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2 titoli energetici per proteggersi dal ribasso del greggio

Pubblicato 13.12.2018, 12:15
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Difficile prevedere quale sarà la direzione dei mercati del greggio, soprattutto ora, con il 2019 alle porte. Gli indicatori economici sono misti, con la crescita globale che rimane ostaggio dello scontro commerciale tra Cina e Stati Uniti, la battaglia tra le due principali economie mondiali.

Oil Weekly TTM

Per gli investitori interessati ai titoli legati al settore energetico, non è un momento facile per distinguere i potenziali vincitori del 2019 dai probabili sconfitti. A novembre, i prezzi del greggio hanno registrato il mese peggiore in un decennio: sono crollati di oltre il 25% dai massimi pluriennali.

Questo tonfo catastrofico ha coinciso con uno dei periodi peggiori per i titoli petroliferi quest’anno. L’ETF Energy Select Sector SPDR (NYSE:XLE) è crollato del 18% dal massimo di ottobre, segnale che il settore è sull’orlo di un mercato ribassista.

Viste le condizioni di mercato altamente incerte, le compagnie meglio posizionate per superare il ribasso e riprendersi rapidamente sono quelle economicamente efficienti, diversificate e che hanno piani solidi per restituire la maggior parte dei loro flussi di cassa disponibili agli investitori. Ecco le nostre due scelte. Oltre a rappresentare delle aggiunte eccellenti al portafoglio, vale la pena approfittare del loro prezzo attualmente basso.

1. Chevron: una scommessa sicura nei periodi difficili sui mercati

Vale la pena tenersi stretto il titolo del colosso petrolifero USA, Chevron (NYSE:CVX), anche quando i mercati sono in difficoltà. Chevron, il secondo produttore petrolifero globale dopo Exxon Mobil (NYSE:NYSE:XOM), vanta attività integrate con esposizione sia ai processi upstream che a quelli downstream, nonché una divisione petrolchimica separata.

CVX Weekly 2015-2018

Questo business model diversificato offre uno straordinario rifugio dal calo dei prezzi del greggio. Anche se la compagnia perde soldi per la produzione di petrolio e gas, la raffinazione di prodotti energetici e l’attività petrolchimica possono comunque generare denaro, mitigando l’impatto di un tonfo del mercato del greggio.

Nel report sugli utili del terzo trimestre, pubblicato il mese scorso, Chevron ha riportato profitti pari al doppio di quelli dello stesso periodo dell’anno scorso, superando le previsioni degli analisti. Riteniamo che la compagnia accelererà il suo piano di riacquisto di azioni se il mercato del greggio dovesse restare sottotono nel 2019.

Questo è il motivo per cui gli analisti rimangono rialzisti sul titolo, che ha ricevuto un rating “buy” da una percentuale più alta di analisti rispetto a rivali come BP (NYSE:BP), Royal Dutch Shell (NYSE:RDSa) e Total (NYSE:TOT). È quasi il 68%, senza alcun consiglio “sell”, in base ai dati di Bloomberg.

La compagnia al momento paga un dividendo annuo di 4,48 dollari ad azione, con un rendimento del 3,88% all’attuale prezzo del titolo di 115,62 dollari. Il dividendo è quasi raddoppiato nell’ultimo decennio ed ha un ragionevole payout ratio di 69.

Chevron attualmente punta a restituire soldi agli investitori con il suo piano di riacquisto da 25 miliardi di dollari. L’Amministratore Delegato Michael Wirth ha riferito al Financial Times a metà del 2018 che vorrebbe che la compagnia riuscisse a coprire il suo dividendo con i flussi di cassa disponibili con il greggio a 50 dollari.

2. ConocoPhillips: una scelta difensiva

Se pensate che l’incantesimo ribassista sui mercati del greggio sia temporaneo e che il mercato si riprenderà una volta risolto lo scontro commerciale USA e Cina, ConocoPhillips (NYSE:COP) è uno dei migliori giganti del greggio da inserire nel vostro portafoglio.

COP Weekly 2015-2018

Negli ultimi tre anni, la compagnia è riuscita ad attuare con successo una strategia di inversione di rotta focalizzata su un taglio dei costi costante, restituendo al contempo del denaro agli investitori. Dopo un importante riequilibrio del portafoglio (focalizzato sulla riduzione degli asset ad alto costo), Conoco ha registrato flussi di cassa positivi con il prezzo del greggio sopra i 40 dollari al barile. Questo livello di pareggio con i prezzi del greggio bassi pone la compagnia in una posizione tale da sopravvivere anche se il mercato dovesse restare sottotono nel 2019.

Il produttore di Houston intende procedere con questo approccio difensivo. Nel report del terzo trimestre pubblicato ad ottobre, Conoco ha alzato le stime sulle spese per l’intero anno fiscale di solo l’1,7% a 6,1 miliardi di dollari. Nel terzo trimestre, la compagnia ha restituito quasi un miliardo di dollari agli azionisti, nell’ambito del suo piano di riacquisto di azioni da 9 miliardi di dollari annunciato a luglio.

Per il 2019, Conoco prevede una spesa in conto capitale pressoché in linea con il suo attuale budget per le trivellazioni. Dopo anni di tagli dei costi e aumento dell’efficienza in seguito al crollo dei prezzi sul mercato del greggio, i profitti di Conoco sono tornati al livello del 2014, quando il Brent veniva venduto intorno ai 100 dollari al barile.

Morale della favola

L’attuale ribasso del mercato petrolifero ci ricorda che l’approccio a breve termine non funziona quando si tratta di investire sui titoli petroliferi. Secondo noi, scegliere titoli legati al settore petrolifero, focalizzati sulle entrate, a lungo termine, rappresenta l’approccio migliore per proteggersi dall’estrema volatilità del greggio. Per gli investitori buy and hold, sia Chevron che Conoco sono perfetti in questo senso.

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