Investing.com – Non si salva dalle vendite Wall Street, dopo l’ondata rossa che si sta abbattendo sui mercati europei da questa mattina. A New York il Nasdaq 100 cede il 3%, mentre il Dow Jones e lo S&P 500 calano del 2%.
In forte calo i titoli tecnologici, tra i quali Twitter (-5%) e Tesla (NASDAQ:TSLA) (-4,40%), mentre perdono il 3% Facebook (NASDAQ:FB), Snap (NYSE:SNAP), Netflix (NASDAQ:NFLX), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Apple (NASDAQ:AAPL) e Amazon (NASDAQ:AMZN). Flessioni del 2% per PayPal (NASDAQ:PYPL), Pinterest (NYSE:PINS) e Microsoft (NASDAQ:MSFT).
Tra i titoli legati alla componentistica si osservano il -3% di Micron (NASDAQ:MU), Broadcom Inc (NASDAQ:AVGO) e il -2% di Intel (NASDAQ:INTC) e Qualcomm (NASDAQ:QCOM).
Vendite anche sulle grandi banche, con Morgan Stanley (NYSE:MS) in calo del 4%, mentre Citigroup (NYSE:C), Bank of America (NYSE:BAC) e BlackRock (NYSE:BLK) scendono del 3% e non si salvano nemmeno JPMorgan (NYSE:JPM), Goldman Sachs (NYSE:GS) e Wells Fargo (NYSE:WFC) con flessioni del 2%.
I timori per l’aumentare delle vittime al di fuori della Cina, dunque, non risparmiano nemmeno la borsa statunitense. Il virus è presente in 30 Stati, i casi accertati sono oltre 79 mila e i decessi sono arrivati a più di 2.600, tra cui 6 in Italia.
Proprio la diffusione in Europa tramite l’Italia, si aggiunge alla preoccupazioni arrivate da Cina e Giappone spaventando i mercati, cancellando in un colpo le aspettative positive delle banche centrali che fin’ora avevano spinto in alto gli indici.
“La volatilità potrebbe aumentare e ogni segnale di accelerazione o contenimento dell’epidemia continuerà ad avere un impatto immediato sulle borse”, spiega Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy.
“Occorre tuttavia considerare che le alternative d’investimento nel comparto obbligazionario continuano a scarseggiare”, aggiunge Ramenghi, con “le principali banche centrali che hanno già intrapreso manovre espansive di medio termine e i tassi sono destinati a rimanere molto bassi a lungo, tanto più in uno scenario incerto come quello attuale”.
“Nonostante il quadro sia certamente molto complesso, preferiamo i mercati azionari, mantenendo un’ampia diversificazione geografica. Abbiamo un sovrappeso contenuto sugli emergenti, che continuano a mostrare un maggiore potenziale di crescita, oltre a valutazioni che consideriamo attraenti”, conclude l’esperto.