Ricevi uno sconto del 40%
💎 WSM è in rialzo del +52,1% da quando la nostra AI l'ha scelta a dicembre! Scopri la nostra selezione di titoli premiumSblocca adesso

Anteprima BCE: Draghi di nuovo equilibrista, l’economia della zona euro inciampa

Pubblicato 04.03.2019, 16:53
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

di Geoffrey Smith

I nervi della Banca Centrale Europea (BCE) saranno di nuovo messi alla prova questa settimana, quando la commissione di politica monetaria si incontrerà per la seconda volta quest’anno.

Il Presidente Mario Draghi e il suo team stanno tentando di chiudere un ciclo di politica monetaria straordinariamente allentata, necessario per tenere insieme il progetto della moneta unica negli ultimi 10 anni. Ma la BCE è ora sotto pressione per fare qualcosa per rivitalizzare la crescita sottotono.

Sia l’economia tedesca che quella italiana - che rappresentano oltre il 40% del PIL della zona euro - sono in stagnazione. La debolezza della potenza di esportazione tedesca, fiore all’occhiello della regione per la maggior parte dell’ultimo decennio, preoccupa particolarmente, data la fragilità di altre fonti di crescita. L’indice Ifo sulla fiducia delle imprese, seguitissimo indicatore della fiducia e dell’attività, ha segnato il minimo dal 2014 a febbraio.

“La BCE dovrà effettuare un bilanciamento tra un’azione preventiva, che potrebbe essere percepita come panico, ed un atteggiamento rilassato di attesa per vedere cosa succederà, che potrebbe invece essere percepito come noncuranza”, afferma Carsten Brzeski, analista di ING.

Probabilmente, ci sono sufficienti barlumi di speranza nei recenti sviluppi a suggerire che i rischi peggiori per l’economia potrebbero non materializzarsi. Innanzitutto, il rischio di una Brexit caotica senza accordo (che ha giocato un grosso ruolo nel brusco calo della fiducia delle imprese della zona euro) è diminuito, in quanto entrambi i principali partiti britannici hanno ammorbidito le proprie posizioni per adattarsi all’opinione dei centristi e delle aziende.

Secondariamente, il rischio di un’escalation dello scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina si sta riducendo, con il Wall Street Journal che ha riportato nel fine settimana che le due parti sarebbero vicine ad un accordo che potrebbe portare ad un abbassamento bilaterale dei dazi e ad un miglioramento dell’accesso degli Stati Uniti al mercato cinese.

Ciononostante, nei verbali dell’ultimo vertice della banca si legge che per alcuni policymaker è una priorità “urgente” preparare nuove operazioni.

EURUSD Weekly

Vari funzionari hanno segnalato che la procedura più probabile sarebbe un nuovo round di prestiti a lungo termine alle banche, il cosiddetto piano di rifinanziamento a lungo termine (LTRO), che bloccherà i tassi di interesse dell’euro garantendo un sufficiente accesso alla liquidità per evitare che la moneta salga sui mercati forex. Se si tratti o meno di rifinanziamenti “mirati” (cioè legati all’attività di prestito delle banche come quelle che sostituiranno), non è chiaro (e secondo Brzeski di ING non è comunque importante).

Ma la BCE potrebbe plausibilmente limitarsi questa settimana a preparare semplicemente il terreno per un’operazione simile, piuttosto che premere effettivamente il grilletto, secondo un sondaggio condotto da Bloomberg su degli economisti. Gli analisti di Nordea Markets affermano che i dettagli di un eventuale LTRO dipenderanno dai segnali che la BCE intende mandare. Potrebbe ancorare i tassi di mercato anche per quattro anni offrendo i nuovi prestiti ad un tasso fisso, o potrebbe lasciare aperta la possibilità di un passaggio anticipato ad una politica di inasprimento lasciando fluttuare i nuovi prestiti in linea con il tasso di rifinanziamento di riferimento, che si trova allo 0% dal 2016.

L’esperienza suggerisce che l’ultima opzione è la più probabile, in quanto non lascerebbe la banca centrale con le mani troppo legate per il futuro. Ed è importante, considerato che la banca avrà un nuovo presidente a novembre.

Il capo della banca centrale tedesca Jens Weidmann sta cercando di prevenire qualsiasi generosità superflua. Durante una conferenza stampa della scorsa settimana, secondo Dow Jones avrebbe affermato che un’asta a tasso fisso potrebbe compromettere la politica monetaria, mentre una scadenza lunga potrebbe scombussolare le linee guida della banca, lo strumento di politica monetaria più sensibile ora che si sono fermati gli acquisti di asset.

“La BCE probabilmente non ha intenzione di rendere i termini delle nuove operazioni di liquidità tanto attraenti da portare ad un vero e proprio aumento della liquidità in eccesso”, afferma Jan van Gerich di Nordea. Per questo motivo, lui e i suoi colleghi dicono che è “difficile immaginare un euro molto più debole” quando la BCE finalmente interverrà.

Parte di questa riluttanza è dovuta alla probabilità che la richiesta di nuovi LTRO sarà concentrata tra le banche spagnole ed italiane. Questo ancora una volta mette in luce imbarazzanti verità circa la loro capacità di sopravvivere senza il supporto vitale della BCE, sei anni dopo la peggiore crisi dell’euro e quattro anni dopo che la BCE è diventata il principale supervisore bancario della zona euro. Secondo Moody’s Investor Service, il denaro della BCE finanzia il 6% degli asset del sistema bancario spagnolo ed italiano.

Le norme approvate nell’ambito dei cosiddetti accordi Basilea 3 dopo la crisi finanziaria del 2008 richiedono alle banche di avere livelli di finanziamenti minimi della durata di oltre 12 mesi, noti come Net Stable Funding Ratio (NSFR). Poiché la restante scadenza delle LTRO della BCE in circolazione cade meno di 12 mesi dopo quest’anno, le banche non potranno più contarle per soddisfare i requisiti di NSFR.

“Se gli istituti rispetteranno i loro obblighi normativi o meno non dovrebbe contare nelle nostre decisioni di politica monetaria”, ha dichiarato Weidmann. Anche la sua controparte francese Francois Villeroy de Galhau ha molto da dire sull’argomento.

E le obiezioni mosse da loro due probabilmente basteranno a fermare un intervento decisivo questa settimana. Di conseguenza, toccherà di nuovo alle abilità comunicative di Draghi convincere i mercati che la BCE ha intenzioni serie nel supportare la crescita anche se non farà nulla. Qualsiasi cosa in meno potrebbe comportare un nuovo selloff dei debiti bancari e dei titoli azionari spagnoli ed italiani ed un aumento dello spread, ossia quell’ “inasprimento ingiustificato” delle condizioni che la BCE vuole evitare a tutti i costi.

Si tratta di un atto di bilanciamento ormai familiare ma, con la zona euro che perde velocemente slancio, la posta in gioco ora è più alta.

Ultimi commenti

....quindi...sono volatili per diabetici
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.