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5 motivi per cui la produzione da scisto ancora non pesa sul prezzo del greggio

Pubblicato 23.05.2018, 14:21
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 23.05.2018

Nel corso di quest’anno, il prezzo del greggio è salito e molti analisti avevano previsto che l’afflusso di nuova produzione dai giacimenti di scisto USA avrebbe, nel tempo, pesato sui prezzi.

A quasi sei mesi dall’inizio del 2018, invece, la produzione di petrolio da scisto USA continua a crescere ma non sembra ancora avere un impatto sui prezzi come si pensava.

Questo può essere in parte spiegato dagli eventi geopolitici che hanno spinto al rialzo i prezzi, ma è anche una conseguenza di alcuni seri impedimenti sistemici che si ritrova ad affrontare l’industria petrolifera statunitense.

C’è la possibilità che ciascuno di questi ostacoli possa cambiare nei prossimi mesi, se ciò dovesse succedere, cambieranno anche la quantità e il prezzo della produzione da scisto USA.

1. L’infrastruttura degli oleodotti

Gli oleodotti nelle regioni dove viene prodotto il petrolio da scisto stanno funzionando a regime quasi massimo.

Ciò causa dei problemi ai produttori petroliferi più piccoli, che devono pagare di più per trasportare il proprio greggio.

Infatti, i produttori che non hanno dei contratti in atto per il trasporto tramite oleodotti sono costretti a vendere il loro greggio ad un prezzo inferiore.

Queste limitazioni degli oleodotti in realtà affliggono il settore petrolifero statunitense da anni e costringono le compagnie a spedire il greggio tramite camion e treni, due mezzi di trasporto che sono più costosi e più pericolosi rispetto agli oleodotti.

Ma ora questo problema sembra essere giunto alla fine.

Sono stati annunciati numerosi nuovi accordi per gli oleodotti e sono già in costruzione degli altri oleodotti.

È possibile che entro la fine del 2019 il prezzo del trasporto del greggio USA scenda significativamente e che sul mercato arrivino dei volumi maggiori di greggio statunitense.

Questo implicherebbe che i produttori statunitensi saranno in grado di vendere i loro prodotti senza gli sconti attuali (fino a 13 dollari in meno al barile in alcuni casi, secondo le fonti).

Ciò significherebbe anche che il greggio USA potrebbe raggiungere i porti più velocemente.

Il miglioramento dell’infrastruttura degli oleodotti potrebbe rendere l’intera industria petrolifera statunitense più efficiente.

2. Porti

I produttori USA possono esportare liberamente il loro greggio solo dall’inizio del 2016 e molti porti non sono attrezzati per gestire le petroliere più grandi (superpetroliere) che trasportano fino a 2 milioni di barili di greggio.

La maggior parte dei porti in grado di esportare greggio può gestire navi che trasportano meno della metà di questa quantità.

Solo il porto petrolifero offshore della Louisiana (LOOP) può accettare le superpetroliere per l’esportazione al momento, sebbene sia in programma il dragaggio di altri porti, come quello di Corpus Christi in Texas, se ci sarà l’accesso ai finanziamenti.

La bassa capacità della maggior parte dei porti statunitensi costituisce un’altra limitazione all’efficienza dell’industria del petrolio da scisto USA.

3. Personale e rifornimenti

I produttori nelle regioni di petrolio da scisto stanno da mesi affrontando problemi legati al personale.

Le compagnie pagano ad un costo maggiorato autisti di camion, operai, saldatori e altri lavoratori simili.

C’è stata anche una carenza di sabbia che viene usata nel fracking, anche se secondo le ultime notizie le nuove cave di sabbia stanno contribuendo a ridurre il problema.

Sebbene stiamo assistendo ad un aumento della produzione di petrolio da scisto USA, l’incremento non è così alto quanto potrebbe esserlo senza queste limitazioni.

4. Gradazioni di greggio

L’aspetto forse più importante da considerare, tuttavia, è se ci sia abbastanza spazio sul mercato per altro greggio da scisto USA.

Il greggio prodotto con il fracking è un tipo di greggio molto leggero.

Le raffinerie USA non sono progettare per raffinare un greggio così leggero.

Alcuni lo mescolano con gradazioni più pesanti, ma il processo non è l’ideale per i bisogni di raffinazione.

Costruire nuove raffinerie è quasi impossibile nell’ambiente normativo odierno.

Gli Stati Uniti non costruiscono nuove raffinerie dal 1977, anche se è stata permessa la costruzione, attualmente in corso, di due piccole raffinerie in Sud Dakota e nel Texas meridionale. (Alcune raffinerie hanno ingrandito le loro strutture, come Motiva nel 2012 e Valero (NYSE:VLO) nel 2017).

Anche gli altri mercati del greggio leggero sembrano essere saturi, tranne, sembrerebbe, la Cina.

Secondo un articolo di opinione del direttore dei contenuti di S&P Global Platts, le raffinerie indipendenti cinesi vorrebbero una maggiore quantità del greggio leggero prodotto dall’industria del petrolio da scisto USA.

5. Il rischio di una guerra commerciale

Finora, gli Stati Uniti hanno inviato solo una superpetroliera di greggio USA in Cina ma, con la riduzione delle limitazioni delle infrastrutture statunitensi, potrebbero essercene di più in futuro.

D’altra parte, la quantità di greggio che le raffinerie indipendenti cinesi possono importare dipenderà dalla volontà del governo cinese, che emette i permessi di importazione due volte l’anno.

È del tutto possibile che le esportazioni di greggio USA in Cina possano diventare una pedina nelle trattative commerciali in corso tra Cina e Stati Uniti.

In questo caso, potrebbe essere la politica, e non l’industria, a determinare la dimensione del mercato per il greggio USA.

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