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5 motivi per cui i trader dovrebbero ignorare i piani di un’IPO di Aramco… per ora

Pubblicato 21.03.2018, 17:45

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 21.03.2018

Sono di questa settimana le ultime voci secondo cui l’IPO di Aramco potrebbe non avvenire affatto. O che, se dovesse avvenire, sarebbe rinviata al 2019. Oppure che dopo l’IPO le azioni saranno quotate solo sulla borsa locale saudita, la Tadawul.

Queste nuove notizie arrivano nonostante le discussioni di inizio mese a proposito della quotazione di Aramco sulla Borsa di Londra. Le trattative si sono svolte a Londra tra funzionari del posto e funzionari sauditi tra cui il Principe Ereditario Mohammad bin Salman e il ministro del petrolio Khalid al-Falih. E le voci si sono diffuse anche nonostante, secondo quanto si dice, la preferenza del principe ereditario di quotare il titolo sulla Borsa di New York mentre si prepara a visitare gli Stati Uniti questa settimana.

È la terza o la quarta volta che i media si interrogano sull’eventualità che avvenga l’IPO, su dove sarà quotata Aramco e su quando potrebbe succedere. L’autunno scorso, i media hanno riportato che l’IPO sarebbe stata rimpiazzata da una vendita privata. Nello stesso periodo mi trovavo a Dhahran a parlare con i dirigenti di Aramco, che sembravano piuttosto sicuri che ci sarebbe stata un’offerta pubblica iniziale.

Poi, a gennaio, quando Aramco ha annunciato un nuovo piano delle attività, il tono dei media è cambiato e hanno affermato che Aramco si stava chiaramente avvicinando ad una IPO. A metà febbraio, i media hanno riportato che l’IPO stava incontrando ostacoli significativi, ma poi a fine mese, secondo le notizie, l’Arabia Saudita stava attivamente cercando una quotazione a New York.

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In realtà, forse nessuno sa davvero quando, dove o addirittura se avverrà una OP, forse nemmeno i dirigenti di Aramco e addirittura neanche il re o suo figlio.

Magari la vera ragione per cui l’IPO di Aramco fa sorgere tante speculazioni è che, secondo alcuni osservatori, l’Arabia Saudita alzerà intenzionalmente il prezzo del greggio prima di una IPO, per aumentare la valutazione di Aramco. Ecco cinque ragioni per cui i trader del greggio non dovrebbero preoccuparsi per i piani di un’IPO di Aramco al momento.

1. L’Arabia Saudita è legata all’attuale accordo OPEC/Non-OPEC. I tagli alla produzione stabiliti dall’accordo non sono abbastanza severi da far alzare il prezzo del greggio molto più di quanto non lo sia già. Le attuali quote non sono il tipo di aumenti di prezzo che gli osservatori dell’IPO ritengono che siano.

2. L’Arabia Saudita non ha la capacità di alzare il prezzo del greggio da sola nel mercato attuale. Negli anni Ottanta, l’Arabia Saudita aveva tentato di alzare il prezzo del greggio riducendo la sua produzione ma la decisione non aveva avuto successo perché c’erano troppi altri produttori sul mercato. Oggi ci sono parecchi produttori non-OPEC con una capacità di scorte tale da compensare le forniture mancanti se l’Arabia Saudita decidesse di ridurre la sua produzione.

3. Sul mercato odierno, il prezzo del greggio è troppo volatile affinché l’Arabia Saudita possa tentare una tattica simile con così tanto anticipo in vista di un IPO. Se l’Arabia Saudita intendesse davvero alzare il prezzo del greggio prima di un’offerta pubblica, lo farebbe poco prima del momento della quotazione in borsa.

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4. L’Arabia Saudita tradizionalmente considera più di valore i prezzi del greggio stabili rispetto alle impennate a breve termine. Il paese ha cercato di attuare politiche che stabilizzassero il mercato, alla ricerca di un equilibrio che ritiene sia buono sia per i consumatori che per i produttori, dal momento che prezzi del greggio troppo alti possono comportare uno shock economico e ridurre il consumo futuro. Ovviamente, la nuova leadership dell’Arabia Saudita potrebbe pensarla in modo diverso.

5. Aramco ha contratti e rapporti a lungo termine con clienti in tutto il mondo. Se l’Arabia Saudita dovesse tagliare la produzione improvvisamente e drasticamente per alzare il prezzo del greggio, la compagnia potrebbe avere problemi a rispettare gli accordi sulle forniture.

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