In Giappone, la coalizione LDP-Komeito del primo ministro Abe ha ottenuto una vittoria clamorosa alle elezioni della Camera Bassa.
Il nuovo partito d’opposizione, il Partito della Speranza, non è riuscito a trasformare la popolarità in voti, finendo per spaccare il voto all’opposizione e permettendo ad Abe di ottenere agevolmente i due terzi della maggioranza.
Anche se l’Abeconomia non potrà far granché per svalutare lo yen, l’USD/JPY ha compiuto un rally fino a 114,10, perché l’esito rimuove l’incertezza politica. In prospettiva, il prossimo anno il primo ministro Abe concorrerà di nuovo per la leadership del partito LDP e la BoJ sarà dominata da colombe, giacché Abe controllerà la nomina, il prossimo aprile, del nuovo governatore e vice-governatore.
Il destino dell’USD/JPY dipenderà meno dalla politica della BoJ e più dalle prospettive per la Fed.
Le aspettative crescenti di un miglioramento dei dati USA spingono le attese di tassi d’interesse più alti. Inoltre, gli sviluppi positivi sulla riforma fiscale e la continuità nella nomina del prossimo presidente della Fed dovrebbero far stabilizzare l’USD contro lo JPY.
Infine, poiché gli investitori istituzionali giapponesi sanno che tassi d’interesse bassi e controllo sulla curva dei rendimenti probabilmente non subiranno modifiche, la corsa ai rendimenti oltreoceano continuerà.
Il forex asiatico appare sempre più equilibrato, con rendimenti più alti negli USA da una parte, solida crescita globale (prevista intorno al 3,0% nel 2017) e dati commerciali dall’altra.
Sospettiamo che il rischio sia inclinato al rialzo per l’USD. Lo slancio dei dati USA dovrebbe invertire la debolezza, a cominciare dai dati sul PIL del T3 e dall’indice PCE in uscita questa settimana.
Tuttavia, vista la recente forza dei rialzi inaspettati nelle esportazioni, prevediamo un indebolimento ciclico che farà indebolire le valute asiatiche.