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Al via i dati sull'inflazione e spazio alle Banche Centrali

Pubblicato 14.11.2017, 09:13
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

Il dollaro americano ha chiuso la prima sessione di settimana senza perdere ulteriore terreno, il che può considerarsi un segnale di forza anche in virtù del fatto che USD/JPY sembrava voler testare il supporto in area 113 all'inizio della sessione di NY.

I rendimenti obbligazionari a dieci anni sono scesi notevolmente nella mattinata di ieri ma al termine delle contrattazioni tornava al di sopra del 2,4% e ciò aiuta senz’altro a sostenere il biglietto verde.

La scarsità di market movers dell’ultima settimana potrebbe interrompersi bruscamente nella giornata di oggi, una giornata importantissima perché durante l’incontro tra i principali esponenti delle autorevoli banche centrali mondali potrebbero toccare argomenti di politica monetaria.

La Yellen dovrebbe confermare l’intenzione di alzare i tassi nel mese di dicembre, Draghi non dovrebbe esporsi particolarmente dopo l’ultimo meeting, Carney sappiamo che ha appena innalzato il corso del denaro mentre Kuroda non sembrerebbe avere piani immediati per un eventuale cambiamento nella politica monetaria.

E’ evidente che data la lateralità che stiamo osservando in varie coppie di valute, anche poche parole magari inaspettate potrebbero avere un impatto significativo.

Parole attese in giornata e che potrebbero condizionare soprattutto l’andamento della sessione americana, teniamone conto.

Facendo nuovamente un passo indietro, la valuta che ieri ha manifestato le maggiori difficoltà è stata la Sterlina.

Le notizie negative nel corso del weekend hanno spaventato gli investitori, che hanno scelto di vendere Pound.

In particolare segnaliamo le tensioni all’interno del partito di maggioranza, con 40 deputati pronti a chiedere le dimissioni della May mentre l’esponente europeo Michel Barnier ha dichiarato che l'UE si sta preparando a una possibile interruzione dei negoziati.

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C’è già chi pensa a Boris Johnson quale successore dell’attuale premier, il che non sarebbe certo positivo per un’eventuale accordo tra Regno Unito e Unione Europea.

Oggi tra l’altro attenzione ai dati inerenti ai prezzi al consumo, quindi all’inflazione, a tal proposito il membro del BoE Haldane ha dichiarato che l'inflazione dovrebbe rientrare negli obbiettivi durante i prossimi anni.

La crescita annualizzata del CPI è già al 3% e ci si aspetta un ulteriore rialzo fino al 3,1% in ottobre.

Se tale dato venisse confermato potrebbe condurre il cambio GBP/USD fino a 1,32, mentre una lettura inferiore potrebbe condurlo verso quota 1,3040.

Sul fronte Euro, a parte il discorso di Draghi, sarà importante leggere i dati del PIL del Q3 sia per quanto riguarda la Germania sia per quanto riguarda l'Eurozona.

Da non sottovalutare anche l’ultimo sondaggio ZEW, che potrebbe sostenere l’Euro e dar linfa vitale per una spinta verso quota 1,17.

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