Cosa sono i beni rifugio
I beni rifugio (o beni di rifugio) sono un’ampia categoria di investimenti di tipo non finanziario in cui si rifugiano i risparmiatori, soprattutto in periodi di forte volatilità, per cercare di salvare il capitale che hanno e non subire le eccessive perdite che colpiscono i mercati finanziari.
Quali sono i beni rifugio? esempi
I beni rifugio sono soprattutto beni materiali, come le materie prime, tra cui spiccano i metalli preziosi, come oro, argento e le pietre preziose, oppure beni di tipo commodity dal prezzo alto e valore stabile nel tempo, come il petrolio. I beni immobili sono considerati beni rifugio, ma anche investimenti fondamentali per la creazione del capitale delle famiglie. I beni artistici, come quadri, dipinti e sculture sono beni rifugio per gli investitori. In tutti questi beni rifugio bisogna considerare un orizzonte temporale lungo nella scelta di investimento.
Le valute di paesi forti, come il dollaro americano, la sterlina inglese e l’euro sono considerati investimenti rifugio, soprattutto per i cittadini di paesi con monete deboli, poiché hanno minori oscillazioni del cambio e sono accettate anche fuori dei confini nazionali. Per le valute, l’orizzonte temporale di investimento può essere minore.
Perché investire in beni rifugio
La scelta di destinare parte del proprio risparmio al di fuori dei mercati finanziari può essere dettata dalla necessità di ridurre la volatilità del portafoglio, in un’ottica di differenziazione tra attività, oppure per soddisfare la preferenza per beni materiali, meno speculativi e per investire su orizzonti temporali più lunghi.
Investire in oro o pietre preziose può dare un rendimento all’investitore, ma i beni rifugio hanno sempre un rischio, collegato al loro rendimento e sono, quindi, aleatori. E’ importante sottolineare che i beni rifugio sono investimenti a medio e lungo periodo, non vanno bene per brevi periodi, perché le loro dinamiche di prezzo sono lente e i costi sono fissi.
Come investire in beni rifugio: esempi
La digitalizzazione dell’economia ha reso più semplice l’investimento nei beni rifugio. E’ possibile acquistare beni preziosi dalle case d’asta, come quadri, gioielli o arazzi, senza muoversi da casa propria. Gli intermediari bancari possono vendere oro e argento e offrono spesso il servizio di custodia in cassetta di sicurezza.
Costi dei beni rifugio
Per le diverse tipologie di beni rifugio possiamo individuare dei costi d’investimento iniziale e dei costi da sostenere per la proprietà del bene e la sua sicurezza.
L’acquisto di beni materiali, come metalli o pietre preziose ha dei costi fissi per l’intermediario all’atto di acquisto; vi sono dei costi da sostenere per garantire la proprietà, come i sistemi anti rapina che devono essere considerati attentamente in fase di scelta. Per i beni di tipo commodity, oltre alla fee iniziale per l’intermediario, bisogna considerare il costo di stoccaggio e di trasporto. Per i beni artistici, oltre alla fee per l’intermediario, come la casa d’asta, è necessario lo stoccaggio adeguato del bene per limitarne il deperimento ed evitare i furti.
I costi di acquisto di valute di paesi stranieri sono rappresentati da una percentuale delle valute stesse, oltre ai costi di sicurezza e anti rapina. Nel caso delle valute straniere bisogna anche considerare i limiti eventualmente presenti all’importazione ed esportazione di valuta, presenti nei singoli paesi.
Tassazione dei beni rifugio
Il tema della tassazione è complesso, vista la vastità dei beni rifugio che a cui possiamo pensare. Vediamo le principali tipologie nel sistema italiano.
Per gli acquisti e vendite di oro e argento grezzi non c’è IVA, ma è prevista l’imposta del 26% sul capital gain, solo se il valore dell’oro venduto supera i €12.500; nulla è dovuto per vendite di importo minore né per il semplice possesso.
Analogamente ai titoli finanziari, si applica l’imposta del 26% sulle plusvalenze da compravendita di valuta estera. Per i beni immobili, vi sono le imposte catastali e di registro, oltre all’IVA nel caso di acquisto o vendita da parte di una società. La compravendita tra privati di opere d’arte è fuori campo IVA, mentre acquistando dall’artista essa è prevista.