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I maiali volano e i mercati muggiscono: trading da coronavirus con suini e bovini

Pubblicato 24.04.2020, 14:48
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Sì, i maiali volano. Non ci credete? Guardate come sono letteralmente decollati i future della carne suina. E, se siete long sui future della carne bovina, comprendo benissimo la vostra frustrazione se vi chiedete “per cosa muggiscono i mercati?”

Le frasi idiomatiche sono divertenti. Ma riescono anche a descrivere benissimo quello che sta succedendo.

La crisi del coronavirus ha cambiato quasi ogni aspetto della nostra esistenza per come la conosciamo, con conseguenze diverse per vari aspetti. Sul mercato del bestiame, i future dei suini stanno volando mentre quelli dei bovini sono atterrati con un tonfo per via delle diverse sorti toccate loro a causa della stretta universale sulle filiere di produzione operata dalla pandemia.

Lean Hogs Futures Weekly Price Chart

Grafico prezzi settimanali dei future dei suini

L’epidemia di COVID-19 ha costretto alla chiusura una serie di impianti di lavorazione della carne suina negli Stati Uniti gestiti da JBS SA, la più grande compagnia di carne al mondo, e dal colosso USA Tyson Foods, con una riduzione di ben il 25% degli arrivi giornalieri di carne suina in America.

Carenze, dal prosciutto alle salsicce di maiale

La prevista carenza delle scorte di qualsiasi cosa, dal prosciutto, al prosciutto affumicato, al bacon, alle salsicce, ha acceso una fiamma sotto il mercato dei suini sul Chicago Board of Trade, che si avvia a registrare un rialzo settimanale da record di quasi il 35% dopo un rally ininterrotto di cinque giorni.

Per quanto riguarda i bovini, si stima una riduzione del 20% delle forniture per via di una serie di contagi da coronavirus in altri impianti di confezionamento, sempre di proprietà di JBS e Tyson, nonché della compagnia cerealicola privata USA Cargill.

Live Cattle Futures Weekly Price Chart

Grafico prezzi settimanali dei future dei bovini

Tuttavia, il mercato dei bovini sul CBOT mostra un crollo settimanale del 9% dopo cinque giorni consecutivi in rosso. Perché questa differenza?

Incombe anche una carenza di carne bovina

Dan Hueber, trader veterano delle materie prime agricole a St. Charles, Illinois, che segue il mercato del bestiame da oltre 30 anni, cerca di spiegarlo:

“A fine marzo, la carne suina congelata nei magazzini ammontava a 621,9 milioni di libbre, in calo di 27 milioni di libbre da febbraio, più del doppio della riduzione normale”.

“Le scorte di carne bovina sono in realtà salite di 8 milioni di libbre sul mese, in quanto i dati sulla macellazione sono rimasti forti il mese scorso”, scrive l’autore del Hueber Report, che si occupa di una vasta gamma di mercati agricoli.

Ma nel report si nota anche che le scorte di sola pancetta congelata sono aumentate di 4,5 milioni di libbre il mese scorso e, secondo Hueber, ciò “rispecchia senza dubbio la riduzione del traffico nei ristoranti dove, come sappiamo, tutto ha un gusto migliore con il bacon”.

Non c’è motivo perché i bovini ricevano un ingiusto trattamento

In conclusione, suggerisce che gli enormi problemi finanziari e logistici a livello di fattorie creati dal mondo in pandemia risulteranno alla fine in una riduzione generale delle scorte congelate, il che significa che i bovini non dovrebbero ricevere questo ingiusto trattamento.

Terry Reilly, analista senior di Futures International a Chicago, è d’accordo.

“Per il bestiame, i trader stanno cercando di capire dove far andare il mercato, data l’incertezza della domanda di carne per il resto dell’anno”, afferma Reilly. “Non si sa quanto i ristoranti ne compreranno o ne prenderanno nei prossimi 6-12 mesi”.

La United Food and Commercial Workers International Union, il sindacato che rappresenta l’80% dei dipendenti del settore della produzione USA di manzo e maiale, afferma che il problema è la crisi nazionale per tutti gli alimenti a base di carne. Tredici lavoratori da esso rappresentati sono morti dopo aver contratto il COVID-19 ed altri 5.000 sono risultati positivi o sono stati esposti al virus.

Tutto questo suggerisce ulteriori rialzi dei prezzi dei bovini rispetto a quelli che vediamo ora, a seconda di cosa dirà il report del Dipartimento per l’Agricoltura USA atteso per oggi.

Mike Seery, che elabora grafici tecnici per varie materie prime dal suo ufficio di Plainfield, Illinois, afferma che il prezzo dei bovini sembra aver segnato un bottom decisivo tre settimane fa, con quello del 3 aprile di 83,83 centesimi la libbra. L’attestazione di questo venerdì per il contratto con consegna il mese successivo sul CBOT è di 85,95.

“Strong Sell” per i fondamentali dei bovini

Le previsioni tecniche giornaliere di Investing.com indicano ancora “Strong Sell” sui bovini, segnalando ulteriori ribassi che potrebbero testare il supporto a 83,97. Ma sono elencate anche una serie di potenziali resistenze da 91,27 a 93,58 ed a 94,92 se ci dovesse essere un breakout al rialzo.

Per la carne suina, il consiglio di Investing.com resta “Strong Buy”, con la prossima resistenza indicata a 51,20.

“Punterò ad una posizione rialzista sui bovini nelle prossime settimane in quanto i prezzi sono andati lateralmente nelle ultime settimane”, scrive Seery.

“La volatilità è rallentata nell’ultima settimana, dal momento che stiamo vedendo tremende oscillazioni di prezzo ogni giorno. Storicamente parlando, i prezzi sembrano economici secondo me”.

Seery afferma che il trend dei bovini è ancora negativo, con i prezzi scambiati sotto le medie mobili a 20 ed a 100 giorni. Ma vede anche segnali promettenti dalla riapertura delle attività in alcuni stati USA a partire da questo fine settimana, che potrebbe comportare una ripresa della domanda su un mercato teso, e aggiunge:

“Tutte le poche notizie fondamentali potrebbero già essere rispecchiate dal prezzo”.

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