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300 milioni di aumento di capitale proposti da Salini

Pubblicato 02.06.2019, 23:54
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


ADC Salini impr

Cosa è un aumento di capitale?

La parola aumento di capitale trae in inganno parecchi. Suggerisce infatti l’idea che qualcuno aggiunga capitale a quello esistente e che contribuisca ad aumentare il valore dell’azienda e quindi il prezzo.
Niente di più sbagliato. L’aumento di capitale, o anche ricapitalizzazione, è un modo elegante di liquidare parte dell’azienda e trasformare azioni in liquidità senza svalutare troppo l’azienda.

Immaginate che Salini (MI:SALI) sia una torta divisa in 494.072.828 fette. Un bel giorno il pasticciere (Cda) decide di aumentare il numero delle fette, ogni titolare delle 494.072.828 fette si troverà un fetta più piccola. Le fette in più le mette in vendita e chiede agli azionisti di comprarle per mantenere la stessa quantità della torta che avevano prima dell’aumento di capitale. Per incentivare l’acquisto delle nuove fette distribuisce dei buoni sconto (opzioni) che permettono di comprare la torta ad un prezzo calmierato.
Qualcuno potrebbe chiedersi. E i soldi di quella vendita perchè non vanno agli azionisti? Perchè il CDA li utilizza come liquidità per operazioni aziendali come grandi investimenti o restituzione di debito.

A cosa serve l’aumento di capitale di Salini?

Salini, entro Luglio 2019, dovrà presentare un piano di aggregazione con Astaldi (MI:MI:AST) ed altri contractor di costruzione attualmente in concordato (Condotte, Cmc, Fincosit).
All’operazione parteciperebbe anche Cassa Depositi che acquisterebbe il 25% del Nuovo Polo di costruzione italiano. Il rafforzamento patrimoniale passerebbe dal necessario supporto del mondo bancario, e dalla ricapitalizzazione per 225 milioni di Astaldi che sarà sottoscritta da parte di Salini.

L’ipotesi è che le banche possano sostenere il polo delle costruzioni mettendo sul tavolo circa 150 milioni, se non fosse il mercato a sottoscrivere questo importo. L’impegno maggiore toccherebbe ad Intesa Sanpaolo (MI:MI:ISP) (circa 50 milioni) ed Unicredit (MI:MI:CRDI) (50 milioni), ma sarebbero coinvolte anche Bnp Paribas (PA:PA:BNPP) (che controlla Bnl) e Banco Bpm (MI:MI:BAMI), che metterebbero insieme gli altri 50 milioni. Altri 100 milioni potrebbe garantirli come linea di credito Morgan Stanley (NYSE:NYSE:MS). Gli ultimi 50 li metterebbe Salini Costruttori, diluendosi sotto la quota di controllo (dal 69% attuale al 45%).

Questo aumento di capitale è conveniente per gli azionisti?

In prima battuta l’aumento di capitale è sempre sconveniente per gli azionisti perchè significa una fuoriuscita di denaro dalle tasche degli azionisti stessi, in termini di perdita di valore o di partecipazione con soldi liquidi, senza un guadagno immediato. Ma sul lungo periodo potrebbe rivelarsi intelligente se l’investimento nel mega polo di costruzioni dovesse generare maggiore redditività.

Quanto varranno le azioni attuali dopo l'ADC?

Oggi 31 Maggio 2019 il prezzo delle azioni SALI è di 1,74. Coloro che vogliono riacquistare la “quota messa in vendita” (la fettina di torta che gli è stata sottratta) per aumentare il capitale, nel caso di un ADC di 300 milioni dovranno sborsare 0,61 euro per ogni azione posseduta.
Preso per buono il prezzo di Venerdì 31 Maggio se l’ADC partisse lunedì il prezzo stimato post ADC sarebbe 1.133 per coloro che non hanno partecipato volontariamente all'acquisto delle nuove azioni emesse.
In pratica gli azionisti verrebbero diluti del 35% della propria quota.


Diluizione delle azioni post ADC

Ultimi commenti

Ottima e chiara esposizione. Grazie Andrea.
Quello che manca nella descrizione e che le opzioni possono essere negoziate e quindi "recuperare" il valore perduto dalla diluizione. Forse.
E' vero che le opzioni possono essere vendute ma è quasi sempre meglio vendere prima dell'aumento (se non si vuole partecipare) perchè le opzioni tendenzialmente perdono il 20-30% del valore all'apertura e si azzerano a fine ADC (che solitamente dura 15 giorni). Conta anche che i giorni prima dell'ADC molti scappano e il titolo crolla. Quindi se il titolo vale 1€ ad esempio 15 giorni prima dai 15 ADC che ho vissuto e studiato al giorno dell'ADC il titolo vale nella maggior parte dei casi il 20% in meno. Quindi parto da 1 e arrivo all'ADC a 0,8. A quel punto il prezzo si divide in nuova azione (mettiamo 0,4) e opzioni 0,8-0,4=0,4. Le opzioni al 99% perdono subito un 20% quindi vanno a 0,32. Perchè non vendi a 1 15 giorni prima e invece vendi le opzioni a 0,32 e ti rimane un azione a 0,4 per un totale di 0,72, quando potresti vendere a 1 e ricomprare le nuove azioni a 0,4 a fine ADC?
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