerino di tornare in Italia allora anche una prolungata interruzione dall'Russia non dovrebbe avere un grande effetto. Senza l'offerta algerina però le cose potrebbero diventerare complicate", spiega Massimo Di-Odoardo, analista di Wood Mackenzie.
(Stephen Jewkes, Oleg Vukmanovic)
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